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Dazi USA

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    #91
    Originally posted by Herr Homar View Post

    Esatto!
    Immaginavo
    Occhio che a lungo andare ti si "sbiella" il finestrino da quando ho smesso lo chiudo.
    ora vado di elettronica e produco vapore profumato

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      #92
      Originally posted by Zolla1 View Post
      Questo video l'avete visto?


      2.5 miliardi e 900 milioni


      Lo dicevo all'inizio della discussione...

      Ah, hanno minacciato di indagare Trump per insider trading...

      Sai le risate!

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        #93


        sospeso, merci che si accumulano nei magazzini dei porti, container fermi e altri che invece vengono caricati in fretta e furia, per cercare di scansare l’impatto dei dazi.

        L’offensiva di Donald Trump sul commercio mondiale ha già sprofondato nel caos anche i trasporti marittimi. E l’inattesa moratoria di 90 giorni – che riguarda solo una parte delle misure e comunque non la Cina – non solo ha portato scarso sollievo, ma per certi versi ha complicato ulteriormente la situazione.

        Il grado d’incertezza sul futuro è cresciuto ancora, tanto che per molte imprese è ormai quasi impossibile pianificare qualsiasi attività, a livello di produzione (e di investimenti) prima ancora che di riorganizzazione delle catene di rifornimento e più in generale di scambi con l’estero.

        1 I numeri


        Un dato per tutti, ad illustrare l’impatto dirompente delle politiche delle Casa Bianca: nei primi otto giorni di aprile – che includono il cosiddetto Liberation Day, mercoledì 2, ma non l’annuncio della moratoria, arrivato solo il 9 aprile in serata – gli ordini di spedizione marittima via container sono dimezzati a livello globale rispetto all’ultima settimana di marzo.

        Il crollo è stato del 49% per la precisione, secondo monitoraggi della società californiana Vizion, e addirittura del 67% se si restringe il focus alle merci dirette verso gli Stati Uniti (per quelle in uscita il calo è stato del 40%).

        Dopo la moratoria è probabile che ci sia stata una ripresa, per quanto non sulle rotte tra Usa e Cina: «Finché c’è l’opportunità di evitare dazi pesanti, gli spedizionieri vorranno muovere i carichi» che avevano fermato la settimana scorsa, osserva Lars Jensen, ceo della società di consulenza Vespucci Maritime. «Ma questo genera esattamente quel tipo di fluttuazioni che tendono a creare colli di bottiglia nelle supply chain».

        Qualcosa di simile era successo durante la pandemia da Covid, quando i lockdown non erano stati sincronizzati e la Cina si era rimessa in moto in ritardo rispetto ad altri Paesi.

        2 L’impatto


        Poiché la moratoria dura solo fino al 9 luglio – e poiché nessuno è in grado di prevedere che cosa farà Trump nel frattempo – è plausibile che molte imprese si sforzeranno di anticipare il più possibile le esportazioni e le importazioni, con il rischio di provocare congestioni in alcuni porti. Dopo di che il commercio internazionale potrebbe frenare in modo diffuso e generalizzato, replicando su scala globale il copione già messo in scena tra Usa e Cina: un’impennata degli scambi sull’attesa dei dazi, seguita da un crollo repentino al momento dell’entrata in vigore.

        A marzo le importazioni Usa di merci containerizzate sono ancora aumentate dell’11% su base annua, a 2,38 milioni di TEU (container da 20 piedi) secondo Descartes: volumi superati solo due volte in passato nello stesso mese e per circa un terzo costituiti da merci «made in China». Ma adesso cambia tutto.

        Le due maggiori economie mondiali hanno ormai completato le pratiche per un litigioso divorzio: dazi e controdazi sono saliti al punto da scoraggiare la maggior parte degli scambi. E in mancanza di una riconciliazione, sia pure minima, sarà necessaria un’imponente ridefinizione delle rotte di approvvigionamento, con impatti a catena che si faranno sentire ovunque nel mondo. A prescindere dall’eventuale sollievo dai dazi che Trump vorrà concedere a qualche Paese.

        Un rapporto mensile diffuso dalla National Retail Federation poche ore prima della moratoria prospettava un crollo di almeno il 20% delle importazioni via container nei porti Usa nella seconda metà dell’anno rispetto al 2024: l’inversione di rotta – dopo 19 mesi ininterrotti di crescita – era prevista per maggio, con volumi in discesa a 1,66 milioni di TEU (-20,5% su base annua).

        «In questo scenario di totale incertezza le nostre previsioni saranno soggette a significative revisioni nei prossimi mesi – avvertiva Ben Hackett, della Hackett Associates, che cura il rapporto per conto della NRF – Al momento pensiamo che le importazioni cominceranno a diminuire a maggio e che andranno a picco in modo drammatico per il resto dell’anno».

        L’impatto potrebbe essere ridotto, in caso di accordi con alcuni partner commerciali che si sono detti disponibili a trattare, tra cui l’Unione europea. Ma nessuno si illude che sia possibile tornare in tempi brevi allo “status quo ante”, tanto meno nelle relazioni Usa-Cina, i cui scambi bilaterali hanno un valore tutt’altro che trascurabile, intorno a 700 miliardi di dollari l’anno scorso.

        3 L’avvertimento del Wto


        La World Trade Organization (WTO), che a giorni pubblicherà il nuovo outlook, ha già avvertito che con l’escalation dei dazi si rischia una contrazione dell’1% del commercio globale: sarebbe una riduzione di quattro punti percentuali rispetto alle previsioni precedenti.

        Le compagnie di navigazione si stanno preparando a gestire i contraccolpi e, in attesa di riprogrammare i servizi di trasporto, hanno già cominciato a moltiplicare i “blank sailing”: in un rapporto del 7 aprile Drewry Research contava 198 cancellazioni di viaggi sono tra marzo e aprile sulle rotte che collegano l’Asia con il Nord America e l’Europa, un aumento del 47% rispetto allo stesso periodo del 2024 che attribuisce in gran parte proprio alla valanga di dazi. Oltre al segmento delle portacontainer, particolarmente vulnerabili appaiono non a caso le navi per il trasporto di automobili e quelle per il trasporto di gas liquefatto. Lo stop agli acquisti di Gnl Usa da parte della Cina sta mandando ulteriormente a picco i noli delle metaniere, che già erano deboli

        Quanto ai noli container, dopo la moratoria sono rimbalzati ed è probabile che si mantengano volatili. Ma in prospettiva (complice l’eccesso di capacità nel segmento) la traiettoria secondo molti analisti dovrebbe essere in discesa, quanto nel medio breve termine. «Ci si può aspettare che i noli rimangano più bassi che nel 2024 – afferma Niels Rasmussen, chief shipping analyst di BIMCO – Senza una crescita dei volumi (trasportati) e se le navi tornassero alle rotte normali nel Mar Rosso i livelli del 2019 potrebbero essere presto in vista».

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          #94
          che sega.
          QUa ogni occasione è buona per aumentare i prezzi (più o meno giustamente)

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            #95
            Originally posted by luciocabrio View Post
            che sega.
            QUa ogni occasione è buona per aumentare i prezzi (più o meno giustamente)
            Tra l'altro i dazi esistono da 'mo.

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              #96
              Leggo commenti interssanti, complimenti. Non me l'aspettavo da una manica di ex biaggisti

              Mano (che saluto) ha postato poco piu' su una sintesi accurata di quello che sta succedendo. Per chi come me si occupa di Supply Chain, principalmente dall'oriente, e' decisamente un periodo estremamente complicato e stressante.
              Stiamo assistendo alla piu' profonda manipolazione dei mercati (finanziari e non) della storia, e purtroppo credo che fino ai prossimi mid terms ci sia poco da fare...

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                #97
                In effetti questi dazi sono l'unica cosa che può ricombinare i mercati che erano staganti.
                Secondo me si soffrirà parecchio in questo breve periodo, ma l'europa tutta è in sofferenza negli ultimi anni.
                Mercato è tutto stagnante ma non solo automotive, anche il bianco (elettrodomestici e molti settori)

                Non si sta sbloccando niente e la condizione di "sopravvivenza" che stanno adottando le aziende porterebbe comunque alla loro morte.
                Quello che sta facendo Trump, secondo me, è doloroso ma necessario.

                Ci siamo affidati a paesi dove il prodotto costava meno e questo attuale è il logico conseguente prezzo da pagare.

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                  #98
                  Originally posted by filotto View Post

                  punti di vista
                  Esatto.
                  In questo topic si parla solo di punti di vista.

                  Null'altro.

                  Noi cittadini non possiamo fornire altro che punti di vista. Gestire una nazione penso sia molto più complesso che quelle 4 nozioni che abbiamo noi e di cui abbiamo una attendibilità molto scarsa a seconda, appunto, dei punti di vista.

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                    #99
                    Originally posted by panteranera View Post
                    Che dite , sono dazZi amari?
                    Direi proprio di sì!!!

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