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"Charlie Hebdo", vignetta choc sui morti del terremoto in Italia

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    #31
    Originally posted by Larsen_EE View Post
    certo... e fare le lasagne con le solette al posto della pasta e i cadaveri come ragu' invece come li interpreti?
    Uguale

    Il destinatario non sono le vittime, anzi le vittime sono dipinte come il pasto x gli squali che mangeranno sulla morte e sulla tragedia per il proprio businnes

    L intercettazione telefonica post aquila che cosa recitava ?
    Imprenditori ( e politici annessi) che se la ridevano per gli affari che si prospettavano

    Poi fammi capire: ti lamenti della nomina di vasco errani come commissario, delle coop rosse ecc ecc e non riesci a collegare ?

    Vasco errani le coop rosse imprenditori ecc ecc "mangeranno" sulla tragedia e sulle vittime, che vengono appunto dipinte come piatti tipici ITALIANI...

    Mica ? difficile eh... I vignettisti ,secondo me ,questo messaggio vogliono inviare, in modo molto ficcante

    Ma ognuno poi la interpreta come preferisce
    Last edited by arabykola; 03-09-16, 11:32.

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      #32
      Io negativamente. Sempre.
      Vai a spiegare a chi ha perso mamma Papa figli ecc.
      Non penso che capiranno

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        #33
        Originally posted by arabykola View Post
        Uguale

        Il destinatario non sono le vittime, anzi le vittime sono dipinte come il pasto x gli squali che mangeranno sulla morte e sulla tragedia per il proprio businnes

        L intercettazione telefonica post aquila che cosa recitava ?
        Imprenditori ( e politici annessi) che se la ridevano per gli affari che si prospettavano

        Ma ognuno poi la interpreta come preferisce

        Con tutti i casini che c'hanno da loro.....potrebbero anche farsi i cazzi propri e lasciar stare tragedie cos? terribili.

        Che si fottano.

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          #34
          Originally posted by monikaf View Post
          Con tutti i casini che c'hanno da loro.....potrebbero anche farsi i cazzi propri e lasciar stare tragedie cos? terribili.

          Che si fottano.

          Tu ti sei fatto i kazzi tuoi per loro tragedie?

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            #35
            Assolutamente s?.

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              #36
              Non ricordo chi ma qualcuno ha espresso la mia opinione..
              ? un giornale che pubblica merda... da sempre.. ma finch? non ha toccato il nostro orticello era satira... ora ? cattivo gusto..

              Non importa se prende di mira religione, usanze o tragedie.. ? un giornale che campa sulla merda che crea scalpore...
              Bene o male purch? se ne parli..

              Personalmente anche la vignetta con la Trinit? cristiana in cui padre,figlio e spirito santo si inculano non mi pare granch?..
              Cosa vi aspettavate?
              #JESUISAMATRICIANA?

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                #37
                Ma non ? sufficiente ignorarli? Come si ignora chi ti fa il dito medio per strada......

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                  #38
                  Originally posted by Bulun View Post
                  Ma non ? sufficiente ignorarli? Come si ignora chi ti fa il dito medio per strada......
                  Hai ragione.....bisognerebbe fare cos?! Per? ti viene spontaneo dire: Che coglioni!

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                    #39
                    Originally posted by olivier View Post
                    Hai ragione.....bisognerebbe fare cos?! Per? ti viene spontaneo dire: Che coglioni!
                    Certo , in quanto coglioni lo erano prima e lo sono adesso , ma continuando a parlarne si fa il loro gioco , se invece li si iognora semplicemente chiuderanno e la faranno finita....

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                      #40
                      Che io sappia la pasta si potrebbe leggere anche come dolore in francese ma semplicemente ? una critica sul fatto che agli italiani vadano bene case che crollano coi terremoti ... la vignetta rimane banale in quanto generalizza non poco.
                      Last edited by AndreaRS250; 03-09-16, 16:42.

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                        #41
                        dover dare ragione ai mislim

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                          #42
                          Trovato in rete esprime bene che penso... scusate se ? un po lungo
                          "Chi scrive ha passato 9 anni della propria esistenza in una stanza di tre metri per tre, sotto una nube di fumo passivo, a scrivere per un noto programma TV satirico italiano in onda dal 1988.
                          Visto che oggi si e’ fatto un gran parlare di satira, ho deciso di fare uso privatistico di un mezzo pubblico e approfittare degli Stati Generali per dialogare con mia madre su Charlie Hebdo e la famosa vignetta.
                          Mamma: “QUELLA VIGNETTA FA SCHIFO!”
                          Io: Giusto. Fa veramente schifo. E sai perch?? Perche’ e’ la satira stessa a fare schifo.
                          Ti ricordi il pi? grande autore satirico italiano? No, non Maurizio Crozza. Dante Alighieri.
                          Ti ricordi, nell’Inferno, il trattamento riservato ai Simoniaci, incluso Papa Niccolo’ III, con il viso immerso nello sterco e il sedere all’aria? E Maometto? Altro che Charlie, Dante lo raffiguro’ aperto in due da un taglio verticale lungo tutto il corpo, con le interiora a penzoloni, a spruzzare sangue e nutrirsi tramite “il tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia“.
                          E gia’ che ci siamo, ricordi i grandi commediografi che la satira se la sono inventata, a cominciare da Aristofane? Non sto a raccontarti le zozzerie narrate ne “Le nuvole” perch? non finiremmo pi?, ma credimi: e’ dall’inizio dei tempi che, per sua natura, nelle opere satiriche troviamo incesti, atti di coprofagia, bestemmie, vilipendi di cadavere e tanti altri atti schifosi e schifosissimi.
                          Il fatto che la vignetta di Charlie Hebdo ti abbia fatto schifo ci dice quindi una cosa: che si trattava di vera satira.
                          Mamma: MA CROZZA A ME FA RIDERE! QUESTO SCHIFO NO!
                          Io: Giusto anche questo. E sai perch?? Perche’ Crozza non fa satira. Quando parla emiliano e dice che vuole smacchiare il giaguaro, Crozza sta facendo la parodia di Bersani. Capisci? Parodia, non satira. La parodia e’ fatta per far ridere, e’ la sua ragione sociale. La satira a volte fa ridere, a volte no. La sua ragione sociale e’ indurre una riflessione. E’, insomma, una cosa diversa.
                          Al pari di Crozza, non fa satira neppure Fiorello o Ezio Greggio o Gene Gnocchi o uno a caso delle decine di comici che in anni recenti sono stati presentati come “comici satirici”. Se qualcuno li ha presentati come tali, e’ stato per effetto di un grande corto-circuito avvenuto in anni molto bizzarri, anni in cui anche uno come Enrico Bertolino – la cui battute hanno la stessa pericolosit? del Danette Danone – veniva messo all’indice.
                          Giudicare la satira con il metro del “quanto mi fa ridere” e’ come giudicare un editoriale di un quotidiano con il metro del “quanto le natiche dell’editorialista sono sode”: non c’entra nulla.
                          Se tu preferisci farti una bella risata, e quindi alla satira preferisci la parodia, lo sberleffo, la faccetta, il doppio-senso, il cabaret tutto ci? e’ assolutamente normale: la satira e’ una nicchia che pi? nicchia non si pu?. Lo sa benissimo il conto in banca di chi la fa: infatti generalmente dopo un po’ la abbandona e passa a fare altro (Benigni, Grillo).
                          MA NON SI PUO’ FARE SATIRA SUI MORTI!
                          Piano un momento.
                          La satira, abbiamo visto, ha a che fare con lo schifo. Deve, per sua natura, suscitare una reazione forte, di pancia. Deve shoccare, nauseare. E come fa la satira a ottenere questo effetto? Attraverso la rappresentazione di immagini e simboli che una certa societ?, in un certo momento storico, ritiene sacri (altrimenti non ci sarebbe la reazione) che vengono usati, dal satirico, come mezzi per dire qualcosa su quella stessa societ?.
                          Se in una societa’ a essere considerato Sacro e’ il Clero, ecco che la rappresentazione del satirico avr? a che fare con i Papi (Dante Alighieri). Se Sacra e’ l’immagine del profeta, ecco le vignette a carattere religioso.
                          Da noi, che di sacro abbiamo pochissimo, la satira spesso si serve di bare e altre disgrazie. Attenzione pero’: l’obiettivo della satira, come detto, non sono certo le rappresentazioni.
                          Se si mostra Maometto su una nuvola che rivolto verso il basso dice “Insomma, basta! Abbiamo finito le vergini!” l’obiettivo non e’ certo lui e tantomeno l’Islam, quanto i kamikaze e la loro folle cultura.
                          Allo stesso modo, mostrando l’immagine delle bare di ritorno dall’Iraq o le macerie del Terremoto o…
                          I BAMBINI! L’ANNO SCORSO SE LA SONO PRESA CON I BAMBINI MORTI!!
                          …ecco, appunto, il bambino siriano morto in riva al mare. Ho visto che oggi le tue amiche lo hanno citato in lungo e in largo. Pero’ si sono dimenticate che quella vignetta non mostrava solo il bambino, ma – in lontananza – anche un cartellone di Ronald Mc Donald che pubblicizza l’Happy Meal.
                          Quella vignetta, in una sola immagine (che faceva “schifo” e si serviva di una rappresentazione “sacra”) mostrava il paradosso dei migranti che muoiono nel tentativo di raggiungere una Terra Promessa, dove la Terra Promessa altro non e’ che quel delirio di centri commerciali e fast-food, di sogni infranti e economie depresse, di pubblicita’ e consumismo sfrenato che e’ oggi l’Occidente – dove l’infanzia, per giunta, e’ ridotta a segmento di mercato da conquistare a suon di offerte tipo Happy Meal.
                          Se la vignetta sia riuscita o no e’ un altro discorso. Qui e’ bene che tu capisca che il senso non era ridere di un bambino morto, ma riflettere (di nuovo: riflettere e non ridere, perch? si tratta di satira) attraverso quella morsa allo stomaco sul dramma di milioni e milioni di persone che si trovano nella stessa situazione di quel bambino, per le quali il nostro Inferno appare loro come il Paradiso.
                          Quindi, secondo te, era pi? offensivo Charlie Hebdo, o i tanti giornali e giornalisti subdoli che hanno usato quella foto per fare click-baiting e avere pi? visite, in modo da guadagnare pi? soldi dalla pubblicit? incorporata nell’articolo (pubblicit?’, vedi, proprio come il Mc Donald della vignetta) ?
                          Allo stesso modo, la vignetta di oggi non vuole fare ridere delle persone schiacciate sotto le macerie. Vuole usare quell’immagine per far riflettere (di nuovo: riflettere, non ridere, e’ bene ripeterlo fino allo sfinimento) sul fatto che in tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell’Italia un terremoto di 6.2 non ti uccide.
                          E se in Italia ti uccide e’ perch?, a causa della mentalit? italiana – rappresentata con uno degli elementi pi? italiani di tutti, ovvero il cibo – da noi, come diceva Flaiano, tutto e’ grave eppure nulla viene affrontato seriamente, tanto meno la prevenzione sismica.
                          Quando ci offrono 80 euro in pi? in busta paga, o ieri 1000 euro in pi? per ogni bebe’, invece di mandarli a fare in culo e dir loro di occuparsi di cose serie – come la messa in sicurezza degli edifici – corriamo in massa a dargli il nostro voto.
                          Quando vediamo le immagini di terremotati di 20, 30 anni fa che ancora vivono nei container invece di indignarci cambiamo canale (e infatti nel famoso programma satirico di cui sopra quando ci si occupava di terremotati i servizi andavano in onda al sabato, quando l’ascolto non conta, perch? a metterli in settimana si andava incontro a terribili debacle in termini di audience).
                          Quando accadono tragedie come queste siamo pronti a mobilitarci e a dare prove di coraggio e solidariet? straordinarie, ma quando si passa all’ordinario torniamo quelli di sempre, una scrollatina di spalle, un “e che vuoi farci, siamo in Italia!” e continuiamo ad auto-assolverci, facendo finta di non vedere, facendo finta di non sapere, quando invece vediamo e sappiamo benissimo, si tratti di evasione fiscale o mafia o messa in sicurezza degli edifici…
                          Questo voleva dire Charlie Hebdo: che quei morti non sono morti di terremoto. Sono morti di Italia.
                          NON ME NE FREGA NIENTE! QUELLA ROBA VA PROIBITA!
                          Di nuovo: che tu dica questo non solo e’ giusto ma e’ pure naturale: del resto volevano proibire anche Aristofane e Dante. Proprio perch? deve provocare reazioni forti, proprio perch? palpeggia la societa’ nei suoi elementi sacri, e’ doveroso che essa si ribelli alla satira e ne chieda la testa. La richiesta di censura, per la satira, e’ come il Viagra. Sono le risatine forzate, i sorrisini a favore di camera dei politici da Floris quando Crozza li imita ad ammosciare l’autore satirico: non certo la minaccia di censura, che e’ cio’ per cui il satirico vive e per cui – come si e’ visto il 7 gennaio 2015 – e’ disposto a morire.
                          Ed e’ qui l’importanza decisiva che la satira gioca in una societ?: come una cartina di tornasole, la satira ne misura la liberta’ di espressione – di cui ci beamo quanto ci rapportiamo a modelli di societ? alternative alla nostra – che altrimenti sarebbe impossibile da determinare. Come fare, infatti, a capire quanto una societ? sia libera se le opinioni espresse sono tutte, pi? o meno, aderenti all’ideologia ovvero rispettose del Sacro?
                          E’ proprio attraverso l’aggressione del Sacro che la satira si carica su di se’ il compito – ingrato, viste le denunce, i licenziamenti, e da qualche anno pure gli attentati terroristici – di testare quotidianamente il valore fondante di ogni democrazia.
                          “Darei la vita per difendere la tua liberta’ di espressione, ma ti staccherei la testa per le idiozie che stai dicendo” diceva Voltaire (pi? o meno). La satira mette la societ? davanti a una sfida costante, ci obbliga ogni giorno a confrontarci con noi stessi, divide i fautori della societ? aperta da quelli della societ? chiusa, ci aiuta a capire chi dobbiamo eliminare dagli amici di Facebook.
                          Se una societa’ ha la forza di sopravvivere al disgusto provocato dalla satira, allora e’ una societ? libera. Ed e’ per quello che, un anno e mezzo fa, si gridava Je Suis Charlie. Non certo perch? eravamo tutti diventati fans di una rivista che esiste da decenni ed era pure in crisi di vendite.
                          Ma perch? e’ grazie anche a quella rivista se noi oggi possiamo definirci liberi. Chiss? ancora per quanto."

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                            #43
                            Originally posted by bandit77 View Post
                            Trovato in rete esprime bene che penso... scusate se ? un po lungo
                            "Chi scrive ha passato 9 anni della propria esistenza in una stanza di tre metri per tre, sotto una nube di fumo passivo, a scrivere per un noto programma TV satirico italiano in onda dal 1988.
                            Visto che oggi si e? fatto un gran parlare di satira, ho deciso di fare uso privatistico di un mezzo pubblico e approfittare degli Stati Generali per dialogare con mia madre su Charlie Hebdo e la famosa vignetta.
                            Mamma: ?QUELLA VIGNETTA FA SCHIFO!?
                            Io: Giusto. Fa veramente schifo. E sai perch?? Perche? e? la satira stessa a fare schifo.
                            Ti ricordi il pi? grande autore satirico italiano? No, non Maurizio Crozza. Dante Alighieri.
                            Ti ricordi, nell?Inferno, il trattamento riservato ai Simoniaci, incluso Papa Niccolo? III, con il viso immerso nello sterco e il sedere all?aria? E Maometto? Altro che Charlie, Dante lo raffiguro? aperto in due da un taglio verticale lungo tutto il corpo, con le interiora a penzoloni, a spruzzare sangue e nutrirsi tramite ?il tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia?.
                            E gia? che ci siamo, ricordi i grandi commediografi che la satira se la sono inventata, a cominciare da Aristofane? Non sto a raccontarti le zozzerie narrate ne ?Le nuvole? perch? non finiremmo pi?, ma credimi: e? dall?inizio dei tempi che, per sua natura, nelle opere satiriche troviamo incesti, atti di coprofagia, bestemmie, vilipendi di cadavere e tanti altri atti schifosi e schifosissimi.
                            Il fatto che la vignetta di Charlie Hebdo ti abbia fatto schifo ci dice quindi una cosa: che si trattava di vera satira.
                            Mamma: MA CROZZA A ME FA RIDERE! QUESTO SCHIFO NO!
                            Io: Giusto anche questo. E sai perch?? Perche? Crozza non fa satira. Quando parla emiliano e dice che vuole smacchiare il giaguaro, Crozza sta facendo la parodia di Bersani. Capisci? Parodia, non satira. La parodia e? fatta per far ridere, e? la sua ragione sociale. La satira a volte fa ridere, a volte no. La sua ragione sociale e? indurre una riflessione. E?, insomma, una cosa diversa.
                            Al pari di Crozza, non fa satira neppure Fiorello o Ezio Greggio o Gene Gnocchi o uno a caso delle decine di comici che in anni recenti sono stati presentati come ?comici satirici?. Se qualcuno li ha presentati come tali, e? stato per effetto di un grande corto-circuito avvenuto in anni molto bizzarri, anni in cui anche uno come Enrico Bertolino ? la cui battute hanno la stessa pericolosit? del Danette Danone ? veniva messo all?indice.
                            Giudicare la satira con il metro del ?quanto mi fa ridere? e? come giudicare un editoriale di un quotidiano con il metro del ?quanto le natiche dell?editorialista sono sode?: non c?entra nulla.
                            Se tu preferisci farti una bella risata, e quindi alla satira preferisci la parodia, lo sberleffo, la faccetta, il doppio-senso, il cabaret tutto ci? e? assolutamente normale: la satira e? una nicchia che pi? nicchia non si pu?. Lo sa benissimo il conto in banca di chi la fa: infatti generalmente dopo un po? la abbandona e passa a fare altro (Benigni, Grillo).
                            MA NON SI PUO? FARE SATIRA SUI MORTI!
                            Piano un momento.
                            La satira, abbiamo visto, ha a che fare con lo schifo. Deve, per sua natura, suscitare una reazione forte, di pancia. Deve shoccare, nauseare. E come fa la satira a ottenere questo effetto? Attraverso la rappresentazione di immagini e simboli che una certa societ?, in un certo momento storico, ritiene sacri (altrimenti non ci sarebbe la reazione) che vengono usati, dal satirico, come mezzi per dire qualcosa su quella stessa societ?.
                            Se in una societa? a essere considerato Sacro e? il Clero, ecco che la rappresentazione del satirico avr? a che fare con i Papi (Dante Alighieri). Se Sacra e? l?immagine del profeta, ecco le vignette a carattere religioso.
                            Da noi, che di sacro abbiamo pochissimo, la satira spesso si serve di bare e altre disgrazie. Attenzione pero?: l?obiettivo della satira, come detto, non sono certo le rappresentazioni.
                            Se si mostra Maometto su una nuvola che rivolto verso il basso dice ?Insomma, basta! Abbiamo finito le vergini!? l?obiettivo non e? certo lui e tantomeno l?Islam, quanto i kamikaze e la loro folle cultura.
                            Allo stesso modo, mostrando l?immagine delle bare di ritorno dall?Iraq o le macerie del Terremoto o?
                            I BAMBINI! L?ANNO SCORSO SE LA SONO PRESA CON I BAMBINI MORTI!!
                            ?ecco, appunto, il bambino siriano morto in riva al mare. Ho visto che oggi le tue amiche lo hanno citato in lungo e in largo. Pero? si sono dimenticate che quella vignetta non mostrava solo il bambino, ma ? in lontananza ? anche un cartellone di Ronald Mc Donald che pubblicizza l?Happy Meal.
                            Quella vignetta, in una sola immagine (che faceva ?schifo? e si serviva di una rappresentazione ?sacra?) mostrava il paradosso dei migranti che muoiono nel tentativo di raggiungere una Terra Promessa, dove la Terra Promessa altro non e? che quel delirio di centri commerciali e fast-food, di sogni infranti e economie depresse, di pubblicita? e consumismo sfrenato che e? oggi l?Occidente ? dove l?infanzia, per giunta, e? ridotta a segmento di mercato da conquistare a suon di offerte tipo Happy Meal.
                            Se la vignetta sia riuscita o no e? un altro discorso. Qui e? bene che tu capisca che il senso non era ridere di un bambino morto, ma riflettere (di nuovo: riflettere e non ridere, perch? si tratta di satira) attraverso quella morsa allo stomaco sul dramma di milioni e milioni di persone che si trovano nella stessa situazione di quel bambino, per le quali il nostro Inferno appare loro come il Paradiso.
                            Quindi, secondo te, era pi? offensivo Charlie Hebdo, o i tanti giornali e giornalisti subdoli che hanno usato quella foto per fare click-baiting e avere pi? visite, in modo da guadagnare pi? soldi dalla pubblicit? incorporata nell?articolo (pubblicit??, vedi, proprio come il Mc Donald della vignetta) ?
                            Allo stesso modo, la vignetta di oggi non vuole fare ridere delle persone schiacciate sotto le macerie. Vuole usare quell?immagine per far riflettere (di nuovo: riflettere, non ridere, e? bene ripeterlo fino allo sfinimento) sul fatto che in tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell?Italia un terremoto di 6.2 non ti uccide.
                            E se in Italia ti uccide e? perch?, a causa della mentalit? italiana ? rappresentata con uno degli elementi pi? italiani di tutti, ovvero il cibo ? da noi, come diceva Flaiano, tutto e? grave eppure nulla viene affrontato seriamente, tanto meno la prevenzione sismica.
                            Quando ci offrono 80 euro in pi? in busta paga, o ieri 1000 euro in pi? per ogni bebe?, invece di mandarli a fare in culo e dir loro di occuparsi di cose serie ? come la messa in sicurezza degli edifici ? corriamo in massa a dargli il nostro voto.
                            Quando vediamo le immagini di terremotati di 20, 30 anni fa che ancora vivono nei container invece di indignarci cambiamo canale (e infatti nel famoso programma satirico di cui sopra quando ci si occupava di terremotati i servizi andavano in onda al sabato, quando l?ascolto non conta, perch? a metterli in settimana si andava incontro a terribili debacle in termini di audience).
                            Quando accadono tragedie come queste siamo pronti a mobilitarci e a dare prove di coraggio e solidariet? straordinarie, ma quando si passa all?ordinario torniamo quelli di sempre, una scrollatina di spalle, un ?e che vuoi farci, siamo in Italia!? e continuiamo ad auto-assolverci, facendo finta di non vedere, facendo finta di non sapere, quando invece vediamo e sappiamo benissimo, si tratti di evasione fiscale o mafia o messa in sicurezza degli edifici?
                            Questo voleva dire Charlie Hebdo: che quei morti non sono morti di terremoto. Sono morti di Italia.
                            NON ME NE FREGA NIENTE! QUELLA ROBA VA PROIBITA!
                            Di nuovo: che tu dica questo non solo e? giusto ma e? pure naturale: del resto volevano proibire anche Aristofane e Dante. Proprio perch? deve provocare reazioni forti, proprio perch? palpeggia la societa? nei suoi elementi sacri, e? doveroso che essa si ribelli alla satira e ne chieda la testa. La richiesta di censura, per la satira, e? come il Viagra. Sono le risatine forzate, i sorrisini a favore di camera dei politici da Floris quando Crozza li imita ad ammosciare l?autore satirico: non certo la minaccia di censura, che e? cio? per cui il satirico vive e per cui ? come si e? visto il 7 gennaio 2015 ? e? disposto a morire.
                            Ed e? qui l?importanza decisiva che la satira gioca in una societ?: come una cartina di tornasole, la satira ne misura la liberta? di espressione ? di cui ci beamo quanto ci rapportiamo a modelli di societ? alternative alla nostra ? che altrimenti sarebbe impossibile da determinare. Come fare, infatti, a capire quanto una societ? sia libera se le opinioni espresse sono tutte, pi? o meno, aderenti all?ideologia ovvero rispettose del Sacro?
                            E? proprio attraverso l?aggressione del Sacro che la satira si carica su di se? il compito ? ingrato, viste le denunce, i licenziamenti, e da qualche anno pure gli attentati terroristici ? di testare quotidianamente il valore fondante di ogni democrazia.
                            ?Darei la vita per difendere la tua liberta? di espressione, ma ti staccherei la testa per le idiozie che stai dicendo? diceva Voltaire (pi? o meno). La satira mette la societ? davanti a una sfida costante, ci obbliga ogni giorno a confrontarci con noi stessi, divide i fautori della societ? aperta da quelli della societ? chiusa, ci aiuta a capire chi dobbiamo eliminare dagli amici di Facebook.
                            Se una societa? ha la forza di sopravvivere al disgusto provocato dalla satira, allora e? una societ? libera. Ed e? per quello che, un anno e mezzo fa, si gridava Je Suis Charlie. Non certo perch? eravamo tutti diventati fans di una rivista che esiste da decenni ed era pure in crisi di vendite.
                            Ma perch? e? grazie anche a quella rivista se noi oggi possiamo definirci liberi. Chiss? ancora per quanto."
                            Non aggiungo altro ma sottolineo come l'apertura mentale sia uno dei doni pi? preziosi della nostra specie ma proprio poich? prezioso questo dono ? parecchio raro ed i tanti interventi finora postati lo sottolineano.
                            Chapeau[emoji6]

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                            Last edited by rna; 03-09-16, 18:50.

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                            • Font Size
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                              "La 1 regola della satira ? che non ci sono regole"

                              Dario Fo

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                                #45
                                Originally posted by bandit77 View Post
                                Trovato in rete esprime bene che penso... scusate se ? un po lungo


                                "In tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell?Italia un terremoto di 6.2 non ti uccide.
                                E se in Italia ti uccide e? perch?, a causa della mentalit? italiana"
                                Sicuramente scrive alcune cose condivisibili alternate, per me, a cagate pazzesche come quella che ho lasciato.

                                Ma ? cos? difficile capire che le case nei paesini storici costruiti in zone altamente sismiche sono e saranno sempre a rischio terremoto?
                                Non ? colpa della mentalit? Italiana. Non ? colpa della mafia. Non esiste soluzione....puoi fare ci? che vuoi ma se viene un terremoto serio una casa in pietra di centinaia di anni crolla.
                                Noi Italiani abbiamo molte colpe ma non prendiamoci come colpa il fatto di essere una delle poche nazioni in Europa a forte rischio sismico con la fortuna/sfortuna di avere un'infinit? di bellissimi edifici storici....

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