lele, non dico che abbia fatto male, o che apple non si comporti come qualsiasi altra multinazionale che sfrutta tutto cio' che puo' per ottenere un vantaggio... finche' e' legale, nessun problema.
il fatto e' che quando si parte con queste crociate, ci si scorda apparentemente di marchi e aziende che, se possibile, fanno anche di peggio... portandole anzi ad esempio in alcuni ambiti come "virtuosi esempi di imprenditoria etica ed innovatrice".
quanto al discorso "made in qualcosa" assegnato ad un prodotto che viene solo inscatolato in una determinata nazione, ma di fatto materialmente prodotto in un'altra, si, su questo ho da ridire e non poco.
e' una truffa o giu' di li.
nel caso di apple e' a fini fiscali, e ok... ma nel caso di tutti i marchi "made in italy" che di italiano spesso non hanno manco piu' la proprieta' aziendale?
specie nel tessile... made in italy voleva di che i tessuti erano prodotti in italia, il design fatto in italia, l'abito tagliato e cucito in italia.
oggi i tessuti arrivano dal sudamerica, india o dalla cina, il design e' inglese, la produzione e' cinese o indiana, pero' arrivano in italia "sfusi", li si impacchetta, e si puo' applicare la targhetta "made in italy".
targhetta una volta garanzia di qualita' ed esclusivita', oggi serve solo a far pagare 20€ un prodotto che ne vale 2...
e questa e' una legge europea... basta che una singola lavorazione venga fatta nel paese "finale", che eredita il "made in quel paese".
questo non solo non tutela i consumatori, ma non tutela manco i marchi, o i lavoratori.
formaggi made in italy fatti con latte tedesco o romeno... e poi qui tocca buttare ettolitri di latte perche' "ci sono le quote latte e ne facciamo troppo".
il fatto e' che quando si parte con queste crociate, ci si scorda apparentemente di marchi e aziende che, se possibile, fanno anche di peggio... portandole anzi ad esempio in alcuni ambiti come "virtuosi esempi di imprenditoria etica ed innovatrice".
quanto al discorso "made in qualcosa" assegnato ad un prodotto che viene solo inscatolato in una determinata nazione, ma di fatto materialmente prodotto in un'altra, si, su questo ho da ridire e non poco.
e' una truffa o giu' di li.
nel caso di apple e' a fini fiscali, e ok... ma nel caso di tutti i marchi "made in italy" che di italiano spesso non hanno manco piu' la proprieta' aziendale?
specie nel tessile... made in italy voleva di che i tessuti erano prodotti in italia, il design fatto in italia, l'abito tagliato e cucito in italia.
oggi i tessuti arrivano dal sudamerica, india o dalla cina, il design e' inglese, la produzione e' cinese o indiana, pero' arrivano in italia "sfusi", li si impacchetta, e si puo' applicare la targhetta "made in italy".
targhetta una volta garanzia di qualita' ed esclusivita', oggi serve solo a far pagare 20€ un prodotto che ne vale 2...
e questa e' una legge europea... basta che una singola lavorazione venga fatta nel paese "finale", che eredita il "made in quel paese".
questo non solo non tutela i consumatori, ma non tutela manco i marchi, o i lavoratori.
formaggi made in italy fatti con latte tedesco o romeno... e poi qui tocca buttare ettolitri di latte perche' "ci sono le quote latte e ne facciamo troppo".
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