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Ma è sempre meglio partecipare no?
c'? da dire che l? non poteva andare diversamente (cio?, correggo, sarebbe potuta andare diversamente, vedi CIna, che in realt? si ? trasformata in un mezzo mostro con le stelline sulla bandiera e un'ossatura ultracapitalista alle spalle...con lo Stato che sovvenziona le industrie del Nord spesso in perdita)
perch? appena hanno abbassato la guardia, e sono venuti fuori i limiti strutturali di un'economia pianificata (molto pi? COMPLESSA di una di mercato)....ecco che Reagan si ? fregiato di un titolo assolutamente non suo (colui che ha fatto crollare l'urss )
non so come sarebbe potuta finire (a 14 anni durante una seduta di gruppi di discussione comunista capii che parlare di Comunismo era decisamente anacronistico), sicuramente Stalin fu un pazzo sanguinario, ma il movimento iniziale non puntava di certo a quello...
non so come sarebbe potuta finire (a 14 anni durante una seduta di gruppi di discussione comunista capii che parlare di Comunismo era decisamente anacronistico), sicuramente Stalin fu un pazzo sanguinario, ma il movimento iniziale non puntava di certo a quello...
poco ma sicuro
ps: nelle somme occidentali riguardanti i morti sotto l'urss sono compresi anche quelli della guerra contro i tedeschi....cosa troppo spesso non sottolineata da un certo tipo di pubblicistica
aaaaaaaaaaaaaa nonno, io non so quanto ti sei informati e dove ti informi, ma se vuoi parlare di storia balcanica apri un topic, poi vediamo cosa sai e cosa ( e quanto ) non sai.
Non mi pare di aver parlato di Balcani ma in ogni caso non direi che l? ci fossero chiss? quali interessi economici. Che poi dopo la morte di Tito ci siano stati popoli che aspettavano la resa dei conti mi sembra evidente cos? come mi sembra evidente che ci sia stata una "pulizia etnica" che ha fatto un numero notevole di vittime.
Se poi qualcuno per contrastare gli americani vuol dirmi che la tigre Arkan era un giusto ..... posso solo dire di non essere d'accordo.
Non mi pare di aver parlato di Balcani ma in ogni caso non direi che l? ci fossero chiss? quali interessi economici. Che poi dopo la morte di Tito ci siano stati popoli che aspettavano la resa dei conti mi sembra evidente cos? come mi sembra evidente che ci sia stata una "pulizia etnica" che ha fatto un numero notevole di vittime.
Se poi qualcuno per contrastare gli americani vuol dirmi che la tigre Arkan era un giusto ..... posso solo dire di non essere d'accordo.
Nonno ti consiglio proprio di studiare maggiormente, e con attenzione, la storia.
Smembrare la Yugoslavia voleva dire: costruire le due pi? grosse basi americane in Europa ( Tuzla e Kosovo ).
Prendersi 2 stati sotto controllo della NATO ( Slovenia e Croazia ) quindi allontanarli dalla sfera Russa
Indebolire il potere di Milosevic per poi farlo crollare, e uccidere del tutto.
Inventarsi il tribunale dell'AJA per condannare solo chi fa comodo a loro ( i Croati non sono stati giudicati, ne i Bosniaci ne i Kosovari.
Non devi sparire, si sta discutendo.
A mio avviso dietro tutto questo ci sono gli interessi anche degli americani, dato che in Libia le sette sorelle del petrolio non ci sono.
E' chiaro che se in uno stato praticamente deserto l'unico che vende il petrolio ? il Gheddafi ci siano interessi economici...basta vedere cosa han fatto in Yugoslavia gli americani.
Sparisco perch? dovevo andare via, mica perch? mi voglio sottrarre alla discussione.
Cmq secondo me noi ancora non abbiamo certo la facolt? di poter dire chiaramente se ci sono americani, o integralisti dietro tutto questo.
Ieri sera ? stata interessante la prima parte di annozero dove raccontavano di come un ragazzo libico (o tunisino) abbia dato vose alle proteste che avvenivano nel maghreb semplicemnte grazie a facebook caricando video fatti con i telefonini e condividendoli in rete. Grazie anche a lui molte informazioni hanno rotto il muro della censura, in libia non ci sono giornalisti, forse ne arriveranno ora che ? possibile entrare in libia dall'egitto senza grossi problemi, ma finora il Rais ha ammutolito tutti.
Infine bello il discorso di ieri sui giovani drogati da al-qaeda che gli da allucinogeni, e sopraffina l'accusa che alla Libia hanno fatto il malocchio!!
LIBIA: UNA GUERRA DEL PETROLIO TRA ENI E BP ?
COMIDAD
Ci sono vari elementi che consiglierebbero di valutare con molta cautela le attuali "notizie" riguardanti la Libia. A differenza dell'Egitto, la Libia non ha masse di disperati urbani, in parte perch? il regime ha adottato un sistema paternalistico/assistenziale che evita gravi forme di miseria, ed in parte perch? mancano proprio le masse, dato che si sta parlando di un Paese spopolato, in cui anche la cifra ufficiale di quattro milioni di abitanti risulta da stime demografiche piuttosto gonfiate per ci? che concerne le zone desertiche. C'? anche da considerare che i milioni di manifestanti visti al Cairo si avvalevano della benevola neutralit? dell'esercito, mentre le poche migliaia (?) di pacifici manifestanti libici, secondo i media si sarebbero trovati addirittura sotto bombardamenti aerei e di razzi: un particolare che risulta alquanto irrealistico, e non perch? il regime non sarebbe capace di tanto, ma perch? solo una rivolta armata - molto bene armata - potrebbe reggere a lungo ad un tale tipo di trattamento.
Quindi, pi? che di una rivolta si tratterebbe di un golpe, e con tanto di agganci in settori del regime libico. "Dittatore" ? una di quelle parole in grado di mandare completamente in vacanza il senso critico dell'opinione pubblica "occidentale", ed ecco perch? la narrazione mediatica di una rivolta popolare spontanea, che per? si dimostra capace di occupare un'intera citt? come Bengasi, non ha suscitato sinora dubbi e perplessit?.
Durante il natale del 1989 i media ci narrarono una "rivolta" rumena contro il dittatore Ceausescu con ventimila morti, ma poi si rivel? tutto falso, ovviamente a distanza di mesi, quando la notizia aveva perso centralit?.
Un altro "dettaglio" di cui tenere conto riguarda il business del petrolio libico, un business di tale entit? da aver comportato mezzo secolo di guerra senza esclusione di colpi tra l'ENI da un parte e le multinazionali anglo-americane dall'altra, in particolare la BP. Persino il colpo di Stato di Gheddafi contro il re Idris, considerato un fantoccio dell'Italia, fu sicuramente favorito dalle multinazionali anglo-americane, anche se in pochi anni l'ENI recuper? in Libia il terreno perduto. Che l'attuale "rivolta" libica possa costituire un ennesimo capitolo di questa guerra del petrolio non ? un'ipotesi da scartare, poich? la notizia concreta di queste ore ? proprio che l'ENI sta rischiando di perdere la sua principale fonte di petrolio: la Libia, appunto.
Come ? stato gi? ricordato da alcuni in questi giorni, la Libia stessa ? un'invenzione del colonialismo italiano. Nel 1911 l'allora Presidente del Consiglio, il liberale Giolitti, dichiar? guerra all'Impero Ottomano per strappargli due province nordafricane, la Tripolitania e la Cirenaica, che furono riunite a forza sotto il nome di "Libia", un termine dalle suggestive reminiscenze imperiali romane. Il fomentare la tensione etnico-tribale tra le diverse popolazioni costitu? anche uno degli strumenti di dominio del colonialismo italiano, la cui spietata brutalit? ? stata ampiamente documentata.
Non si pu? quindi escludere che la rivalit? etnica sia ancora la leva con cui altre potenze coloniali oggi stiano cercando di destabilizzare il regime di Gheddafi, magari prospettando ai vari capi tribali la possibilit? di cogestire il business del petrolio con le multinazionali anglo-americane. In tal caso l'afganizzazione della Libia costituirebbe un esito molto probabile, e del resto ogni aggressione coloniale, ed ogni resistenza ad essa, implicano inevitabilmente anche fenomeni di guerra civile. La cosiddetta "superpotenza" statunitense ha sempre mostrato limiti molto evidenti, ma il suo vero e duraturo punto di forza ? dato dal costituire un punto di riferimento ed un alleato per i gruppi reazionari ed affaristici di tutto il mondo. In questo periodo i media tendono anche a sopravvalutare l'effetto della destabilizzazione libica sui flussi migratori verso l'Italia.
Le barche cariche di immigrati non costituiscono per? il canale principale del traffico della migrazione clandestina, in quanto rappresentano soltanto un atroce diversivo per distogliere l'attenzione dalle vere porte d'ingresso di questo traffico, che sono le banchine dei porti sotto il controllo militare statunitense. Nel porto di Napoli, ad esempio, la U.S. Navy controlla ormai pi? della met? delle banchine, gestite nel pi? assoluto segreto militare; tutto ci? per gentile concessione del governo D'Alema nel 1999. Gheddafi ha accettato di enfatizzare il suo ruolo di poliziotto anti-immigrazione perch? costituiva un modo per vantare pubblicamente benemerenze nei confronti dell'Italia e della Unione Europea, ma bisogna separare le esagerazioni della propaganda dalle effettive dimensioni di quel ruolo. Le basi militari americane, da sempre, non svolgono soltanto una funzione militare, ma soprattutto di controllo dei traffici illegali, a cominciare dal traffico di eroina dall'Afghanistan.
Un elemento fisso di disturbo della comunicazione di questi giorni ? costituito dal luogo comune della "amicizia", del rapporto personale condito di baciamano, fra Berlusconi e Gheddafi; perci? ? divenuto uno scontato oggetto di polemica il lungo silenzio tenuto dal governo italiano circa la repressione che starebbe avvenendo in Libia. In realt?, per tutto ci? che riguarda l'energia, ? l'ENI, e soltanto l'ENI, il detentore esclusivo e storico di ogni iniziativa della politica estera italiana. Anche i colossi UniCredit, Impregilo e Finmeccanica, per i loro affari in Libia, si sono agganciati alla cordata dell'ENI.
L'effettiva capacit? di Berlusconi di sostenere il suo presunto asse preferenziale con Gheddafi si ? potuta verificare a Bruxelles, quando il non-ministro degli Esteri Frattini si ? accodato supinamente ad una posizione di condanna verso il regime libico, ispirata per di pi? da un Paese in palese situazione di conflitto di interessi come la Gran Bretagna, che nella vicenda ha sposato ovviamente le tesi della sua multinazionale del petrolio, cio? la ex British Petroleum, oggi Beyond Petroleum. Frattini e lo stesso Berlusconi si sono poi fatti ripetitori delle notizie di agenzia circa le repressioni che avverrebbero in Libia, nonostante che le testimonianze degli Italiani sfollati non le confermino affatto.
Dalle "rivelazioni" di Wikileaks ? uscita l'immagine di un Berlusconi debole, nel ruolo passivo di yesman nei confronti degli Stati Uniti, pur di meritarsi pacche sulle spalle nei summit internazionali. Le mezze verit? rischiano per? di veicolare menzogne intere, e cio? l'idea che gli Stati Uniti si limitino ad approfittare della inconsistenza umana e politica di Berlusconi, mentre invece la chiave del colonialismo ? proprio quella di creare nei Paesi colonizzati delle leadership deboli ed iper-corrotte.
Il problema non riguarda solo la ricattabilit? di Berlusconi, ma i ricatti paralizzanti a cui vengono sottoposti i suoi avversari, sempre timidi ed esitanti nei momenti decisivi. Persino "Il Fatto Quotidiano" oggi fa finta di dimenticarsi di aver denunciato per tre anni che la vera stampella del governo Berlusconi ? stato in effetti il Presidente della Repubblica, e lo stesso quotidiano risulta ora allineato all'opera di santificazione mediatica di Napolitano, omettendo la storia dei suoi ambigui rapporti con gli USA gi? dall'epoca in cui militava nel Partito Comunista Italiano.
In questi decenni l'ENI ha usato la sua potenza finanziaria per imporre i propri affari ai governi di turno lasciando loro la vetrina mediatica, una vetrina di cui Berlusconi ha abusato pi? di tutti perch? costituiva l'unico modo per mascherare la sua pochezza. Ma la politica dell'ENI da tempo sta mostrando la corda, poich? risulta evidente che un governo fantoccio di servit? coloniale agli USA non soltanto non pu? difendere gli affari dell'ente in questi momenti di crisi acuta, ma addirittura costituisce un nemico in pi?.
Fonte: C.O.M.I.D.A.D.
Link: LIBIA: UNA GUERRA DEL PETROLIO TRA ENI E BP? - C.O.M.I.D.A.D.
24.02.2011
Bene, cos? oltre alla bosnia anche l'egitto e la libia saranno popolate da estremisti islamici.
Ringrazieremo poi quelli che hanno sostenuto i rivoltosi ?...
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