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    #46
    Figurati se mi offendo

    Ma se tu dici che questi sono tutti provvedimenti volti a stanare e punire maggiormente chi evade , son tutto orecchi, non ? la prima volta che mi sbaglio e non sar? l ultima

    Per? spiegamelo bene eh
    Last edited by arabykola; 27-12-14, 16:42.

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      #47
      IlFattoQuotidiano.it

      Frode fiscale, cos? il colpo di spugna di Renzi salva B da condanna Mediaset
      Politica & Palazzo


      La norma infilata da Palazzo Chigi nel decreto di attuazione della delega fiscale permetter? a B., condannato a quattro anni e due di interdizione dai pubblici uffici nel processo per i diritti tv Mediaset, di chiedere al giudice di far decadere la sentenza perch? il reato si ? estinto
      Niente grazia, non serve. Questione di tempi e dettagli. Mettiamoli in fila: elezioni per il Quirinale alle porte, un provvedimento approvato alla vigilia di Natale, un articolo infilato in extremis, cinque righe di testo, e il patto del Nazareno si sublima: la riabilitazione di Silvio Berlusconi. Tecnicismi a parte ? questo il possibile risultato della norma infilata da Palazzo Chigi nel decreto di attuazione della delega fiscale approvato lo scorso 24 dicembre.

      Nei giorni scorsi il Fatto ha raccontato l?incredibile genesi di una modifica che non figurava nel testo uscito dal ministero dell?Economia (che l?aveva bocciata) e che ? all?ultimo giro di boa ? ? comparsa poco prima di entrare nel Consiglio dei Ministri: di fatto permetter? al fu Cavaliere di tornare in campo, libero, cancellando con un tratto di penna la condanna a 4 anni ? e due di interdizione dai pubblici uffici ? per frode fiscale nel processo per i diritti tv Mediaset. Quella che lo ha fatto decadere da Senatore per effetto della legge Severino. La norma ? l?articolo 19-bis. Questo stabilisce chiaramente che non si viene pi? puniti se Iva o imposte sui redditi evase ?non sono superiori al 3% rispettivamente dell?imposta sul valore aggiunto o dell?imponibile dichiarato?. In pratica non c?? nessun limite, ma solo una proporzione, sotto la quale il reato penale scompare: quella che in gergo tecnico si chiama ?soglia parametrata? e che ha fatto infuriare l?ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco e ? stando a quanto appurato dal Fatto ? preoccupa anche i vertici dell?Agenzia delle Entrate, a partire dalla neo direttrice Raffaella Orlandi, allieva di Visco. L?intervento avr? effetto non solo per il futuro, ma anche per i processi in corso e quelli ormai conclusi per effetto del ?favor rei?, per cui le disposizioni penali favorevoli valgono anche per il passato. Non solo, la norma ? stata scritta in modo da sanare non solo i reati di infedelt? fiscale, come l?evasione, ma anche la frode fiscale. Su un miliardo di reddito si pu? evadere o frodare il fisco fino a 30 milioni di euro.

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      E qui entra in gioco Berlusconi. L?altro contraente del patto del Nazareno (oltre Renzi, s?intende) ? stato condannato per aver evaso il fisco, negli anni 2002 e 2003, per circa 7 milioni di euro, attraverso ammortamenti gonfiati dei diritti televisivi acquistati. ? il residuo di una somma ben maggiore ? i pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro avevano calcolato in 368 milioni di dollari la cifra gonfiata ai fini dell?evasione fiscale ? via via erosa dai tempi della prescrizione. Stando alla sentenza, nel 2002 l?importo evaso ? di 4,9 milioni di euro su un reddito dichiarato di 397 milioni: l?1,2%. Sul 2003 si tratta invece di 2,4 su 312 milioni di euro: lo 0,7%. In entrambi gli anni la soglia del 3% non viene raggiunta. La percentuale ? ancora pi? bassa se calcolata sul reddito vero (e non dichiarato), che per entrambi gli anni ? superiore di qualche milione di euro. In questo modo il reato di frode non sussiste, e si paga solo la sanzione amministrativa. Cosa comporta? In gergo tecnico si chiama ?incidente di esecuzione?: vista l?estinzione del reato, il condannato fa richiesta al tribunale, e il giudice fa decadere la sentenza di condanna. E con essa, in questo caso, non solo i servizi sociali ? cui Berlusconi ? stato assegnato ? ma anche la pena accessoria, cio? l?interdizione (e quindi la decadenza da Senatore). ? gi? successo ad altri condannati illustri, grazie proprio alle riforme berlusconiane (come quella sul falso in bilancio). Se cos? fosse, l??agibilit? politica ? per l?ex Cavaliere auspicata ieri da una fedelissima di Arcore come Stefania Prestigiacomo (Fi) come primo atto del prossimo inquilino del Colle sarebbe invece un dato gi? acquisito: ?Serve un pacificatore?, ha spiegato. E invece ? arrivata una manina in extremis. A poche settimane dall?inizio del round che porter? all?elezione del prossimo Presidente della Repubblica, dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano non ? un dettaglio da poco. Tramontata definitivamente l?ipotesi di una convergenza con il M5S, i voti di Fi saranno decisivi per evitare una nuova empasse.

      La manina risolve molti problemi. Ed ? orfana. Come confermato da pi? fonti, e ieri dal sottosegretario all?Economia Enrico Zanetti (Sc), la norma ? stata infatti inserita all?ultimo da Palazzo Chigi dopo che il Tesoro l?aveva bocciata. E anche nella forma peggiore. Per intenderci: quella cassata dal Mef prevedeva l?applicazione solo per l?evasione, non per la frode. La modifica ? comunque passata al vaglio del dipartimento affari giuridici della Presidenza del Consiglio, guidato dalla renzianissima Antonella Manzione, ex capo dei vigili urbani di Firenze. Secondo Visco la norma ? un ?enorme regalo ai grandi evasori?. A cui si aggiunge anche la triplicazione delle soglie di punibilit? (da 50 a 150 mila euro) che ? secondo Il Sole 24 Ore ? ?far? saltare un processo su tre?. Zanetti ha auspicato una modifica (almeno per la frode). Tocca per? a Matteo Renzi disporla.

      da Il Fatto Quotidiano del 4 gennaio 2015

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        #48
        Frode fiscale: non pu? esserci un giallo sull?autore di una legge
        di Guido Scorza | 4 gennaio 2015


        Il fatto ? ormai noto, certo, incontestabile.

        Il 24 dicembre, il giorno della vigilia di Natale, nell?ultimo decreto legge datato 2014, uscito dal Consiglio dei Ministri del Premier Matteo Renzi, sono stati infilati una manciata di caratteri ? poche centinaia, spazi inclusi ? che ora minacciano di restituire all?ex Cavaliere Silvio Berlusconi, la libert? di tornare a candidarsi alla guida del Paese nonostante la condanna riportata, in via definitiva, non per essere passato con il rosso ma per aver evaso le tasse della Nazione che ha a lungo rappresentato, e che, naturalmente, vorrebbe tornare a rappresentare.

        renzi berlusconi ppChe un Governo di sinistra, riabiliti l?ex Premier di un governo di centrodestra ? per quel poco che ancora valgono destra e sinistra ? ?, ovviamente, una notizia che non pu? passare inosservata e che, giustamente, sta rimbalzando sulle prime pagine di tutti i giornali.

        Difficile, per non dire impossibile, sopire un dibattito ormai esploso ad ogni livello nell?ambito del quale stanno dicendo la loro giuristi insigni, commentatori politici, opinionisti, tuttologi e, ovviamente, complottisti e cospirazionisti.



        C?? per? un fatto nel fatto che non pu? essere lasciato passare inosservato o, semplicemente, essere oscurato dal merito della vicenda, dall?eccellenza dei personaggi che vi sono coinvolti, dal paradosso di una legge ingiusta che minaccia di travolgerne una giusta: in un Paese normale la mano di chi scrive una legge non pu? essere ignota come quella di un killer.

        L?aspetto pi? inquietante ? anche se, purtroppo, non anche quello che sorprende di pi? ? dell?intera vicenda ? che, a dieci giorni da quando qualcuno ? riuscito ad infilare nel testo di un decreto legge una manciata di caratteri di portata cos? tanto dirompente, il nome di questo qualcuno sia etichettato, sfortunatamente a ragione, da giornali e commentatori politici come un giallo.

        E? un fatto democraticamente insostenibile perch? mette a nudo l?intrinseca debolezza dei processi di governo della Repubblica e l?insicurezza del ponte di comando.

        Quello che si ? consumato il 24 dicembre ? un attentato alla Repubblica nella sua pi? alta espressione ovvero nell?esercizio del suo potere legislativo ? esattamente come se un attentatore si fosse intrufolato nella cabina di comando di un aeroplano e lo avesse dirottato, costringendo il pilota ad atterrare altrove e riuscendo poi a farla franca, a non essere catturato e neppure identificato.

        Stiamo dicendo che l?esercizio del potere legislativo che la Costituzione della Repubblica ? peraltro in via eccezionale ? riconosce all?Esecutivo ? hackerabile, per dirla in gergo informatico e che qualcuno pu? assumerne illegittimamente il controllo e piegarlo ad uso e consumo proprio o dei propri compagni di merende.

        In un contesto di questo genere, il merito della vicenda, dovrebbe passare in secondo piano. Qualcuno, questa volta, ha provato a restituire all?ex Cavaliere la libert? di candidarsi che leggi e giudici gli hanno giustamente negato.

        E la prossima volta? Quale potrebbe essere l?obiettivo degli attentatori della democrazia?

        E? per questo che il punto non ? che l?attentato sia stato ? forse ? sventato e, neppure, che il governo abbia chiarito, pi? o meno, la sua posizione in relazione all?assenza di qualsiasi intenzione di ?graziare? l?ex Cavaliere e il premier ha bloccato il decreto.

        Il punto ? che, ora, ? urgente che il governo racconti ? senza nessuna reticenza e senza neppure un istante di ulteriore ritardo ? cosa ? accaduto esattamente il 24 dicembre, chi ? riuscito a ?piegare? ad obiettivi anti-democratici il potere legislativo che, in via eccezionale, la Costituzione affida all?Esecutivo.

        Ed ? poi altrettanto urgente che i processi di produzione normativa siano radicalmente ristrutturati anche attraverso l?utilizzo dell?informatica, che le azioni di chi mette le mani sul testo di una legge siano tracciate, secondo per secondo, bit per bit e che, mai pi?, ci si possa ritrovare a domandarsi chi ? l?autore di una legge dello Stato.

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          #49
          ROMA, 4 gennaio 2015 - Roma, 4 gennaio 2015 - Sulla riforma del fisco scoppia un pesante 'caso politico' per una norma salva-Berlusconi, e subito il governo corre ai ripari bloccando tutto e Renzi parla al Tg5 assicurando: "Nessun inciucio, nessuna legge n? ad n? contra personam".

          LA NORMA - Tutta colpa di poche righe, il classico codicillo, il dettaglio in cui, come si suol dire, si potrebbe nascondere l'inghippo. La questione viene sollevata da alcuni quotidiani: se quel busillis dovesse passare cos? com'?, Silvio Berlusconi potrebbe tornare candidabile praticamente da subito, comunque dalla primavera.
          All'articolo 19-bis la norma (GUARDA IL PDF) contemplerebbe una soglia del 3% dell'evasione rispetto all'imponibile, al di sotto della quale il reato non sarebbe pi? punibile penalmente. In altre parole, Berlusconi potrebbe vedersi derubricato il tipo di pena a una semplice sanzione amministrativa. Ragion per cui decadrebbe la condanna che lo vede ai servizi sociali e, soprattutto, gli interdice la candidabilt?.

          Fin da subito il presidente del Consiglio fa sapere, in forma ufficiosa, due cose. La prima che non ritiene possibile che una sentenza passata in giudicato possa essere svuotata da una norma successiva. La seconda che lui, comunque, la norma in questione ? pronto a bloccarla, nel caso.

          PALAZZO CHIGI - Passa poco tempo e una nota ufficiosa di Palazzo Chigi annuncia il dietrofront. Prima per? si difende la natura e l'intendimento della riforma, senza risparmiare le parole. "I decreti delegati sul fisco segnano una rivoluzione nel rapporto tra fisco e cittadini, tra fisco e aziende.
          La logica che il Parlamento ha affidato al Governo ? molto chiara: recuperare pi? soldi dall'evasione, depenalizzando laddove possibile e contestualmente aumentando sanzioni e pene per i reati che rimangono tali", si puntualizza. "Oggi in Italia meno di cento persone su sessanta milioni scontano pene per reati tributari. Il che ? assurdo, se pensiamo alle stime, incredibili, dell'evasione nel nostro Paese. Si tratta dunque di cambiare in modo radicale. Questo ? l'obiettivo del Governo".

          "Con questo spirito il Governo ha votato nell'ultima seduta del Consiglio dei Ministri la prima lettura del decreto delegato che va in questa direzione", proseguono le fonti di Palazzo Chigi, "Lo ha fatto discutendo articolo per articolo, su tutti i punti in discussione, riducendo le pene rispetto alle proposte del presidente del consiglio dei ministri per un comprensibile problema di equilibrio del sistema sanzionatorio e aprendosi a una discussione vera, non formale, collegiale, durata pi? di un'ora".

          RENZI - Il premier "ha chiesto questa mattina agli uffici di non procedere - per il momento - alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato in Consiglio dei Ministri. La proposta torner? prima in Consiglio dei Ministri, poi alle Commissioni, quindi di nuovo in Consiglio per l'approvazione definitiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cio? entro marzo 2015", riferiscono fonti di Palazzo Chigi. "Di tutto abbiamo bisogno - sottolineano le stesse fonti - tranne che dell'ennesimo dibattito sul futuro di un cittadino, specie in un momento come questo dove qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici-giudiziari, anche alla luce del delicato momento istituzionale che il Paese si appresta a vivere".

          E al Tg5 Renzi spiega: "Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c'? problema: noi ci fermiamo, questa norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l'elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avr? completato il suo periodo a Cesano Boscone e dimostreremo che non c'? nessun inciucio strano".

          E ancora: "Tutte le volte che si parla di fisco ? naturale intrecciarsi con uno dei tanti processi a Berusconi. Noi non facciamo norme n? ad n? contra personam. Se si pensa che poi ci sia chiss? quale scambio, non c'? problemi: rimandiamo tutto a dopo le votazioni per il Quirinale e la fine dei servizi sociali di Berluscon a Cesano Boscone. I professionisti del retropensiero avranno modo di ricredersi".

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            #50
            Io a travaglio lo farei senatore a vita :gaen:



            Per dire quanto poco siamo prevenuti, ieri avevamo deciso di pubblicare per oggi su questa colonna un articolo intitolato: “Renzi ha ragione”, o “Bravo Renzi”, o ancora “Forza Matteo”. Non per i suoi virtuosismi sciistici sulle nevi di Courmayeur, gi? magnificati a dovere dall’agenzia Ansa-Stefani, ma per la battaglia contro l’assenteismo nel pubblico impiego, annunciata su twitter con i toni giusti, senza la petulanza offensiva di Brunetta, che prov? a far qualcosa ma rovin? tutto con le solite scalmane demagogiche.


            Poi ci ha chiamati un amico e ci ha messo una pulce nell’orecchio, a proposito del nostro titolone di ieri sulla denuncia del sottosegretario Zanetti riguardo al codicillo salva-evasori infilato da una manina di Palazzo Chigi (all’insaputa del ministero dell’Economia) nel decreto fiscale varato alla vigilia di Natale: “Ma lo sai perch? e per chi lo fanno?”.

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            Ma per il solito, per Berlusconi. Tenetevi forte, perch? questa ? strepitosa. Il Caimano ? stato condannato il 1? agosto 2013 a 4 anni per frode fiscale. Una sentenza che gli ? costata pochissimo sul piano penale (mezza giornata a settimana a Cesano Boscone per nove mesi e 10 milioni di euro da rifondere all’Agenzia delle Entrate), ma moltissimo da quello politico: 2 anni di interdizione dai pubblici uffici, 6 anni di ineleggibilit? e decadenza immediata da senatore in base alla legge Severino. Che cosa prevede la nuova legge penale tributaria, in base al codicillo-colpo di spugna (art. 19-bis)? Che i reati fiscali di evasione e frode sono depenalizzati se l’Iva o l’imposta sul reddito evasa non supera “il 3% rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato”. Una vastissima area di franchigia regalata a evasori e frodatori al riparo da procure e tribunali. Ora, B. ? stato condannato per aver frodato il fisco per 7,3 milioni: 4,9 sul bilancio Mediaset del 2002 e 2, 4 su quello del 2003. Tutto il resto della monumentale frode fiscale (368 milioni di dollari) con film comprati dalle major americane a prezzi gonfiati e rimbalzati su una serie di societ? offshore occultamente controllate da lui o da prestanome fra il 1995 e il ’98, si ? prescritto.

            Ma, alla mannaia del fattore-tempo, accelerata da varie leggi ad suam personam (falso in bilancio, condoni fiscali ed ex-Cirielli), sono scampati gli effetti fiscali “spalmati” sugli ammortamenti delle due annualit? contabili. Ora che Renzi, o chi per lui (a proposito: di chi ? la manina?), ha inventato il salvacondotto del 3%, la domanda ? semplice: quella frode residua ? sopra o sotto il nuovo tetto? La risposta, nell’era del Patto del Nazareno, ? scontata: sotto, e di parecchio. Il calcolo ? presto fatto. Negli anni 2002 e 2003 Mediaset dichiara un imponibile di 397 e di 312 milioni e B. ne froda 4, 9 e 2, 4. Che corrispondono all’ 1, 2 e allo 0, 7 %, ben al di sotto della soglia del 3% di non punibilit?. Ergo, in base alla retroattivit? delle norme penali pi? favorevoli (favor rei, art. 2 Codice penale), “nessuno pu? essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato; e, se vi ? stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”. Grazie a una legge fascista, la n. 4 / 1929, il favor rei in materia fiscale e finanziaria non valeva: ma il centrosinistra, con la norma fiscale n. 507 / 1999, la cancell? 15 anni fa.

            ? gi? accaduto a Romiti, De Benedetti e Passera, condannati definitivamente per falso in bilancio: nel 2003, dopo la controriforma berlusconiana che lo depenalizzava, chiesero un “incidente di esecuzione” alla Corte d’appello, che non pot? che revocare le loro condanne. Anche B. dunque potr? ottenere la cancellazione della sua, per una frode che non ? pi? reato. E, se evapora la condanna, spariscono anche decadenza, ineleggibilit? e interdizione. Cos? alle prossime elezioni potr? ricandidarsi, lindo come giglio di campo. Quando ce l’hanno raccontato, stentavamo a credere che Renzi potesse arrivare a tanto. Ma, come diceva Montanelli, di certi politici non si riesce mai a pensare abbastanza male.
            Last edited by arabykola; 04-01-15, 21:28.

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              #51
              Originally posted by giova3419 View Post
              Ara, senza offesa ma una grande dote (che hanno molte poche persone) ? l'umilt? che va a braccetto con l'apertura mentale, che implica il non pensare di avere sempre la verit? in tasca; di essere sempre nella ragione e gli altri nel torto ma provare a considerare, invece, che magari qualche aspetto ci sfugge, che la realt? non ? tutta e solo come noi crediamo o come noi la conosciamo.

              In altri termini, a volte bisognerebbe accettare di non parlare di ci? che non si conosce o di porre le questioni in termini meno netti e pi? dubitativi...poich? in molti tuoi interventi qui ho letto opinioni assolutamente semplicistiche e qualunquiste, proprie per lo pi? di chi non conosce la materia e riporta pari pari le notizie come sono state scritte, senza una propria posizione critica, ti sarei grato se mi confermassi che invece, conosci nel dettaglio le questioni e gli istituti quali l'abuso del diritto e simili (informazioni che al giorno d'oggi ? peraltro facile reperire googlando un p? )...

              O, pi? semplicemente, tornando ai dati di fatto senza addentrarci nel tecnico, considera che la tua esperienza in merito alla situazione di lavoratori ed imprenditori ? relativa alla tua esperienza lavorativa, che per la maggior parte (di sicuro non solo) ? riferita ad una zona tra le pi? industrializzate e benestanti d'Italia. Considera che da me (che comunque non ? una delle zone pi? depresse d'Italia; forse nel nord s? ma sicuramente nella media italiana) l'imprenditore che guadagna meno del dipendente ? piuttosto frequente, anzi, si fa fatica a trovare imprenditori non rovinati in alcuni settori...

              Lo stesso dicasi per le solite cose tipo i dipendenti che non evadono, ecc...

              Un caro saluto da un professionista che in questi giorni sta lavorando (con un bel problema di salute sul groppone, tra l'altro ma si sa che noi cose incomprensibili tipo ferie e malattia pagate non le abbiamo) e che molto probabilmente guadagna meno di te (e non sono una mosca bianca, eh, sono nella media della mia categoria nella mia zona; c'? qualcuno, pochi, che sta molto meggio ed altri, molti che stanno peggio... )

              Io l umilt? ce la metto

              Ce la vuoi mettere anche tu e spiegarmi cosa mi sfugge di tutto ci? ?

              Umilmente, sia chiaro

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                #52
                Il decreto legislativo fiscale di fine anno ? stato ritirato. Ma le problematiche si ripresenteranno. Utile quindi ragionare sulla ratio del provvedimento e sulle possibili conseguenze economiche e di reputazione per il Paese. La questione dell?abuso del diritto e le altre misure discutibili.
                di Vincenzo Visco (Fonte: lavoce.info)

                Il decreto sul penale tributario

                Il decreto legislativo sul diritto penale tributario ha suscitato forti polemiche, tanto che il Consiglio dei ministri sar? chiamato a una nuova deliberazione.
                Tuttavia, al di l? delle polemiche, sembra utile ragionare sulla ratio del provvedimento e sulle sue possibili conseguenze economiche. Secondo la teoria di base sull?evasione fiscale, l?entit? e la certezza delle pene rappresentano un importante, anzi irrinunciabile, elemento di deterrenza nei confronti dei potenziali evasori. Se la sanzione, anzich? solo pecuniaria, ? anche penale e detentiva, l?effetto di deterrenza ? ovviamente maggiore.

                Nella situazione italiana attuale la percezione del cittadino comune nei confronti della normativa penale tributaria non ? certo quella di un eccesso di severit?; i detenuti per evasione fiscale (se esistono) non sono certo tanti da contribuire all?affollamento delle carceri. Quindi, l?attesa del cittadino comune non appare certo a favore di una generale depenalizzazione. ? vero che in un Paese ad alto tasso di illegalit? fiscale bisogna evitare il rischio di ingolfare i tribunali con decine di migliaia di processi per evasione fiscale anche di modeste dimensioni, ma a questo fine ? sufficiente prevedere limiti di punibilit? adeguati e differenziati in base alla gravit? del comportamento.

                Comunque, ? evidente che in questa materia sarebbe auspicabile una certa severit? che, a rigor di logica, non dovrebbe essere inferiore a quella che si applica in altri Paesi.

                Depenalizzazione generalizzata

                Il decreto nella formulazione uscita dal Consiglio dei ministri prevede invece una generale depenalizzazione di tutti i reati tributari.

                La prima questione che viene affrontata ? quella del cosiddetto abuso del diritto, cio? dell?elusione fiscale, che viene totalmente depenalizzato (e a furor di popolo!). Se si guarda ai modelli degli economisti, in verit? non ? possibile riscontrare una differenza analitica tra evasione ed elusione fiscale: in ambedue i casi il contribuente evita di pagare le imposte dovute o violando direttamente la legge o schivandone sapientemente l?applicabilit?. La sostanza non cambia; e infatti, non a caso, l?elusione viene definita ?l?evasione dei ricchi?.

                Naturalmente da un punto di vista giuridico si pu? sostenere che l?evasione ? illegale e l?elusione no, ma questo ? proprio l?argomento utilizzato dalle grandi multinazionali di internet nelle audizioni presso il Congresso americano per giustificare il fatto di non pagare praticamente imposte: ?Noi facciamo quello che le leggi dei diversi paesi ci consentono?. Vi ? quindi una certa contraddizione tra la decisione di depenalizzare tali comportamenti e al tempo stesso sostenere gli sforzi dell?Ocse e del G20 per venire a capo dell?elusione fiscale internazionale.

                Le misure discutibili

                Ma al di l? dell?abuso del diritto che si esprime compiutamente nella eliminazione della ?falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie? come fattispecie di reato, vi sono numerose altre misure inquietanti nel decreto:

                1) Viene introdotto il limite di 1000 euro per la punibilit? del reato di dichiarazione fraudolenta mediante l?uso di fatture false o simili, come se da un punto di vista logico in una ipotesi del genere l?ammontare potesse avere una qualche rilevanza.

                2) Si depenalizzano tutte le operazioni di simulazione, interposizione di persona (giuridica) e frodi finanziarie, mediante uso di derivati, strumenti finanziari ibridi, eccetera, richiedendo a questo fine che esse abbiano dato luogo ?a flussi finanziari annotati nelle strutture contabili?. Cio? sempre. Si vanificano quindi gli effetti penali di molte operazioni poste in essere dalle banche negli anni passati.

                3) Si alzano le soglie di non punibilit? da 50 a150mila euro con finalit? deflattive dei processi, ma depenalizzando di fatto evasioni fino a 3-400mila euro di base imponibile, il che sembra eccessivo.

                4) Si stabilisce la non punibilit? della dichiarazione di costi non inerenti alla attivit? dell?impresa, e cio? della pratica molto diffusa di imputare come costi consumi personali o familiari del contribuente.

                5) Ci si dimentica di inserire tra i reati punibili l?ipotesi di omessa dichiarazione da parte dei sostituti di imposta.

                6) Si introduce una franchigia del 3 per cento del reddito dichiarato (e analogo limite per l?Iva) per la punibilit? di tutti i reati, vanificando l?intero sistema delle soglie di esclusione su cui ? costruito il decreto che cos? diventano inutili e di fatto variabili in base al reddito dei contribuenti (maggior reddito, maggiore possibilit? di evasione).

                7) Si elimina la possibilit? del raddoppio dei termini di accertamento per i casi di frode fiscale, con il rischio di una perdita di gettito immediata (e poi permanente) di molti miliardi in quanto verrebbero vanificati moltissimi accertamenti.

                In sostanza, sembra che il decreto faccia proprio un sentimento fortemente radicato in alcuni strati (minoritari, ma influenti) della opinione pubblica in base al quale l?evasione fiscale pu? anche essere perseguita, ma comunque non pu? essere considerata un reato, e non pu? essere equiparata ai comportamenti lesivi della propriet? privata (furto, rapina, eccetera): la vittima ? lo Stato, che diamine!

                Il rimpallo di responsabilit?

                Infine, ? inquietante il fatto che la responsabilit? delle modifiche al testo originario preparato da una Commissione presieduta da Franco Gallo, rimbalzi tra il Tesoro e Palazzo Chigi. Il ministero responsabile della formulazione del provvedimento e della sua presentazione al Consiglio dei ministri ? infatti quello dell?Economia e delle finanze (di concerto con la Giustizia). Se il testo uscito dal Consiglio dei ministri ? stato modificato, delle due l?una: o il ministro dell?Economia era d?accordo, o (ipotesi pi? grave) n? lui n? i suoi collaboratori si sono accorti che il testo era stato cambiato.

                In conclusione, speriamo che superato lo sconcerto attuale si possa tornare a una soluzione equilibrata. Infatti non va dimenticato che la reputazione del nostro paese e del nostro sistema economico all?estero non dipende soltanto dalla maggiore o minore flessibilit? del mercato del lavoro, ma anche, e soprattutto, dal grado di legalit? (o illegalit?) prevalente nel sistema: evasione fiscale, corruzione, bilanci falsi, malavita organizzata rappresentano handicap molto gravi per l?Italia. Dare l?impressione di allentare le misure di controllo anzich? inasprirle ? molto pericoloso.

                Vincenzo Visco ? Laureato in Giurisprudenza e specializzato in Economia a Berkeley e York, Vincenzo Visco ? professore ordinario di Scienza delle Finanze all?Universit? di Roma ?La Sapienza?, ha insegnato anche all?Universit? di Pisa e alla Luiss di Roma. Ministro delle finanze nel governo Ciampi (1993), Ministro delle Finanze nel Governo Prodi (1996) e nei governi D?Alema (1998 e 1999) . E? stato Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica nel Governo Amato (2000); E? stato anche viceministro dell?Economia con delega alle Finanze dal 2006 al 2008 (governo Prodi II).

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                  #53
                  Al di l? del gigantesco favore all'altro contraente del patto del Nazareno, la delega fiscale approvata dal governo garantisce la possibilit? di frodare l'erario per somme molto consistenti, grazie al meccanismo delle soglie percentuali. La Procura di Milano: "Effetto dirompente". Gallo: "Norma errata". Ricchiuti (Pd): "Pi? sei ricco, pi? puoi evadere"
                  Non ? solo il problema del salvataggio di Silvio Berlusconi. Il caso nato intorno alla possibile purificazione giudiziaria dell?ex premier dalla condanna definitiva per frode fiscale e successiva incandidabilit? ex legge Severino ha portato sulle prime pagine l?articolo 19bis della delega fiscale, una norma che di fatto sana la ?modica quantit?? di frode fiscale, in compagnia di un altro codicillo che fa la stessa cosa per le fatture false. E che magari, senza il clamore del ?Salva-Silvio? sarebbe passata inosservata, a beneficio di evasori e frodatori. Con ?un effetto dirompente? sui processi in corso per frode fiscale, false fatturazioni e altri reati, si legge in un documento interno della Procura di Milano, di cui scrive oggi La Stampa, confezionato negli uffici del procuratore Francesco Greco, capo del pool reati finanziari e gi? consulente governativo in materia. Il documento, peraltro, vergato tra il 29 e il 30 dicembre, offre l?ennesima conferma di come la norma ?salva-Berlusconi-ma non solo? sia spuntata a sopresa dopo il consiglio dei ministri del 24 dicembre. In Procura, infatti, era stato letto molto attentamente il testo inviato venti giorni prima, per un parere preventivo, da Franco Gallo, ex presidente della Corte costituzionale e presidente della Commissione del Tesoro che ha studiato l?intera delega fiscale.

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                  Non solo Gallo conferma di aver anche lui appreso del 19bis solo dopo il consiglio dei ministri natalizio, ma chiarisce: ?Quella norma la ritengo radicalmente errata, tenicamente e in termini di politica legislativa, perch? porta con se la soglia di una non punibilit? per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante artificio?, dice oggi al Corriere della Sera. ?E questo non ? accettabile, non solo perch? tocca Berlusconi. La frode di per s? richiede una punizione?. Una presa di posizione autorevole quanto lapalissiana. L?ormai famigerato 19 bis recita: ?Per i reati previsti dal presente decreto (che all?articolo 4 include la ?dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici?, il reato esatto per cui ? stato condannato il leader di Forza Italia,ndr), la punibilit? ? comunque esclusa quando l?importo delle imposte sui redditi evase non ? superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato o l?importo dell?imposta sul valore aggiunto evasa non ? superiore al tre per cento dell?imposta sul valore aggiunto dichiarata. Per tali fatti sono raddoppiate le sanzioni previste dal decreto legislativo n. 471 del 1997.?

                  Gallo, ex presidente Consulta: ?Norma errata, la frode richiede in s? una punizione?
                  Un provvedimento che il governo continua a difendere nell?ottica di allentare la morsa sui ?piccoli? furbi e concentrare gli sforzi sui ?bravi a evadere?. O almeno cos? la spiegava ieri, sempre sul Corriere, il portavoce del ministro dell?Economia Pier Carlo Padoan. Lo stesso presidente del consiglio non ha mai detto chiaramente di voler cambiare il 19bis, ma solo di volerne rinviare la discussione in Parlamento dopo l?elezione del nuovo presidente della Repubblica e dopo che Berlusconi avr? terminato di espiare la sua pena in quel di Cesano Boscone. Tanto che, secondo quanto riporta oggi Repubblica, il governo ? intenzionato a rimettere mano soltanto alle soglie, abbasandole dal 3 all?1,5-1,8%. Mentre al momento non pare aver successo l?idea, avanzata da pi? parti, di restituire la piena punibilit? a reati che vanno al di l? della semplice evasione, come appunto la frode fiscale e le false fatturazioni. Eppure contro la parziale depenalizzazione si era pronunciato tra gli altri, davanti alla Commissione Finanze della Camera, anche il comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo: ?Si stima opportuno confermare gli attuali presidi sanzionatori riguardanti l?utilizzo e l?emissione di fatture per operazioni inesistenti nonch? la dichiarazione fraudolenta?.

                  Del resto, la riforma del falso in bilancio, tanto per fare un esempio, ? stata approvata in consiglio dei ministri il 29 agosto, ma a oggi il relativo ddl langue in Parlamento (? attualmente in commissione giustizia al Senato). Anche in questo campo ? confermata la filosofia del governo Renzi di salvare i ?piccoli? falsificatori, con limiti diversi per piccole e grandi imprese. Stesso tema che si era posto con l?autoriciclaggio, poi approvato, con l?esclusione della punibilit? dei beni acquistati s? con profitti di un reato, ma per ?godimento personale?. Comprensibile l?intenzione di non ingolfare i tribunali, ma quando le soglie di non punibilit? sono espresse in termini percentuali e non assoluti, gli importi tollerati possono diventare altissimi, e crescono al crescere della ricchezza del contribuente, privato o impresa che sia. Lo dimostra proprio il caso di Berlusconi, condannato per una frode da 7 milioni di euro (quel che ? rimasto di una cifra assai pi? consistente per effetto della prescrizione): poca roba rispetto all?imponibile di Mediaset ma, come si suol dire, non certo bruscolini.

                  Delrio: ?Lo spirito del provvedimento non deve cambiare: vanno depenalizzati gli errori fiscali?
                  La questione si ? posta anche nel consiglio dei ministri incriminato, stando a quanto raconta oggi al Messaggero il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: ?Il tema ? stato dibattuto ampiamente. C?? chi parlava del 3 per cento, chi di una soglia economica di 150 mila euro, su questo ogni tecnico ha la sua teoria?. Delrio, braccio destro del premier a Palazzo Chigi, conferma la difesa della norma: ?Lo spirito del provvedimento non deve cambiare. Dobbiamo aumentare le pene sui casi pi? gravi, ma vanno depenalizzati gli errori fiscali che non costituiscono frode e che introducono un blocco nel rapporto tra fisco e cittadini. Il punto ? che se tutto ? penale poi si finisce che nulla ? penale?. Per la verit? la norma in questione alleggerisce il pugno proprio sulle frodi, non sui semplici errori.

                  Negli Stati Uniti, Paese indubbiamente attento alle esigenze delle imprese e alle libert? economiche, la soglia di punibilit? penale dell?evasione fiscale scatta per tutti sopra i 10mila dollari, mentre in Germania si va sul penale anche nascondendo all?erario un solo euro. ?Si legalizza un?area di illecito tributario immune, di crimine consentito?, afferma Lucrezia Ricchiuti, senatrice del Partito democratico e componente della commissione Finanze. ?E come se non bastasse, l?ambito non ? neppure uguale per tutti, ma cresce al crescere della ricchezza detenuta; in pratica la legge del Nazareno ci dice che pi? sei ricco e pi? puoi evadere. Un simile livello di sfregio alla dignit? delle persone oneste, neanche sotto il Berlusca triumfans si era mai visto?. Soprattutto in epoca di tagli, in un Paese in cui l?evasione fiscale sottrae alle casse pubbliche circa 180 miliardi di euro l?anno.

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                    #54
                    Il Senato si prepara all'ok definitivo sulla riforma che limita il ricorso alle manette. Il giudice dovr? motivare in modo pi? preciso la "attualit? del pericolo" prima di escludere misure alternative. Pignatone: "Molto difficile per i reati economici". Il giudice Morosini: "Giustizia di classe. E nessun beneficio su sovraffollamento"
                    Dentro i miserabili, i recidivi e i pregiudicati, fuori gli insospettabili, anche se fanno accordi con la mafia. Mentre il Senato si prepara ad approvare una riforma sulla misure cautelari personali che limita drasticamente il carcere per chi ? in attesa di giudizio, le polemiche sul testo non accennano a finire. Nata come ennesima svuota-carceri, la riforma rende infatti pi? complesso il lavoro dei giudici e non risolve il problema del sovraffollamento carcerario. Concepita per evitare l?eccesso di carcerazioni preventive, che oggi riguardano 23mila persone su un totale di 63mila detenuti, la nuova legge continuer? a mandare in galera ladruncoli e spacciatori e lascer? ? ancora una volta ? a piede libero i ?colletti bianchi?. La riforma ? arrivata a Palazzzo Madama, ma non ? ancora stata calendarizzata in Commissione giustizia.

                    Dopo l?Anm, il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e il Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, anche Piergiorgio Morosini, presidente della Commissione riforme del Csm, sentito da ilfattoquotidiano.it punta il dito contro il disegno di legge pronto per l?approvazione definitiva. Per il magistrato, gi? giudice a Palermo nel processo sulla Trattativa Stato-Mafia, la riforma ha il merito di muoversi ?in direzione ostinata e contraria? rispetto ai ?pacchetti sicurezza? approvati negli ultimi 15 anni, che ?hanno potenziato il ricorso al carcere, anche in attesa di giudizio, ogni volta che un delitto impressionava l?opinione pubblica?, ma lascia immutato ?un sistema da giustizia di classe che manda in carcere gli emarginati per reati di microcriminalit? e non colpisce quasi mai chi ? gravemente sospettato di manovre illegali nella pubblica amministrazione?. Una prova? La ?rilevante modifica? subita dal testo nel passaggio dal Senato alla Camera, che ha cancellato dai casi di custodia cautelare obbligatoria, nell?ambito dei reati di mafia e terrorismo, il reato di scambio politico-mafioso.

                    Morosini: ?Giustizia di classe che manda in carcere gli emarginati e non colpisce quasi mai chi ? gravemente sospettato di illegalit? nella pubblica amministrazione?
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                    Il succo della riforma, approvata in seconda lettura alla Camera con il voto contrario di Lega e FdI e l?astensione del Movimento 5 Stelle, ? la riduzione della custodia in carcere a extrema ratio da applicare solo in caso di pericoli concreti e ?attuali?, quando non ? possibile ricorrere a misure coercitive e interdittive sostitutive. Gli arresti domiciliari prima di tutto, e nei casi meno gravi il ritiro del passaporto, l?obbligo di firma, l?obbligo o il divieto di risiedere in una determinata localit?. Un punto, il riferimento all??attualit? del pericolo?, che ha suscitato l?allarme del Procuratore di Roma, Pignatone, che sentito dalla commissione Giustizia della Camera ha dichiarato: ?Se dobbiamo dare alla parola ?attuale?, calata nel testo di legge, il significato che ha nel vocabolario italiano? noi rischiamo di non poter mai pi? ricorrere alle misure cautelari al di fuori dei casi di flagranza o dell?immediata minima distanza temporale dei fatti?. Una difficolt? che secondo Pignatone ?si esalta per i reati dei colletti bianchi, della pubblica amministrazione e via elencando?.

                    Con la riforma anche la semplice richiesta della custodia cautelare in carcere diventa pi? complessa poich? il giudice ? costretto a un maggiore sforzo motivazionale: la sua richiesta dovr? contenere una ?autonoma valutazione? dell?esigenza di ricorrere al carcere e non si potr? ?appiattire? sulle motivazioni del pubblico ministero. ?Per andare in carcere non basteranno pi? alcuni automatismi, come l?essere gravemente sospettato di omicidio? spiega Morosini. ?Anche in quel caso, infatti, se il soggetto ? incensurato e non si dispone di chiari elementi per temere la reiterazione del reato o il pericolo di fuga ?attuale?, sar? pi? difficile applicare la misura di custodia cautelare in carcere?. Anche i Tribunali della libert?, che convalidano o annullano la custodia, avranno tempi pi? stringenti per decidere e depositare le motivazioni. La custodia in carcere, in ogni caso e salvo eccezionali esigenze, non potr? essere rinnovata e sar? annullata se il giudice non sapr? adeguatamente motivare il provvedimento cautelare.

                    Pignatone: ?Rischiamo di non poter mai pi? ricorrere alle misure cautelari al di fuori dei casi di flagranza o minima distanza temporale?
                    Uno degli aspetti pi? critici della riforma, per Morosini, resta comunque la mancata soluzione al problema delle carceri stracolme. ?Il sovraffollamento ? legato soprattutto a delitti da microcriminalit? urbana e a soggetti pregiudicati o recidivi? spiega il magistrato ?Si tratta spesso di spacciatori o ladruncoli, sovente extracomunitari, che non dispongono di un domicilio e il pi? delle volte finiscono in carcere perch? il giudice non sa dove altro mandarli?. Quasi la met? dei detenuti in custodia cautelare in Italia, circa 9 mila, sono stranieri. ?Gi? oggi, in alcuni casi, si potrebbe applicare una soluzione alternativa, come i domiciliari. Ma non lo si fa perch? mancano adeguate strutture pubbliche in grado di accogliere questi soggetti?.

                    Quindi mentre pregiudicati, recidivi e stranieri continueranno ad andare in carcere, con la riforma (e le norme svuota carceri precedenti) scomparir? invece, definitivamente, l?ipotesi detenzione per la stragrande maggioranza dei reati dei ?colletti bianchi?. Sar? cos? anche per chi ? gravemente indiziato di reato di voto di scambio politico-mafioso, depennato da quelli di mafia e terrorismo per i quali la legge mantiene l?obbligo del carcere. Nell?ultima versione del testo il riferimento al reato non compare neppure tra quelli pi? gravi, come l?omicidio o i reati a sfondo sessuale, per i quali viger? l?obbligo di ricorso al carcere se le esigenze cautelari non potranno essere soddisfatte con altre misure. Solo le misure interdittive, che rappresentano un?alternativa alla custodia cautelare in carcere, verranno estese dalla legge da due mesi fino ad un anno. E questo varr? anche per i reati dei ?colletti bianchi?.

                    ?? vero che alzando l?asticella per il ricorso alla custodia cautelare in carcere vengono esclusi da questa possibilit? molti reati dei colletti bianchi? conclude il giudice Morosini ?ma la mia preoccupazione sta piuttosto nella mancanza degli strumenti investigativi idonei a scoprire questi reati?. Il riferimento ? all?estensione della legge per i collaboratori di giustizia ai reati contro la pubblica amministrazione e l?introduzione di ?agenti provocatori? per scoprire i reati di corruzione. Strumenti previsti dalle convenzioni internazionali cui l?Italia ha aderito, ma che non compaiono neppure nelle nuove norme anticorruzione annunciate recentemente dal Governo.

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                      #55
                      Strano che si facciano dei regalini ^^
                      Ma questi sono espertoni quindi silenzio e prendiamo su

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                        #56
                        Ah allora c? qualcuno che legge

                        No perch? poi ne vedo e sento che si lamentano... Sempre dopo

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                          #57
                          Dopo i proclami di riforma, un emendamento dell'esecutivo al ddl anticorruzione in discussione al Senato ripropone letteralmente lo stesso testo voluto dalla maggioranza berlusconiana nel 2003, denuncia l'M5S. Con la non punibilit? sotto il 5% dell'utile e dell'1% del patrimonio netto che salv? l'allora premier nel processo Sme
                          Prima il governo annuncia di voler cambiare la normativa sul falso in bilancio, che con una delle prime ?leggi ad personam? la maggioranza di centrodestra modific? nel 2003, riuscendo anche a far assolvere l?allora premier Silvio Berlusconi in un processo milanese per quel reato. Ora, denuncia il Movimento 5 Stelle, presenta un emendamento al ddl anticorruzione in discussione al Senato, depositato in origine da Piero Grasso, che ripropone esattamente alla lettera lo stesso testo del 2003, tutt?oggi in vigore.

                          Il governo ha presentato un emendamento, subito messo all?indice sul blog di Grillo, secondo il quale chi falsifica il bilancio in misura inferiore al 5% dell?utile o dell?1% del patrimonio netto, non ? penalmente perseguibile. Peccato che il testo riprenda alla lettera la ?riforma? berlusconiana incriminata, cio? l?attuale formulazione dell?articolo 2621 del codice civile. Che recita: ?La punibilit? ? comunque esclusa se le falsit? o le omissioni determinano una variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5 per cento o una variazione del patrimonio netto non superiore all?1 per cento?. Eppure era stato il Guardasigilli Andrea Orlando, seduto di fianco a Matteo Renzi nell?ormai celebre conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri sulla giustizia del 29 agosto 2014, ad annunciare che il governo sareebbe intervenuto sul falso in bilancio a suo tempo ?depotenziato? per contrastare pi? efficacemente la ?criminalit? economica?.

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                          ?In un primo momento?, si legge nella nota del gruppo grillino al Senato, ?con il pacchetto anticorruzione in esame in Commissione Giustizia, la maggioranza aveva presentato un testo che conteneva modifiche all?attuale art. 2621 e reintroduceva il reato di falso in bilancio, inasprendo le pene fino a 6 anni. Ma soprattutto, andava ad eliminare quelle cause di non punibilit? che all?epoca Berlusconi aveva introdotto?. Oggi ?all?improvviso, ? spuntata la magica manina che ancora una volta ha cambiato le carte in tavola: con un emendamento presentato al testo base della Commissione, il governo ha mantenuto quelle cause di non punibilit? che erano state introdotte da Berlusconi?.

                          Il caso ? sorto intorno al disegno di legge 19 su corruzione, riciclaggio e falso in bilancio che accorpa tra le altre il ddl anticorruzione presentato dal Pd Piero Grasso nel suo debutto da senatore, prima di assurgere alla presidenza di Palazzo Madama. Un testo la cui discussione era stata bloccata nel giugno scorso da un intervento del governo, che per bocca del ministro Andrea Orlando aveva annunciato l?arrivo di un proprio testo in materia. Pi? volte, nei mesi scorsi, Grasso aveva forzato il suo aplomb istituzionale chiedendo all?esecutivo di Renzi come mai l?avvio della discussione tardasse tanto, proprio mentre imperversavano casi giudiziari come Expo, Mose, Mafia Capitale? L?intervento governativo si ? fatto attendere fino all?8 gennaio, quando ? arrivato in Senato sotto forma di un elenco di emendamenti che la Commissione giustizia ha iniziato a esaminare. E oggi ? emerso il testo incriminato.

                          falso in bilancio emendamento governo-pag

                          L?articolo 7 del ddl 19, infatti, riscrive l?articolo 2621 (quello ?berlusconizzato? nel 2003) cancellando le soglie di punibilit?: chi falsifica il bilancio rischia da uno a cinque anni di reclusione indipendentemente dall?entit? della somma nascosta. L?emendamento governativo contestato dai 5 Stelle, siglato con il numero 7.10000, da un lato aumenta le pene da due a sei anni, ma dall?altro letteralmente copia e incolla dalla vecchia legge le soglie di non punibilit?.

                          Torna quindi la questione delle ?soglie?, come gi? successo con la contestatissima norma ?salva-Berlusconi? contenuti nella delega fiscale approvata dal governo il 24 dicembre e poi bloccata dal premier Matteo Renzi sotto una valanga di polemiche. La norma berlusconiana del 2003, infatti, non depenalizzava il reato di falso in bilancio, ma fissava delle soglie di falsit? al di qua delle quali non esisteva punibilit?. Grazie alla nuova norma, nel 2008 l?allora Cavaliere usc? assolto dal processo Sme con la significativa formula ?il fatto non ? pi? previsto dalla legge come reato?. Oltre dieci anni dopo quella pionieristica legge ad personam, denunciano i 5 stelle, il governo Renzi ne ricalca esattamente le orme.

                          I TESTI A CONFRONTO

                          L?articolo 2621 del codice civile, legge ad personam berlusconiana del 2003
                          La punibilit? ? comunque esclusa se le falsit? o le omissioni determinano una variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5 per cento o una variazione del patrimonio netto non superiore all?1 per cento.

                          L?emendamento 7.10000 depositato dal governo l?8 gennaio
                          La punibilit? ? comunque esclusa se le falsit? o le omissioni determinano una variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5 per cento o una variazione del patrimonio netto non superiore all?1 per cento.

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