"Ho sempre riconosciuto di non aver avuto un grande talento per la guida di una moto da bambino. C'erano molti altri bambini che erano molto più talentuosi di me, però non sapevano fare sacrifici. Ma per me non era un sacrificio, facevo ciò che amavo. I bambini della mia età decidevano di andare a una festa di compleanno e io decidevo di andare in moto per il weekend con mio padre, mio fratello e mia madre. Il talento da solo non serve a niente. Da piccolo volevo fare il meccanico come mio padre, poi ho scelto di correre come Marc. È diventato complicato quando non gareggiavamo più nello stesso campionato, i miei genitori hanno fatto grandi sacrifici.
Sono arrivato nel Motomondiale a 17 anni e a 18 ho vinto, al mio secondo anno. Ho sempre convissuto nell'ombra o nel riflesso di Marc, e lui sa bene tutto quello che ho passato. In Moto2, prima di salire in MotoGP, ho firmato con Petronas, ma la Yamaha non ha mai dato il via libera. Quindi quel contratto è durato cinque giorni. Non me l'hanno detto direttamente che il motivo erano i trascorsi di Valentino Rossi con mio fratello Marc. Ne ho pagato il prezzo anche se non è stata colpa mia. Ma quelle sono cose del passato.
Sono passato in MotoGP nel 2020 e sono rimasto con la Honda per tre anni. E nel 2022 non avevo una squadra per il 2023. Sono rimasto senza un posto in MotoGP. Volevo essere in un posto che mi aiutasse, in qualche modo, non a brillare, ma a fare ciò che credevo di poter fare. E, all'improvviso, si è aperta la porta per dove sono ora, alla Gresini e da un giorno all'altro ho firmato. Non ho guardato niente, senza nemmeno guardare lo stipendio, e, grazie a questo, sono dove sono ora, altrimenti ti sarei a casa. Volevo dimostrare a me stesso, perché ero stato 2 volte campione del mondo, che potevo fare bene anche in MotoGP. Finché sarò alla Gresini, con tutto il supporto che mi hanno dimostrato, non parlerò mai con altre squadre, anche se so che, e se continuerò così, l'anno prossimo qualcuno mi cercherà".
Fonte: podcast di Josep Pedrerol, "El Cafelito".
Sono arrivato nel Motomondiale a 17 anni e a 18 ho vinto, al mio secondo anno. Ho sempre convissuto nell'ombra o nel riflesso di Marc, e lui sa bene tutto quello che ho passato. In Moto2, prima di salire in MotoGP, ho firmato con Petronas, ma la Yamaha non ha mai dato il via libera. Quindi quel contratto è durato cinque giorni. Non me l'hanno detto direttamente che il motivo erano i trascorsi di Valentino Rossi con mio fratello Marc. Ne ho pagato il prezzo anche se non è stata colpa mia. Ma quelle sono cose del passato.
Sono passato in MotoGP nel 2020 e sono rimasto con la Honda per tre anni. E nel 2022 non avevo una squadra per il 2023. Sono rimasto senza un posto in MotoGP. Volevo essere in un posto che mi aiutasse, in qualche modo, non a brillare, ma a fare ciò che credevo di poter fare. E, all'improvviso, si è aperta la porta per dove sono ora, alla Gresini e da un giorno all'altro ho firmato. Non ho guardato niente, senza nemmeno guardare lo stipendio, e, grazie a questo, sono dove sono ora, altrimenti ti sarei a casa. Volevo dimostrare a me stesso, perché ero stato 2 volte campione del mondo, che potevo fare bene anche in MotoGP. Finché sarò alla Gresini, con tutto il supporto che mi hanno dimostrato, non parlerò mai con altre squadre, anche se so che, e se continuerò così, l'anno prossimo qualcuno mi cercherà".
Fonte: podcast di Josep Pedrerol, "El Cafelito".
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