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Le MERDE VERGOGNOSE DI MISANO

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    #166
    Sapete vero che il video è un fotomontaggio? La reazione di Rossi non è per niente collegata alla.caduta di Marquez...

    Bisognerebbe svegliarsi ogni tanto che non tutto quello che fa rossi è rivolto a Marquez

    SVEGLIA!

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      #167
      Fonte :Moto.it
      Firmato da Carlo Baldi, il responsabile del settore Superbike, evidentemente non allineato come il suo collega Zam che pascola in Sky.......


      "Ci risiamo. Quando la MotoGP corre in Italia mi preparo ad assistere al solito indecoroso spettacolo di qualcuno che applaude quando un pilota cade o si ritira. La mamma dei cretini è sempre incinta, ma qui non si tratta solo di qualche stupido che festeggia un incidente, si tratta dello specchio di cosa sia diventato (per molti, ma per fortuna non per tutti) il motociclismo agonistico.

      Ho avuto la fortuna di avvicinarmi alle corse in pista nei primi anni 80, quelli di Marco Lucchinelli e Franco Uncini, ma anche di Barry Sheene, Kenny Roberts e tanti altri. A Monza dietro la rete metallica, alla variante Ascari o alla Parabolica, mi godevo quello spettacolo meraviglioso. Al mio fianco motociclisti e tifosi tedeschi, italiani, inglesi. Ognuno sosteneva i propri idoli, che non erano per forza della loro stessa nazionalità. Io tifavo Lucky, ma ero affascinato dal marziano Roberts e dal ribelle Barry. Non erano italiani? E allora? Stiamo parlando di piloti, di persone speciali. Cosa importa la nazionalità? Ma al di là dell’inutile nazionalismo fuori luogo, come è possibile che qualcuno ora applauda e festeggi una caduta o un ritiro?

      Tutto deriva da quello che accadde nel 2015. Senza stare a riepilogare quello che successe e senza addentrarmi nella diatriba di chi avesse torto o ragione tra Rossi e Marquez, è da quella triste vicenda che nel nostro sport è nato il tifo “contrario”, la teoria del complotto, Italia contro Spagna.

      Ma come è stato possibile questo imbarbarimento? Quando il motociclismo si è trasformato in una succursale del calcio più becero?

      Ovviamente quando c’è di mezzo Valentino Rossi la cassa di risonanza è mondiale e quanto è successo nel 2015 ha scatenato i media, che dopo la rivalità del 46 con Biaggi, e quelle meno “appetibili” con Gibernau e Stoner, avevano finalmente modo di sfruttare uno scontro acceso, qualcosa da “vendere” anche fuori settore, che poteva interessare una massa, che vive delle rivalità dai tempi di Coppi e Bartali.

      Il tutto a danno del motociclismo, che è stato snaturato. Dall’applaudire tutti i protagonisti di quello spettacolo incredibile che sono le corse in pista, siamo passati all’odio, al bruciare manichini raffiguranti “il nemico”, al festeggiare cadute e ritiri.

      Molti hanno fatto la loro fortuna su questa vicenda, tanto è vero che ancora se ne parla, anche se sono passati dieci anni ed uno dei due piloti coinvolti ha smesso di correre.

      L’odio è stato per anni fomentato ad arte, mentre nessuno ha mai difeso i valori del motociclismo. Nemmeno quello più famoso dei due “contendenti”, che si è sempre rifiutato di chiudere la vicenda e non ha mai condannato questi stupidi atti che nulla hanno a che fare con il nostro sport. Un vero peccato che Vale non abbia confermato fuori dalla pista, quello che ci ha invece regalato dentro la pista.

      I fischi ed i festeggiamenti proseguiranno ancora per qualche anno, per la gioia di chi non conosce cosa sia il vero motociclismo e quindi non può far altro che raccontare di litigi e polemiche, e di chi lo fa per raccogliere abbonamenti e like.

      Ma voi per favore non vi fate ingannare. Il nostro è uno sport unico e non è fatto di odio, bensì di una passione che non ha riscontro in nessun altro sport. Quello che qualcuno ci vuole “vendere” non è il vero motociclismo. Quello reale è Toprak Razgatlioglu che dice a Jonathan Rea: “senza di te non sarei diventato il pilota che sono”, è Marco Bezzecchi che va a stringere la mano a Marc Marquez per il bellissimo duello dei quali sono stati protagonisti, è Pecco Bagnaia che condanna i fischi. Quello vero è fatto di una passione unica, che porta i piloti a fare grandi sacrifici e a dare sempre il massimo, sino al punto di rischiare la propria vita, come è purtroppo successo di recente.

      Il vero motociclismo è Jorge Lorenzo che corre con una spalla rotta, Loris Capirossi che corre con una mano fratturata o Noriyuki Haga che non si arrende ad una clavicola scomposta, ed altri cento casi come questi, ai quali ho assistito di persona, perché questi sacrifici, queste incredibili imprese non le fanno solo i grandi campioni, ma anche chi corre nei trofei, nei campionati considerati “minori”, perché tutti i piloti gareggiano per il piacere di correre, per sfogare la loro immensa passione, per sfidare se stessi.

      Non credete a chi vi racconta storie diverse o a chi vuole solo alimentare dell’odio per il proprio personale interesse. Quello non è motociclismo."

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        #168
        Mi è venuto il diabete solo a leggere tutto sto buonismo

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          #169
          Originally posted by Fafnir View Post
          Mi è venuto il diabete solo a leggere tutto sto buonismo
          Normale, per te ci sono le pagelle di Zam.....

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            #170
            Originally posted by Starugo View Post
            Fonte :Moto.it
            Firmato da Carlo Baldi, il responsabile del settore Superbike, evidentemente non allineato come il suo collega Zam che pascola in Sky.......


            "Ci risiamo. Quando la MotoGP corre in Italia mi preparo ad assistere al solito indecoroso spettacolo di qualcuno che applaude quando un pilota cade o si ritira. La mamma dei cretini è sempre incinta, ma qui non si tratta solo di qualche stupido che festeggia un incidente, si tratta dello specchio di cosa sia diventato (per molti, ma per fortuna non per tutti) il motociclismo agonistico.

            Ho avuto la fortuna di avvicinarmi alle corse in pista nei primi anni 80, quelli di Marco Lucchinelli e Franco Uncini, ma anche di Barry Sheene, Kenny Roberts e tanti altri. A Monza dietro la rete metallica, alla variante Ascari o alla Parabolica, mi godevo quello spettacolo meraviglioso. Al mio fianco motociclisti e tifosi tedeschi, italiani, inglesi. Ognuno sosteneva i propri idoli, che non erano per forza della loro stessa nazionalità. Io tifavo Lucky, ma ero affascinato dal marziano Roberts e dal ribelle Barry. Non erano italiani? E allora? Stiamo parlando di piloti, di persone speciali. Cosa importa la nazionalità? Ma al di là dell’inutile nazionalismo fuori luogo, come è possibile che qualcuno ora applauda e festeggi una caduta o un ritiro?

            Tutto deriva da quello che accadde nel 2015. Senza stare a riepilogare quello che successe e senza addentrarmi nella diatriba di chi avesse torto o ragione tra Rossi e Marquez, è da quella triste vicenda che nel nostro sport è nato il tifo “contrario”, la teoria del complotto, Italia contro Spagna.

            Ma come è stato possibile questo imbarbarimento? Quando il motociclismo si è trasformato in una succursale del calcio più becero?

            Ovviamente quando c’è di mezzo Valentino Rossi la cassa di risonanza è mondiale e quanto è successo nel 2015 ha scatenato i media, che dopo la rivalità del 46 con Biaggi, e quelle meno “appetibili” con Gibernau e Stoner, avevano finalmente modo di sfruttare uno scontro acceso, qualcosa da “vendere” anche fuori settore, che poteva interessare una massa, che vive delle rivalità dai tempi di Coppi e Bartali.

            Il tutto a danno del motociclismo, che è stato snaturato. Dall’applaudire tutti i protagonisti di quello spettacolo incredibile che sono le corse in pista, siamo passati all’odio, al bruciare manichini raffiguranti “il nemico”, al festeggiare cadute e ritiri.

            Molti hanno fatto la loro fortuna su questa vicenda, tanto è vero che ancora se ne parla, anche se sono passati dieci anni ed uno dei due piloti coinvolti ha smesso di correre.

            L’odio è stato per anni fomentato ad arte, mentre nessuno ha mai difeso i valori del motociclismo. Nemmeno quello più famoso dei due “contendenti”, che si è sempre rifiutato di chiudere la vicenda e non ha mai condannato questi stupidi atti che nulla hanno a che fare con il nostro sport. Un vero peccato che Vale non abbia confermato fuori dalla pista, quello che ci ha invece regalato dentro la pista.

            I fischi ed i festeggiamenti proseguiranno ancora per qualche anno, per la gioia di chi non conosce cosa sia il vero motociclismo e quindi non può far altro che raccontare di litigi e polemiche, e di chi lo fa per raccogliere abbonamenti e like.

            Ma voi per favore non vi fate ingannare. Il nostro è uno sport unico e non è fatto di odio, bensì di una passione che non ha riscontro in nessun altro sport. Quello che qualcuno ci vuole “vendere” non è il vero motociclismo. Quello reale è Toprak Razgatlioglu che dice a Jonathan Rea: “senza di te non sarei diventato il pilota che sono”, è Marco Bezzecchi che va a stringere la mano a Marc Marquez per il bellissimo duello dei quali sono stati protagonisti, è Pecco Bagnaia che condanna i fischi. Quello vero è fatto di una passione unica, che porta i piloti a fare grandi sacrifici e a dare sempre il massimo, sino al punto di rischiare la propria vita, come è purtroppo successo di recente.

            Il vero motociclismo è Jorge Lorenzo che corre con una spalla rotta, Loris Capirossi che corre con una mano fratturata o Noriyuki Haga che non si arrende ad una clavicola scomposta, ed altri cento casi come questi, ai quali ho assistito di persona, perché questi sacrifici, queste incredibili imprese non le fanno solo i grandi campioni, ma anche chi corre nei trofei, nei campionati considerati “minori”, perché tutti i piloti gareggiano per il piacere di correre, per sfogare la loro immensa passione, per sfidare se stessi.

            Non credete a chi vi racconta storie diverse o a chi vuole solo alimentare dell’odio per il proprio personale interesse. Quello non è motociclismo."
            Grande articolo con buona pace di chi continua a giustificare le scimmie fischiatrici!

            Un solo appunto: Non è vero che questo schifo è nato nel 2015. Misano 2008, nella terra dove costruiscono le Ducati, una Ducati con il numero 1 sulla carena (non succedeva da 34 anni) cade e la tribuna intera esulta!

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              #171
              Difficile non condividere… forse un po’ troppo buonista e romantico nell’esposizione a parer mio, ma difficile non condividere.
              Preferisco esultare per le vittorie dei miei eroi piuttosto che per le disfatte degli altri, anche se chiaramente un sorrisino beffardo innegabile che spunta (dopo tutto, morte tua, vita mia).

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                #172
                Originally posted by Starugo View Post
                Fonte :Moto.it
                Firmato da Carlo Baldi, il responsabile del settore Superbike, evidentemente non allineato come il suo collega Zam che pascola in Sky.......


                "Ci risiamo. Quando la MotoGP corre in Italia mi preparo ad assistere al solito indecoroso spettacolo di qualcuno che applaude quando un pilota cade o si ritira. La mamma dei cretini è sempre incinta, ma qui non si tratta solo di qualche stupido che festeggia un incidente, si tratta dello specchio di cosa sia diventato (per molti, ma per fortuna non per tutti) il motociclismo agonistico.

                Ho avuto la fortuna di avvicinarmi alle corse in pista nei primi anni 80, quelli di Marco Lucchinelli e Franco Uncini, ma anche di Barry Sheene, Kenny Roberts e tanti altri. A Monza dietro la rete metallica, alla variante Ascari o alla Parabolica, mi godevo quello spettacolo meraviglioso. Al mio fianco motociclisti e tifosi tedeschi, italiani, inglesi. Ognuno sosteneva i propri idoli, che non erano per forza della loro stessa nazionalità. Io tifavo Lucky, ma ero affascinato dal marziano Roberts e dal ribelle Barry. Non erano italiani? E allora? Stiamo parlando di piloti, di persone speciali. Cosa importa la nazionalità? Ma al di là dell’inutile nazionalismo fuori luogo, come è possibile che qualcuno ora applauda e festeggi una caduta o un ritiro?

                Tutto deriva da quello che accadde nel 2015. Senza stare a riepilogare quello che successe e senza addentrarmi nella diatriba di chi avesse torto o ragione tra Rossi e Marquez, è da quella triste vicenda che nel nostro sport è nato il tifo “contrario”, la teoria del complotto, Italia contro Spagna.

                Ma come è stato possibile questo imbarbarimento? Quando il motociclismo si è trasformato in una succursale del calcio più becero?

                Ovviamente quando c’è di mezzo Valentino Rossi la cassa di risonanza è mondiale e quanto è successo nel 2015 ha scatenato i media, che dopo la rivalità del 46 con Biaggi, e quelle meno “appetibili” con Gibernau e Stoner, avevano finalmente modo di sfruttare uno scontro acceso, qualcosa da “vendere” anche fuori settore, che poteva interessare una massa, che vive delle rivalità dai tempi di Coppi e Bartali.

                Il tutto a danno del motociclismo, che è stato snaturato. Dall’applaudire tutti i protagonisti di quello spettacolo incredibile che sono le corse in pista, siamo passati all’odio, al bruciare manichini raffiguranti “il nemico”, al festeggiare cadute e ritiri.

                Molti hanno fatto la loro fortuna su questa vicenda, tanto è vero che ancora se ne parla, anche se sono passati dieci anni ed uno dei due piloti coinvolti ha smesso di correre.

                L’odio è stato per anni fomentato ad arte, mentre nessuno ha mai difeso i valori del motociclismo. Nemmeno quello più famoso dei due “contendenti”, che si è sempre rifiutato di chiudere la vicenda e non ha mai condannato questi stupidi atti che nulla hanno a che fare con il nostro sport. Un vero peccato che Vale non abbia confermato fuori dalla pista, quello che ci ha invece regalato dentro la pista.

                I fischi ed i festeggiamenti proseguiranno ancora per qualche anno, per la gioia di chi non conosce cosa sia il vero motociclismo e quindi non può far altro che raccontare di litigi e polemiche, e di chi lo fa per raccogliere abbonamenti e like.

                Ma voi per favore non vi fate ingannare. Il nostro è uno sport unico e non è fatto di odio, bensì di una passione che non ha riscontro in nessun altro sport. Quello che qualcuno ci vuole “vendere” non è il vero motociclismo. Quello reale è Toprak Razgatlioglu che dice a Jonathan Rea: “senza di te non sarei diventato il pilota che sono”, è Marco Bezzecchi che va a stringere la mano a Marc Marquez per il bellissimo duello dei quali sono stati protagonisti, è Pecco Bagnaia che condanna i fischi. Quello vero è fatto di una passione unica, che porta i piloti a fare grandi sacrifici e a dare sempre il massimo, sino al punto di rischiare la propria vita, come è purtroppo successo di recente.

                Il vero motociclismo è Jorge Lorenzo che corre con una spalla rotta, Loris Capirossi che corre con una mano fratturata o Noriyuki Haga che non si arrende ad una clavicola scomposta, ed altri cento casi come questi, ai quali ho assistito di persona, perché questi sacrifici, queste incredibili imprese non le fanno solo i grandi campioni, ma anche chi corre nei trofei, nei campionati considerati “minori”, perché tutti i piloti gareggiano per il piacere di correre, per sfogare la loro immensa passione, per sfidare se stessi.

                Non credete a chi vi racconta storie diverse o a chi vuole solo alimentare dell’odio per il proprio personale interesse. Quello non è motociclismo."
                un pippone colossale per tre idioti in mezzo a 40.000 spettatori....
                pure io mi sono avvicinato al motociclismo con Lucchinelli... ma evito pezzi idioti da libro cuore, contestabili poi ad ogni singola riga...

                sid

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                  #173
                  Originally posted by Sideman View Post

                  un pippone colossale per tre idioti in mezzo a 40.000 spettatori....
                  pure io mi sono avvicinato al motociclismo con Lucchinelli... ma evito pezzi idioti da libro cuore, contestabili poi ad ogni singola riga...

                  sid
                  Ancora con sta storia dei 3 idioti, appena è caduto si è sentito un disgustoso boato dappertutto.

                  Comment


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                    #174
                    Io lo scorso anno ero sotto il podio di Misano e vi assicuro che i fischi non sono arrivati da 3 idioti in mezzo al pubblico, ma tipo dal 50% della gente. Le riprese in TV hanno abbassato il volume ambientale… Ora se quest’anno era diverso non lo so, perché non c’ero, certo le telecamere hanno inquadrato solo 3 esagitati per una manciata di secondi. E francamente essendo stato sotto il podio a Misano, volendo riprendere l’articolo postato, non è che Bagnaia si sia impegnato più di tanto per fermare questi fischi. Giusto 2 secondi con il dito per dire di no. Meglio di niente, ma non è che c’era tutta questa convinzione in quel che ho visto. Vero pure che mi manca una diottria 😅

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                      #175
                      Originally posted by Sideman View Post

                      un pippone colossale per tre idioti in mezzo a 40.000 spettatori....
                      pure io mi sono avvicinato al motociclismo con Lucchinelli... ma evito pezzi idioti da libro cuore, contestabili poi ad ogni singola riga...

                      sid
                      Immagino sia indice di alta educazione e rispetto ,per chi lo ha scritto e per chi lo legge,definire "pezzi idioti da libro cuore" un articolo del genere.
                      E' indice di ignoranza assoluta,peraltro,definire idiota qualcosa attinente al libro Cuore.
                      Altri tempi ,altri valori.
                      In ogni caso, carlo Baldi e' stato uno dei pochi,se non l'unico,giornalista che ha fatto mea culpa sullo sfruttamento della vicenda 2015.
                      Amen,la ignore list credo non abbia limiti quindi a non rivederci.

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                        #176
                        Originally posted by Sideman View Post

                        un pippone colossale per tre idioti in mezzo a 40.000 spettatori....
                        pure io mi sono avvicinato al motociclismo con Lucchinelli... ma evito pezzi idioti da libro cuore, contestabili poi ad ogni singola riga...

                        sid
                        Non erano tre idioti, oppure erano i tre idioti che facevano il rumore di decine di persone. Erano solo i tre inquadrati, parliamo da una settimana di sti tre che hanno avuto solo la sfiga di essere beccati dalla regia. Il boato si è sentito bene
                        Last edited by Fafnir; Today, 10:49.

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                          #177
                          Originally posted by Fafnir View Post

                          Fin troppo pacato
                          Ha tenuto un contegno, cosa che trovo abbastanza normale. In compenso a fare una figura di merda, al pari degli altri che hanno esultato, é stata quell'altra diversamente intelligente con la coda e gli occhiali da sole.

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                          • Font Size
                            #178
                            La vera domanda è: è stato più antisportivo il fischio verso il 93 o il 93 con i suoi gesti nel 2015?

                            Hanno meno rispetto per i piloti questi 3 idioti o Marquez che ha usato gli altri piloti come sponda per fare le curve in diverse occasioni??

                            A mio avviso, i fischi, non sono comunque paragonabile all' antisportivitá del 93. Ognuno, alla fine, raccoglie ciò che semina.

                            Ci indigniamo tanto per questi..ma il 93 ha fatto peggio

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                            • Font Size
                              #179
                              Originally posted by Starugo View Post
                              Fonte :Moto.it
                              Firmato da Carlo Baldi, il responsabile del settore Superbike, evidentemente non allineato come il suo collega Zam che pascola in Sky.......


                              "Ci risiamo. Quando la MotoGP corre in Italia mi preparo ad assistere al solito indecoroso spettacolo di qualcuno che applaude quando un pilota cade o si ritira. La mamma dei cretini è sempre incinta, ma qui non si tratta solo di qualche stupido che festeggia un incidente, si tratta dello specchio di cosa sia diventato (per molti, ma per fortuna non per tutti) il motociclismo agonistico.

                              Ho avuto la fortuna di avvicinarmi alle corse in pista nei primi anni 80, quelli di Marco Lucchinelli e Franco Uncini, ma anche di Barry Sheene, Kenny Roberts e tanti altri. A Monza dietro la rete metallica, alla variante Ascari o alla Parabolica, mi godevo quello spettacolo meraviglioso. Al mio fianco motociclisti e tifosi tedeschi, italiani, inglesi. Ognuno sosteneva i propri idoli, che non erano per forza della loro stessa nazionalità. Io tifavo Lucky, ma ero affascinato dal marziano Roberts e dal ribelle Barry. Non erano italiani? E allora? Stiamo parlando di piloti, di persone speciali. Cosa importa la nazionalità? Ma al di là dell’inutile nazionalismo fuori luogo, come è possibile che qualcuno ora applauda e festeggi una caduta o un ritiro?

                              Tutto deriva da quello che accadde nel 2015. Senza stare a riepilogare quello che successe e senza addentrarmi nella diatriba di chi avesse torto o ragione tra Rossi e Marquez, è da quella triste vicenda che nel nostro sport è nato il tifo “contrario”, la teoria del complotto, Italia contro Spagna.

                              Ma come è stato possibile questo imbarbarimento? Quando il motociclismo si è trasformato in una succursale del calcio più becero?

                              Ovviamente quando c’è di mezzo Valentino Rossi la cassa di risonanza è mondiale e quanto è successo nel 2015 ha scatenato i media, che dopo la rivalità del 46 con Biaggi, e quelle meno “appetibili” con Gibernau e Stoner, avevano finalmente modo di sfruttare uno scontro acceso, qualcosa da “vendere” anche fuori settore, che poteva interessare una massa, che vive delle rivalità dai tempi di Coppi e Bartali.

                              Il tutto a danno del motociclismo, che è stato snaturato. Dall’applaudire tutti i protagonisti di quello spettacolo incredibile che sono le corse in pista, siamo passati all’odio, al bruciare manichini raffiguranti “il nemico”, al festeggiare cadute e ritiri.

                              Molti hanno fatto la loro fortuna su questa vicenda, tanto è vero che ancora se ne parla, anche se sono passati dieci anni ed uno dei due piloti coinvolti ha smesso di correre.

                              L’odio è stato per anni fomentato ad arte, mentre nessuno ha mai difeso i valori del motociclismo. Nemmeno quello più famoso dei due “contendenti”, che si è sempre rifiutato di chiudere la vicenda e non ha mai condannato questi stupidi atti che nulla hanno a che fare con il nostro sport. Un vero peccato che Vale non abbia confermato fuori dalla pista, quello che ci ha invece regalato dentro la pista.

                              I fischi ed i festeggiamenti proseguiranno ancora per qualche anno, per la gioia di chi non conosce cosa sia il vero motociclismo e quindi non può far altro che raccontare di litigi e polemiche, e di chi lo fa per raccogliere abbonamenti e like.

                              Ma voi per favore non vi fate ingannare. Il nostro è uno sport unico e non è fatto di odio, bensì di una passione che non ha riscontro in nessun altro sport. Quello che qualcuno ci vuole “vendere” non è il vero motociclismo. Quello reale è Toprak Razgatlioglu che dice a Jonathan Rea: “senza di te non sarei diventato il pilota che sono”, è Marco Bezzecchi che va a stringere la mano a Marc Marquez per il bellissimo duello dei quali sono stati protagonisti, è Pecco Bagnaia che condanna i fischi. Quello vero è fatto di una passione unica, che porta i piloti a fare grandi sacrifici e a dare sempre il massimo, sino al punto di rischiare la propria vita, come è purtroppo successo di recente.

                              Il vero motociclismo è Jorge Lorenzo che corre con una spalla rotta, Loris Capirossi che corre con una mano fratturata o Noriyuki Haga che non si arrende ad una clavicola scomposta, ed altri cento casi come questi, ai quali ho assistito di persona, perché questi sacrifici, queste incredibili imprese non le fanno solo i grandi campioni, ma anche chi corre nei trofei, nei campionati considerati “minori”, perché tutti i piloti gareggiano per il piacere di correre, per sfogare la loro immensa passione, per sfidare se stessi.

                              Non credete a chi vi racconta storie diverse o a chi vuole solo alimentare dell’odio per il proprio personale interesse. Quello non è motociclismo."
                              Parole sante. Ma, anche qui dentro con commenti sciocchi contro il pezzo qui sopra, i soliti perseverano.
                              Last edited by Robespierre; Today, 11:34.

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                                Originally posted by Durim View Post
                                ....Ognuno, alla fine, raccoglie ciò che semina.....
                                Penso il punto sia esattamente questo.
                                Tu lo pensi sui fischi a Marquez,altri lo pensano sul 2015.
                                ​Alla fine Rossi ha raccolto ciò che ha seminato.

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