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Il giorno di Pasqua avevano pranzato in un ristorante giapponese a Savignano sul Rubicone, nel Cesenate, mangiando prevalentemente sushi. Al ritorno a casa, marito e moglie - che avevano mangiato insieme al figlio di 5 anni il quale non ha accusato problemi - hanno avvertito malori di stomaco. La donna, 33 anni, oltre ai sintomi analoghi a quelli dell'uomo ha iniziato a respirare male: portata in ospedale, ? entrata in coma ed ? morta dopo cinque giorni nel reparto Rianimazione del "Bufalini" di Cesena.
La procura ha iscritto nel registro degli indagati la titolare del Sushiko Japanese Restaurant di Savignano sul Rubicone. Sulla vicenda stanno lavorando i Carabinieri del Nas e gli inquirenti hanno disposto l'autopsia della donna, residente con la famiglia a Gatteo, in modo da fare luce sulle cause della morte della 33enne, che soffriva di una grave forma di asma. Sul momento la vittima riteneva di essere stata colta da un attacco respiratorio.
"La signora soffriva di asma, non si pu? escludere nulla - puntualizza l'avvocato reggiano Giulio Cesare Bonazzi, che difende il ristorante -. Per questo il pm, nella richiesta al perito, ha specificato anche di verificare che non siano stati commessi errori da parte dei sanitari che sono accorsi sul posto e hanno soccorso la donna". "In quel ristorante vengono serviti 400 pasti al giorno, figuratevi...", commenta il legale. "Questa ? una catena che opera un controllo maniacale sul pesce - continua l' avvocato -. Viene analizzato tutto in sede e poi, come si dice in gergo, immediatamente messo in 'abbattimento'".
da tgcom24
La procura ha iscritto nel registro degli indagati la titolare del Sushiko Japanese Restaurant di Savignano sul Rubicone. Sulla vicenda stanno lavorando i Carabinieri del Nas e gli inquirenti hanno disposto l'autopsia della donna, residente con la famiglia a Gatteo, in modo da fare luce sulle cause della morte della 33enne, che soffriva di una grave forma di asma. Sul momento la vittima riteneva di essere stata colta da un attacco respiratorio.
"La signora soffriva di asma, non si pu? escludere nulla - puntualizza l'avvocato reggiano Giulio Cesare Bonazzi, che difende il ristorante -. Per questo il pm, nella richiesta al perito, ha specificato anche di verificare che non siano stati commessi errori da parte dei sanitari che sono accorsi sul posto e hanno soccorso la donna". "In quel ristorante vengono serviti 400 pasti al giorno, figuratevi...", commenta il legale. "Questa ? una catena che opera un controllo maniacale sul pesce - continua l' avvocato -. Viene analizzato tutto in sede e poi, come si dice in gergo, immediatamente messo in 'abbattimento'".
da tgcom24
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