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Le frasi "celebri" dei piloti

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    #511
    “Al TT non conta sapere dove devi aprire il gas, ma dove devi chiuderlo” - Joey Dunlop

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      #512
      Vale anche se non era un pilota?


      "Questo è il mio hobby, non la mia vita, io sono completamente sottocapitalizzato" - John Britten

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        #513
        ''Non era niente, solo una cosa normale da fare in quel momento''.
        Joey Dunlop

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          #514
          ''Non ho mai voluto essere una superstar, volevo solo essere me stesso, spero che la gente mi ricorderà così''
          -Joey Dunlop-

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            #515
            « Le moto sono oggetti che fanno sognare. Hanno colori e suoni diversi, hanno forme che rivelano l'ispirazione di chi le ha concepite. A volte queste creazioni sono autentici oggetti d'arte motoristica che trasformano il progettista in artista. » CLAUDIO CASTIGLIONI

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              #516
              "Jorge Lorenzo l'ho conosciuto nel 2002, a Jerez. Allora lui aveva 15 anni ed era alla sua prima gara Mondiale. Mi si presentò davanti al motorhome accompagnato da un giornalista. Voleva conoscermi perchè, disse, era un mio tifoso. Aveva un mio poster fra le mani e glielo firmai. Lo guardai dapprima distrattamente e poi una seconda volta: un ragazzino paffutello che si affacciava al mondiale con l'ambizione che abbiamo tutti, vincere. Sembrava timido e un po' chiuso. Mi disse che, da quando era ancora più giovane e aveva messo le ruote in pista, non si era mai perso una mia gara, e una volta, in occasione di una mia sconfitta, aveva pianto.


              2002 jerez max biaggi e jorge lorenzo

              Da allora Lorenzo ha vinto due titoli iridati nella 250 e poi, cosa che a me non è mai riuscita, ha vinto anche in MotoGP, battendo Valentino Rossi, suo compagno di squadra. Inizialmente sono state semplici telefonate, poi abbiamo iniziato a vederci ogni tanto e siamo diventati amici."
              - Max Biaggi,

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                #517
                "...il 2014 fu una piacevolissima stagione, nonostante sapessi che rappresentava la mia ultima fatica con la Honda Ten Kate.
                Avevo fatto colloqui più concreti sulla possibilità di unirmi ad altri team nel mondiale Superbike ma nutrivo ancora la speranza che qualcuno mi chiamasse per la MotoGP. Ero rimasto in contatto con Livio Suppo, il manager della Repsol Honda, per tenere le orecchie aperte riguardo ogni possibilità che avrebbe potuto presentarsi. Quando incontrai Suppo la prima volta aveva appena iniziato il suo percorso in Honda proveniente direttamente dal team MotoGP della Ducati e veniva subito dopo a Shuhei Nakamoto, nella gerarchia dell'HRC. Suppo passava tutto il tempo a cercare di compiacere Nakamoto. Io ero abbastanza contrariato dal modo in cui Nakamoto prendesse in considerazione tutti gli sforzi che stavamo facendo in Superbike - li considerava praticamente poco o niente - ma compresi in fretta che, se volevo arrivare al massimo livello in Honda, avrei dovuto avere la meglio sulla coppia Nakamoto - Suppo.

                Durante una delle nostre conversazioni, Suppo mi disse che Lucio Cecchinello sembrava interessato a me perchè nel 2015 corressi per il suo team LCR Honda. Poco tempo dopo uscii per una sessione d'allenamento in bici con Cal Crutchlow, sull'Isola di Man. Mi disse che, nonostante avesse ancora un anno di contratto con la Ducati, era intenzionato a passare alla Honda nella stagione successiva. Immaginai che stessimo parlando della stessa sella in LCR che era stata ventilata per me. Cosi chiamai Suppo e lui mi disse di presentarmi a Silverstone in occasione della gara di MotoGP per parlare con alcune persone. Durante quegli incontri mi spiegò che le porte della LCR erano chiuse, quindi provò a convincermi a gareggiare su una delle nuove moto di tipo Open Class. Sosteneva che sarebbe stata "una grande opportunità". A quei tempi, nella MotoGP, le CTR ( Claming Rule Team) in sostanza mezzi per squadre private, stavano venendo gradualmente abbandonate e la Honda stava lavorando a una Open Class Machine, che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto rendere più abbordabile la MotoGP per i team più piccoli e non supportati ufficialmente. Gli organizzatori insistevano che ci sarebbe stata una tariffa massima per l'acquisto di una Open Bike fissata in un milione di euro: va considerato che il solo canone di noleggio di una RCV dalla HRC costava circa tre milioni. Non ho idea di quanto questi ragazzi considerino stupidi noi piloti ma Suppo cerchò di convincermi che una Open Class da un milione avrebbe potuto vincere le gare grazie alla concessione regolamentare di utilizzare gomme più morbide e imbarcare più carburante. Si, certo, come no. Persino con il mio limitato senso commerciale compresi che sarebbe stato davvero un pessimo affare prendere in affitto una moto da tre milioni quando una "con le stesse prestazioni" poteva essere acquistata per un milione. Allo stesso tempo, mi disse in aggiunta che passando alla MotoGP non mi sarebbe stato possibile aspettarmi gli stessi guadagni cge ricavavo nella Superbike.

                Gli dissi "Ascolta, voglio andare in MotoGP, anche in un team clienti, ma con una moto ufficiale e non mi dispiace che il mio salario venga considerevolmente ridotto, pur di avere la possibilità di farlo". Mi guardò come se io fossi una macchia di sporco che si era appena raschiato via da una scarpa e mi disse "e cosa ti fa pensare di meritare una moto ufficiale?". Mi alzai e me ne andai e questo per me segnò la fine di ogni discorso a proposito di correre per la Honda in MotoGP."
                - Jonathan Rea, da: In testa. La mia autobiografia.

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                  #518
                  “C’è un aneddoto particolare che mi lega a Simoncelli, lo ricordo come se fosse ieri. Era il 2008, anno in cui vinse il Mondiale 250 in Malesia. Marco era in bagno a Sepang, stava facendo la pipì. Io stavo aspettando fuori, avevo 15 anni. Sentivo Simoncelli dentro al bagno che cantava: ‘Volaaaare, oooohhhh…’. Quando è uscito dal bagno l’ho guardato, era tranquillo. Due ore dopo ha vinto il Mondiale in pista. Quello è lo spirito giusto: se vuoi volare davvero, nessuno può prenderti“. - Marc Marquez -

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                    #519
                    "Ho fatto più chilometri per la gnocca che per il Motomondiale."
                    Marco Lucchinelli

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                      #520
                      “Haga era completamente pazzo, quando sapevi che era alle tue spalle non era una bella sensazione perché era certo che avrebbe provato un sorpasso nel punto più inimmaginabile possibile." - Ben Bostrom -

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                        #521
                        "A tredici anni ricevetti la mia prima moto, e da allora capii che, là sopra, non mi piaceva essere battuto. Da nessuno".
                        Kenny Roberts

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                          #522
                          «Non l’ho sbattuto fuori io, era lui che frenava presto!»
                          Giancarlo Falappa

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                            #523
                            "Ho vinto abbastanza, ho perso abbastanza, mi sono fatto male abbastanza, ne ho abbastanza!"
                            Eddie Lawson

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                              #524
                              "Nessuno era duro come Falappa, in moto era un Mostro. Molte volte mi sono chiesto quale fosse il pilota più forte che abbia incontrato..e mi sono risposto Giancarlo Falappa ! Quando era dietro di me non riuscivo a concentrarmi " Carl Fogarty

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                                #525
                                "Aspetto che il panico cresca, quando la paura si tramuta in visioni celestiali inizio a staccare…" Kevin Schwantz

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