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4 Passi in padella

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    #1

    4 Passi in padella

    Salve a tutte/i,
    sarà stato il caldo di questi ultimi giorni che m'ha dato alla testa o sarà proprio la mia testa che oramai mi ha abbandonato, ma nella giornata di mercoledì 13 agosto 2025 ho preso la moto e mi sono diretto verso le mie amate Dolomiti.
    Orario di partenza: pessimo (dopo le 09:30)
    Meteo: africano
    Come sempre l'imperativo è: mai utilizzare l'autostrada.
    Parto dalla ridente cittadina di Mirano (VE) e in breve tempo mi ritrovo a costeggiare campi su campi della provincia di Treviso.
    Ma all'orizzonte la sagoma delle prealpi si fa sempre più tangibile con il caldo non molla la presa.
    La situazione, però, cambia una volta imboccata la SP1bis: la presenza di ombra data da una moltitudine di verde ed una brezza onnipresente su questa strada raffrescano sia il mio corpo che il mio spirito. Una oasi lunga quasi 15km.
    Finiti questi freschi chilometri, la realtà di risbatte in faccia un clima da inferno.
    Sotto le ruote l'asfalto rovente scorre tranquillo ed una volta imboccata la SR203 ci si accorge di come le montagne sono pronte ad offrirti il meglio che possono dare.
    Peccato la presenza di un po' di traffico che si tramuta in rallentamenti più o meno sopportabili (con, ahimè, tante belle parole del sottoscritto rivolte a tutti gli utilizzatori della strada​​​​​​).
    ​​

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    #2
    Arrivato alle porte di Selva di Cadore ecco che trovo quello che considero l'inizio del mio giro:
    il cartello con su scritto "Passo Giau".
    Il sorriso dentro al casco va da orecchio a orecchio in quanto mi sto pregustando le curve che mi porteranno in vetta così come il fresco che (spero) troverò.
    Inizio ad esser più "dinamico" in sella alla moto, voglio divertirmi senza strafare e senza mettere o mettermi in pericolo. Sorpassi pochi, giusto quelli che servono. Voglio godermi curve e paesaggio.

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      #3
      Man mano che salgo gli alberi si diradano lasciando posto a pratoni e rocce.
      Il cielo si fa più azzurro che mai.
      Il ritmo cala, sia perché vicino al passo c'è il famoso velox ma soprattutto c'è un serpentone di auto parcheggiate da far paura.
      Scavallo senza potermi fermare per fare qualche foto bella: c'è veramente troppa gente.
      Riesco a fare giusto due scatti:






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        #4
        Sono un po' sconsolato, ma proseguo.
        La strada verso Pocol per prendere poi il Falzarego mi piace: l'asfalto è ben messo e le curve son belle.
        Inoltre l'ombra che la vegetazione crea da un po' di sollievo.

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          #5
          Arrivato all'incrocio, aspetto che una mandria di biemmevuisti sia transitata per poter girare in sinistra e iniziare un'altra salita.
          Ammetto che l'unica volta che ho fatto il Falzarego non mi sono divertito: asfalto rotto causa lavori in corso e traffico.
          La situazione questa volta, invece, è ben diversa: il traffico è quasi inesistente, pure i ciclisti sembrano scomparsi.
          Ma ciò che più mi ha stupito è stato il paesaggio: molto più "dolce" rispetto al Giau.



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            #6
            Una volta arrivato sulla sommità, ho capito perché ho trovato poco traffico durante l'ascesa: erano già tutti arrivati. Fortuna che sul Falzarego i parcheggi sono abbondanti e quindi non ho trovato la stessa situazione sul Giau.
            Nota positiva, per me che sono un maschietto: la presenza femminile era...di ottima presenza​​​​​​.
            Ma visto che i minuti scorrevano veloci, anche in questo caso nessuna fermata. Ho proseguito sul mio percorso come un instancabile maratoneta.
            ​​​​​

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              #7
              Sbrigata la discesa dal Falzarego, mi aspettava un piccolo "trasferimento"... Speravo fosse anche "fresco", ma ahimè il caldo mi si era fatto amico ben poco gradito.
              Però il richiamo del Pordoi si faceva sentire più forte di una sirena.

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