Leggete questo, senza prendere la ragione o il torto, a me sembra pi? goliardico ma a mio vedere dice giusto...
Circa 2,5 milioni di anni fa nell'Africa natia si verifica un deterioramento climatico segnato da un'espansione delle calotte polari e da fenomeni globali di inaridimento, che accelera la trasformazione gi? in atto della foresta in distesa arborata aperta e poi in savana. La documentazione fossile riflette tale cambiamento: le antilopi di prateria per esempio aumentano, mentre quelle che prediligono gli habitat chiusi diminuiscono.
A quel punto l'uomo ? costretto a cercarsi una fonte alimentare alternativa alla dieta di foresta. Trova un osso sulla sua strada, probabilmente il resto del pasto di qualche predatore. Abituato ad adoperare le mani, che utilizzava per frantumare i gusci con le pietre, rompe quell’osso come fosse una noce, ne estrae il midollo (una sostanza molliccia ricca di acidi grassi) e inizia a cibarsene. Poi assaggia i brandelli di carne che erano rimasti attaccati a quell’osso. Da quel momento scocca la scintilla evolutiva.
Un flusso di nutrienti mai visti prima ci inonda: aminoacidi per i muscoli, acidi grassi per il cervello, zinco per le difese immunitarie, vitamina B12 per il DNA e il sistema nervoso, ferro per il trasporto dell’ossigeno ai tessuti.
Gradualmente perdiamo ogni adattamento per l’alimentazione vegetariana e iniziamo la lunga via che ci ha portato fin qui. Contemporaneamente, data la scarsit? di zuccheri nella dieta, diventiamo insulino-resistenti, ma ? stato il prezzo da pagare per l'evoluzione della specie. Se non avessimo incontrato quell’osso, saremmo ancora appesi ai rami.
Il nutrirsi di carne ha fatto s? che i carnivori sviluppassero denti canini molto robusti, incurvati verso l’interno e appuntiti, per poter afferrare ed eventualmente uccidere la preda. L’uomo ha conservato sia i canini appuntiti per via dell’alimentazione carnea (mantenuta da oltre 2.5 milioni di anni a questa parte) che i molari piatti per masticare a lungo i vegetali.
Circa 2,5 milioni di anni fa nell'Africa natia si verifica un deterioramento climatico segnato da un'espansione delle calotte polari e da fenomeni globali di inaridimento, che accelera la trasformazione gi? in atto della foresta in distesa arborata aperta e poi in savana. La documentazione fossile riflette tale cambiamento: le antilopi di prateria per esempio aumentano, mentre quelle che prediligono gli habitat chiusi diminuiscono.
A quel punto l'uomo ? costretto a cercarsi una fonte alimentare alternativa alla dieta di foresta. Trova un osso sulla sua strada, probabilmente il resto del pasto di qualche predatore. Abituato ad adoperare le mani, che utilizzava per frantumare i gusci con le pietre, rompe quell’osso come fosse una noce, ne estrae il midollo (una sostanza molliccia ricca di acidi grassi) e inizia a cibarsene. Poi assaggia i brandelli di carne che erano rimasti attaccati a quell’osso. Da quel momento scocca la scintilla evolutiva.
Un flusso di nutrienti mai visti prima ci inonda: aminoacidi per i muscoli, acidi grassi per il cervello, zinco per le difese immunitarie, vitamina B12 per il DNA e il sistema nervoso, ferro per il trasporto dell’ossigeno ai tessuti.
Gradualmente perdiamo ogni adattamento per l’alimentazione vegetariana e iniziamo la lunga via che ci ha portato fin qui. Contemporaneamente, data la scarsit? di zuccheri nella dieta, diventiamo insulino-resistenti, ma ? stato il prezzo da pagare per l'evoluzione della specie. Se non avessimo incontrato quell’osso, saremmo ancora appesi ai rami.
Il nutrirsi di carne ha fatto s? che i carnivori sviluppassero denti canini molto robusti, incurvati verso l’interno e appuntiti, per poter afferrare ed eventualmente uccidere la preda. L’uomo ha conservato sia i canini appuntiti per via dell’alimentazione carnea (mantenuta da oltre 2.5 milioni di anni a questa parte) che i molari piatti per masticare a lungo i vegetali.
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