Chi ha mai sentito parlare della sindrome del ritardo? TUTTI NOI GIOVANI ITALIANI !!!
Per i pochi comuni mortali che ignorano il significato di questa frase ci accingiamo per dovere di cronaca a darne una spiegazione.
La sindrome del ritardo non ? una malattia genetica che colpisce i giovani italiani, ma ? uno status che ci affligge da almeno un decennio; ci? avviene perch? la parola che fa la differenza nel mondo del lavoro ? ?PRECARIATO?, ossia INSTABILITA? ECONOMICA da cui ne scaturisce per causa di forza maggiore L?INSTABILITA? SOCIALE. Rispetto ai giovani del resto dell?Europa ci laureiamo tardi, abbandoniamo le nostre famiglie d?origine tardi, ci sposiamo tardi, in parole povere arriviamo tardi perch? siamo considerati una generazione low cost. Ci sentiamo tutti poveri, anche i pi? fortunati che guadagnano 1000 euro al mese pur essendo laureati o ricoprendo cariche di responsabilit?. Se dieci anni fa guadagnavi 2.000.000 di lire al mese, non ti lamentavi tanto, oggi a farti sentire mal pagato si aggiunge la mancanza di prospettiva di carriera, le ferie e malattia non pagate. Insomma con la generazione dei ?milleuristi e dei precari? non esiste pi? la classe del ceto medio. Di questo mondo ne fanno parte un po? tutti: stagisti, lavoratori a progetto, segretarie interinali, dipendenti call center, ricercatori e docenti universitari, single e mammoni. Non bisogna essere dotati di una fervida immaginazione per avere un quadro completo di cosa accade oggi nel bel paese, ragazzi tra i 18 e i 35 anni diplomati o laureati che lavorano con contratto co.co.pro,(pro stato) dividono un appartamento con almeno altri due coetanei. Si delinea cos? il profilo di tante persone che malgrado le difficolt? di sopravvivenza non rinunciano a godersi il bello della vita. Considerano la condizione di precario come uno stimolo a reagire per trovare nuove prospettive, ma ci si attrezza ad economizzare in maniera molto creativa. La nota positiva: lo spirito di sopravvivenza, l?arte di arrangiarsi che oggi non ? pi? solo prerogativa napoletana. Ora tocca ai politici italiani (mortadellari e soci che se ne sbattono del malcontento generale continuando a parlare di finanziaria di tagli alla spesa pubblica e di pensioni ecc.) affrontare la situazione per evitare che la generazione dei 1000 euro, ma soprattutto le generazioni 800, 600, 400 euro ecc. non restino tali a vita, perch? se cos? fosse verranno uccisi i nostri sogni e la nostra creativit?. La domanda nasce spontanea: ma tra mezzo secolo avremo l?et? per essere chiamati pensionati?
Beh! Dato che la situazione ? a dir poco tragica, ci attrezzeremo con piattino e fisarmonica.
Perlomeno potremo dire di aver guadagnato soldi inculando l?erario e anche questo potrebbe dare ?un senso alla vita?.
Per i pochi comuni mortali che ignorano il significato di questa frase ci accingiamo per dovere di cronaca a darne una spiegazione.
La sindrome del ritardo non ? una malattia genetica che colpisce i giovani italiani, ma ? uno status che ci affligge da almeno un decennio; ci? avviene perch? la parola che fa la differenza nel mondo del lavoro ? ?PRECARIATO?, ossia INSTABILITA? ECONOMICA da cui ne scaturisce per causa di forza maggiore L?INSTABILITA? SOCIALE. Rispetto ai giovani del resto dell?Europa ci laureiamo tardi, abbandoniamo le nostre famiglie d?origine tardi, ci sposiamo tardi, in parole povere arriviamo tardi perch? siamo considerati una generazione low cost. Ci sentiamo tutti poveri, anche i pi? fortunati che guadagnano 1000 euro al mese pur essendo laureati o ricoprendo cariche di responsabilit?. Se dieci anni fa guadagnavi 2.000.000 di lire al mese, non ti lamentavi tanto, oggi a farti sentire mal pagato si aggiunge la mancanza di prospettiva di carriera, le ferie e malattia non pagate. Insomma con la generazione dei ?milleuristi e dei precari? non esiste pi? la classe del ceto medio. Di questo mondo ne fanno parte un po? tutti: stagisti, lavoratori a progetto, segretarie interinali, dipendenti call center, ricercatori e docenti universitari, single e mammoni. Non bisogna essere dotati di una fervida immaginazione per avere un quadro completo di cosa accade oggi nel bel paese, ragazzi tra i 18 e i 35 anni diplomati o laureati che lavorano con contratto co.co.pro,(pro stato) dividono un appartamento con almeno altri due coetanei. Si delinea cos? il profilo di tante persone che malgrado le difficolt? di sopravvivenza non rinunciano a godersi il bello della vita. Considerano la condizione di precario come uno stimolo a reagire per trovare nuove prospettive, ma ci si attrezza ad economizzare in maniera molto creativa. La nota positiva: lo spirito di sopravvivenza, l?arte di arrangiarsi che oggi non ? pi? solo prerogativa napoletana. Ora tocca ai politici italiani (mortadellari e soci che se ne sbattono del malcontento generale continuando a parlare di finanziaria di tagli alla spesa pubblica e di pensioni ecc.) affrontare la situazione per evitare che la generazione dei 1000 euro, ma soprattutto le generazioni 800, 600, 400 euro ecc. non restino tali a vita, perch? se cos? fosse verranno uccisi i nostri sogni e la nostra creativit?. La domanda nasce spontanea: ma tra mezzo secolo avremo l?et? per essere chiamati pensionati?
Beh! Dato che la situazione ? a dir poco tragica, ci attrezzeremo con piattino e fisarmonica.
Perlomeno potremo dire di aver guadagnato soldi inculando l?erario e anche questo potrebbe dare ?un senso alla vita?.
Comment