"Ci sono due tipi di piloti: sensibili o non sensibili. I primi, come me, Biaggi, Kocinski o Lawson, guidano in maniera pulita con ogni moto. Poi ci sono piloti come Capirossi, Stoner o Marc Marquez che, con qualsiasi moto, non percepiscono tanto le modifiche e sono molto aggressivi. Quelli sensibili hanno bisogno che tutto sia perfetto per mostrare la loro versione migliore.
Pecco Bagnaia fa parte del gruppo dei piloti sensibili e quindi lo difendo. Penso che non sia così male come quello che sta dimostrando, la differenza con Marquez è esagerata. Sono d’accordo sul fatto che Marc sia superiore nella maggior parte degli aspetti rispetto a Pecco: fisicamente, in frenata e nella gestione delle gomme. Però condivido anche quello che dice Pecco, perché l’ho vissuto sulla mia pelle con moto che non mi piacevano e con cui ho sofferto.
Nel 2011 ho fatto una pre-stagione durissima, o anche nel 2018 con Ducati. Nel 2017 a fine anno mi ero adattato e lottavo per podi e vittorie, e anche nei test di Sepang ho fatto il record della pista. Pensavamo potessimo lottare per il titolo ma a Buriram il test è stato disastroso: giravo un secondo e mezzo più lento e la moto era molto nervosa. Dopo un brutto inizio di campionato, abbiamo capito in un test al Montmeló che, cambiando il telaio, avevano anche modificato il serbatoio. Allora ho degli agli ingegneri di modificarmelo, e quando sono arrivati gli aggiornamenti al Mugello sono riuscito a vincere. Anche quando ero alla Honda nel 2019, provai un sacco di volte gli assetti di Marc ed era qualcosa di insostenibile a lungo termine. La moto ti permetteva di frenare più tardi, ma alla fine quello non è il tuo stile e il tempo sul giro non viene fuori. Quando fai le stesse cose da quando ho 5 anni, cambiare stile all'improvviso è impossibile".
Fonte: "podcast Dura la Vita"
Pecco Bagnaia fa parte del gruppo dei piloti sensibili e quindi lo difendo. Penso che non sia così male come quello che sta dimostrando, la differenza con Marquez è esagerata. Sono d’accordo sul fatto che Marc sia superiore nella maggior parte degli aspetti rispetto a Pecco: fisicamente, in frenata e nella gestione delle gomme. Però condivido anche quello che dice Pecco, perché l’ho vissuto sulla mia pelle con moto che non mi piacevano e con cui ho sofferto.
Nel 2011 ho fatto una pre-stagione durissima, o anche nel 2018 con Ducati. Nel 2017 a fine anno mi ero adattato e lottavo per podi e vittorie, e anche nei test di Sepang ho fatto il record della pista. Pensavamo potessimo lottare per il titolo ma a Buriram il test è stato disastroso: giravo un secondo e mezzo più lento e la moto era molto nervosa. Dopo un brutto inizio di campionato, abbiamo capito in un test al Montmeló che, cambiando il telaio, avevano anche modificato il serbatoio. Allora ho degli agli ingegneri di modificarmelo, e quando sono arrivati gli aggiornamenti al Mugello sono riuscito a vincere. Anche quando ero alla Honda nel 2019, provai un sacco di volte gli assetti di Marc ed era qualcosa di insostenibile a lungo termine. La moto ti permetteva di frenare più tardi, ma alla fine quello non è il tuo stile e il tempo sul giro non viene fuori. Quando fai le stesse cose da quando ho 5 anni, cambiare stile all'improvviso è impossibile".
Fonte: "podcast Dura la Vita"
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