Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Aneddoti,interviste e storie curiose del MOTOMONDIALE

Collapse
X
Collapse
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #226

    "Non esistono sostanze per andare più forte in moto, altrimenti lo saprei".

    Marco Lucchinelli



    Comment


    • Font Size
      #227
      «Un tracciato impegnativo con salite e discese. Lo chiamavano il piccolo TT. Si correva nella terra dei motori dove si viveva un calore ed una passione particolare. C'era una piccola collina prima del traguardo, chiamata “collina umana”, perchè era completamente coperta dal pubblico. Questo dava una carica ed un entusiasmo incredibile. Un particolare impegno ed emozione si sentiva quando affrontavi la curva del tamburello a circa 220/230 chilometri all'ora.  

      Giacomo Agostini (Imola)




      Comment


      • Font Size
        #228


        "Quando un pilota vince il mondiale deve correre con il numero 1".

        Giacomo Agostini



        Comment


        • Font Size
          #229
          Originally posted by mito22 View Post
          "Non esistono sostanze per andare più forte in moto, altrimenti lo saprei".

          Marco Lucchinelli



          Ahahahah

          Comment


          • Font Size
            #230
            Originally posted by Gabe75 View Post

            Ahahahah
            Lucchinelli numero uno.... anche solo per simpatia ed empatia.. meritava altro... di stare meglio nella vita...

            Comment


            • Font Size
              #231
              Originally posted by mito22 View Post

              Lucchinelli numero uno.... anche solo per simpatia ed empatia.. meritava altro... di stare meglio nella vita...
              Sono d'accordo

              Comment


              • Font Size
                #232
                Il cavatappi; Capirossi :"Diobó come va in pendenza!" Dico a Doriano. Sta fumando una sigaretta mentre fissiamo l'asfalto leggendario, è a torso nudo con la tuta legata in vita.



                "Fa paura eh? Non dirmi che mi stai cagando sotto!" sfotte. "Tua sorella fa paura" rispondo "Vedi mo come ti suono per benino a te e alla tua Hondina.". Doriano ride. Tra noi siam così.
                "Cosa ti avevo detto?" dio quanto mi piace fare il gradasso "Pole position!" urlo a Romboni mentre si asciuga il sudore. "Belin eri un fulmine! Occhio però che in gara è un'altra storia eh!". E ha ragione da vendere.

                Comment


                • Font Size
                  #233
                  Capirossi:"..All'ultimo giro un raggio di sole da pelle d'oca mi fa venire le lacrime agli occhi. Doriano mi aspetta e mi fa passare. Sa che quei punti mi servono come l'aria per vincere il mondiale. Non è assolutamente tenuto a farlo, eppure lo fa. Doriano si volta indietro di continuo, e alla Portago mi cede la sua posizione. Ho i brividi per quanto gli voglio bene."

                  Comment


                  • Font Size
                    #234
                    Valentino Rossi: "Quello che è successo a Doriano mi ha lasciato senza parole per diversi motivi – ha detto Rossi - prima di tutto, Doriano era come un eroe per me quando ero giovane. Nei primi anni '90 seguivo molto il Motomondiale e la classe 250. Con Max Biaggi e Loris Capirossi erano i tre più famosi in Italia. Ero un grande fan di Doriano e ho avuto la fortuna di conoscerlo molto bene, era un buon amico di mio padre Graziano. All'epoca avevo dieci anni, con me era sempre molto dolce e gentile. L'incidente è stato semplicemente da non credere ... perdere la vita in una gara organizzata per ricordare Marco Simoncelli. Tante cose insieme mi hanno lasciato senza parole. Sono molto, molto triste".

                    Comment


                    • Font Size
                      #235
                      Il miracolo di Romboni in 500 ad Assen.
                      Carlo Florenzano Terenzi ha cominciato a seguire il mondiale GP nel 1973, come giornalista freelance scrivendo per il settimanale Motosport e per il quotidiano Tuttosport. Nel 1983 diventa consulente della Honda Italia per le attività sportive. Ruolo che ha ricoperto sino all'anno passato. La sua esperienza spazia dalla velocità ai Rally-Raid. Nel 1988 era a capo della squadra vincitrice della Parigi-Dakar con edi Orioli. L’esperienza e la competenza di Carlo è maturata a fianco di piloti leggendari da Orioli appunto (Paris-Dakar 1988)a Fred Merkel (Mondiale Sbk 1988/1989), passando per Loris Capirossi (Motomondiale classe 125), Max Biaggi (Motomondiale classe 250), Valentino Rossi (Motomondiale classe 500), Andrea Dovizioso (Motomondiale classe 125). E appunto Doriano Romboni. Oggi è un opinionista fra i più quotati. Questa mattina avranno luogo i funerali di Doriano a Ceparana. Questo è il suo ricordo.

                      Una banconota da cinquecentomila lire, l'equivalente di quei fogli viola da cinquecento euro ora quasi introvabili.

                      La consegnai a Carlo Pernat nel '97 ad Assen sotto il podio delle "cinquecento". Sul terzo gradino c'era Doriano Romboni.

                      Quell'anno c'era una squadrone Honda spaventoso capitanato da Mick Doohan affiancato da Okada, Criville, Checa, Barros, i due Aoki, Puig.

                      Poi c'erano le Yamaha di Cadalora, Abe e Gibernau e le Suzuki di Beattie e Gobert.

                      Avevo scommesso con Carletto ad inizio stagione che l'Aprilia bicilindrica, 30km/h più lenta delle quattro cilindri,non avrebbe mai conquistato un podio.

                      La quota sarà stata dieci a uno: potevo star tranquillo !

                      Ed invece Doriano fece il miracolo… sul vecchio circuito di Assen, dove la moto non era mai dritta, ma le medie erano altissime,177,7km/h, Doohan in qualifica.





                      Carlo Florenzano TerenziLì contava la precisione nelle traiettorie per raccordare le "esse" e soprattutto ci voleva un cuore grosso così per tenere aperto sui curvoni: il cuore di Romboni.

                      D'altronde ad Assen sette anni prima, nella stagione in cui sarebbe esploso il baby-campione Loris Capirossi, Doriano, di poco più "vecchio",aveva vinto il suo secondo Gran Premio, bissando il successo del Nurburgring di un mese prima quando vinse a sorpresa, primo fra i nuovi talenti emergenti dopo la generazione di Gresini e Gianola, Vitali e Casanova.

                      Romboni, di famiglia operaia, il padre lavorava in un allevamento di cozze, era arrivato al mondiale grazie alla generosità del concessionario Honda di Spezia.

                      Dalla sua villa sulla statale il sig.Cozzani vedeva passare un ragazzino che andava come un fulmine : "Belin, si disse, questo è un campione. Bisogna portarlo in pista, che se continua ad andare così per strada finisce all'ospedale".

                      Poi a Spezia c'erano Gallina, Lucchinelli, Merendino, Camolei, che sarebbe diventato il suo manager.

                      Con quel talento in quegli anni i soldi per una moto competitiva si trovavano anche se comunque un bel po' di gavetta toccava farla.

                      Ed infatti nel '90 Romboni con due vittorie ed altri quattro podi finì quarto nel mondiale vinto da Capirossi,grazie anche ai punti che nella gara decisiva in Australia Doriano tolse a Spaan finendo terzo dietro a Loris e Casanova, per un podio tutto italiano che fece dire agli olandesi che aveva vinto la mafia italiana ,visto che anche Gresini in quella corsa aveva dato una mano a Capirossi rallentando Spaan .

                      Che tempi, i nostri ragazzini che si abbracciavano sul podio e facevano festa tutti insieme!

                      L'anno dopo Doriano sarebbe stato certamente assieme a Gresini l'avversario più tosto di Capirossi, ma decise di passare subito alle duecentocinquanta, con una Honda "kit", buona se eri forte per andare a punti. E lui naturalmente ci andò, incluso un sesto posto al Mugello, che non bastò per ottenere la moto "buona" per l'anno seguente.

                      Ma a Donington, nel '92, dietro le Aprilia di Chili e Reggiani sul podio ci finì comunque con la sua moto "kit" davanti a Cadalora con la Honda ufficiale.

                      Nel '93 Luca,vinti due titoli mondiali di fila passa alla "cinquecento" e scherza: "I tre ragazzini, Biaggi, Capirossi e Romboni, dovrebbero farmi un bel regalo che mi levo dai piedi e li lascio a scannarsi tra di loro per vincere nella "duecentocinquanta".

                      Io lavoravo alla Honda Italia ed avevo il mio bel daffare con i contratti per le tre NSR ufficiali dei tre italiani sponsorizzati da tre marche di sigarette .

                      Era una pacchia, ma ero anche preoccupato: erano troppo forti, troppo decisi, troppo coraggiosi tutti e tre! Impossibile fare un pronostico: certo Romboni non era inferiore a Biaggi e Capirossi.

                      Ed infatti Doriano fu il primo a vincere, al Salzburgring, pista velocissima e pericolosa dove partì in pole. E rifece la pole e rivinse nella gara seguente ad Hockenheim: il campionato aveva preso una buona piega e la pista seguente era Assen…

                      Ma la pista che adorava lo tradì: caduta rovinosa, frattura della tibia, campionato compromesso.

                      Quella gara la vinse Capirossi, poi una settimana dopo al Montmelò vinse Biaggi, ma alla fine il mondiale all'ultima gara a Jarama lo vinse Harada, che beffa !

                      Ma nella primavera del '94 Doriano era di nuovo in forma smagliante. secondo ad Eastern Creek, dietro a Biaggi, passato alla Aprilia e davanti a Capirossi.

                      Due piazzamenti in Malesia e Giappone, quinto e sesto, poi secondo in Spagna, terzo in Austria ed in Germania. Arrivò ad Assen in testa nella classifica e l'Olanda di nuovo lo tradì: frattura del bacino. Addio sogni di gloria nell'anno in cui iniziava l'era Biaggi che avrebbe vinto quattro titoli mondiali di fila, tre con l'Aprilia ed uno con la Honda.

                      Doriano fece ancora delle grandi gare. Rimessosi in sesto arrivò secondo a Le Mans, terzo a Donington e vinse davanti a Max a Laguna Seca. Tra gli spettatori c'era un ragazzino,Nicky Hayden che ancora ricorda quella gara magnifica.

                      Poi nel '95 con una Honda inferiore allAprilia, a sprazzi Romboni riuscì ancora a dire la sua in alcune gare ed a vincere a Rio, l'ultima festa della sua carriera.

                      Il treno del successo totale, della consacrazione che non sfuggì a Capirossi ed a Biaggi Doriano l'aveva perso.

                      Ma quel giorno ad Assen nel '97, sempre lì, dove s'era infranto per due anni consecutivi il suo sogno di diventare Campione del Mondo, Romboni buttò dietro le spalle il ricordo delle fratture, del dolore, della disperazione e portò l'Aprilia bicilindrica sul podio della massima cilindrata.

                      Ciao Doriano, sono contento d'aver perso quella scommessa!
                      Last edited by mito22; 23-12-23, 12:38.

                      Comment


                      • Font Size
                        #236
                        Originally posted by mito22 View Post
                        Il miracolo di Romboni in 500 ad Assen.
                        Carlo Florenzano Terenzi ha cominciato a seguire il mondiale GP nel 1973, come giornalista freelance scrivendo per il settimanale Motosport e per il quotidiano Tuttosport. Nel 1983 diventa consulente della Honda Italia per le attività sportive. Ruolo che ha ricoperto sino all'anno passato. La sua esperienza spazia dalla velocità ai Rally-Raid. Nel 1988 era a capo della squadra vincitrice della Parigi-Dakar con edi Orioli. L’esperienza e la competenza di Carlo è maturata a fianco di piloti leggendari da Orioli appunto (Paris-Dakar 1988)a Fred Merkel (Mondiale Sbk 1988/1989), passando per Loris Capirossi (Motomondiale classe 125), Max Biaggi (Motomondiale classe 250), Valentino Rossi (Motomondiale classe 500), Andrea Dovizioso (Motomondiale classe 125). E appunto Doriano Romboni. Oggi è un opinionista fra i più quotati. Questa mattina avranno luogo i funerali di Doriano a Ceparana. Questo è il suo ricordo.

                        Una banconota da cinquecentomila lire, l'equivalente di quei fogli viola da cinquecento euro ora quasi introvabili.

                        La consegnai a Carlo Pernat nel '97 ad Assen sotto il podio delle "cinquecento". Sul terzo gradino c'era Doriano Romboni.

                        Quell'anno c'era una squadrone Honda spaventoso capitanato da Mick Doohan affiancato da Okada, Criville, Checa, Barros, i due Aoki, Puig.

                        Poi c'erano le Yamaha di Cadalora, Abe e Gibernau e le Suzuki di Beattie e Gobert.

                        Avevo scommesso con Carletto ad inizio stagione che l'Aprilia bicilindrica, 30km/h più lenta delle quattro cilindri,non avrebbe mai conquistato un podio.

                        La quota sarà stata dieci a uno: potevo star tranquillo !

                        Ed invece Doriano fece il miracolo… sul vecchio circuito di Assen, dove la moto non era mai dritta, ma le medie erano altissime,177,7km/h, Doohan in qualifica.





                        Carlo Florenzano TerenziLì contava la precisione nelle traiettorie per raccordare le "esse" e soprattutto ci voleva un cuore grosso così per tenere aperto sui curvoni: il cuore di Romboni.

                        D'altronde ad Assen sette anni prima, nella stagione in cui sarebbe esploso il baby-campione Loris Capirossi, Doriano, di poco più "vecchio",aveva vinto il suo secondo Gran Premio, bissando il successo del Nurburgring di un mese prima quando vinse a sorpresa, primo fra i nuovi talenti emergenti dopo la generazione di Gresini e Gianola, Vitali e Casanova.

                        Romboni, di famiglia operaia, il padre lavorava in un allevamento di cozze, era arrivato al mondiale grazie alla generosità del concessionario Honda di Spezia.

                        Dalla sua villa sulla statale il sig.Cozzani vedeva passare un ragazzino che andava come un fulmine : "Belin, si disse, questo è un campione. Bisogna portarlo in pista, che se continua ad andare così per strada finisce all'ospedale".

                        Poi a Spezia c'erano Gallina, Lucchinelli, Merendino, Camolei, che sarebbe diventato il suo manager.

                        Con quel talento in quegli anni i soldi per una moto competitiva si trovavano anche se comunque un bel po' di gavetta toccava farla.

                        Ed infatti nel '90 Romboni con due vittorie ed altri quattro podi finì quarto nel mondiale vinto da Capirossi,grazie anche ai punti che nella gara decisiva in Australia Doriano tolse a Spaan finendo terzo dietro a Loris e Casanova, per un podio tutto italiano che fece dire agli olandesi che aveva vinto la mafia italiana ,visto che anche Gresini in quella corsa aveva dato una mano a Capirossi rallentando Spaan .

                        Che tempi, i nostri ragazzini che si abbracciavano sul podio e facevano festa tutti insieme!

                        L'anno dopo Doriano sarebbe stato certamente assieme a Gresini l'avversario più tosto di Capirossi, ma decise di passare subito alle duecentocinquanta, con una Honda "kit", buona se eri forte per andare a punti. E lui naturalmente ci andò, incluso un sesto posto al Mugello, che non bastò per ottenere la moto "buona" per l'anno seguente.

                        Ma a Donington, nel '92, dietro le Aprilia di Chili e Reggiani sul podio ci finì comunque con la sua moto "kit" davanti a Cadalora con la Honda ufficiale.

                        Nel '93 Luca,vinti due titoli mondiali di fila passa alla "cinquecento" e scherza: "I tre ragazzini, Biaggi, Capirossi e Romboni, dovrebbero farmi un bel regalo che mi levo dai piedi e li lascio a scannarsi tra di loro per vincere nella "duecentocinquanta".

                        Io lavoravo alla Honda Italia ed avevo il mio bel daffare con i contratti per le tre NSR ufficiali dei tre italiani sponsorizzati da tre marche di sigarette .

                        Era una pacchia, ma ero anche preoccupato: erano troppo forti, troppo decisi, troppo coraggiosi tutti e tre! Impossibile fare un pronostico: certo Romboni non era inferiore a Biaggi e Capirossi.

                        Ed infatti Doriano fu il primo a vincere, al Salzburgring, pista velocissima e pericolosa dove partì in pole. E rifece la pole e rivinse nella gara seguente ad Hockenheim: il campionato aveva preso una buona piega e la pista seguente era Assen…

                        Ma la pista che adorava lo tradì: caduta rovinosa, frattura della tibia, campionato compromesso.

                        Quella gara la vinse Capirossi, poi una settimana dopo al Montmelò vinse Biaggi, ma alla fine il mondiale all'ultima gara a Jarama lo vinse Harada, che beffa !

                        Ma nella primavera del '94 Doriano era di nuovo in forma smagliante. secondo ad Eastern Creek, dietro a Biaggi, passato alla Aprilia e davanti a Capirossi.

                        Due piazzamenti in Malesia e Giappone, quinto e sesto, poi secondo in Spagna, terzo in Austria ed in Germania. Arrivò ad Assen in testa nella classifica e l'Olanda di nuovo lo tradì: frattura del bacino. Addio sogni di gloria nell'anno in cui iniziava l'era Biaggi che avrebbe vinto quattro titoli mondiali di fila, tre con l'Aprilia ed uno con la Honda.

                        Doriano fece ancora delle grandi gare. Rimessosi in sesto arrivò secondo a Le Mans, terzo a Donington e vinse davanti a Max a Laguna Seca. Tra gli spettatori c'era un ragazzino,Nicky Hayden che ancora ricorda quella gara magnifica.

                        Poi nel '95 con una Honda inferiore allAprilia, a sprazzi Romboni riuscì ancora a dire la sua in alcune gare ed a vincere a Rio, l'ultima festa della sua carriera.

                        Il treno del successo totale, della consacrazione che non sfuggì a Capirossi ed a Biaggi Doriano l'aveva perso.

                        Ma quel giorno ad Assen nel '97, sempre lì, dove s'era infranto per due anni consecutivi il suo sogno di diventare Campione del Mondo, Romboni buttò dietro le spalle il ricordo delle fratture, del dolore, della disperazione e portò l'Aprilia bicilindrica sul podio della massima cilindrata.

                        Ciao Doriano, sono contento d'aver perso quella scommessa!
                        Mito da dove l'hai presa questa testimonianza??e un articolo o da un libro??

                        Comment


                        • Font Size
                          #237
                          Originally posted by Aaron 21 View Post

                          Mito da dove l'hai presa questa testimonianza??e un articolo o da un libro??
                          Penso me l'abbia girata qualcuno via email tempo fa...

                          Calcola che posto cose che magari trovo o scarico anni prima... dove ho la fonte la cito sempre...

                          Comment


                          • Font Size
                            #238
                            Stuart Shenton, storico Crew Chief del Team Suzuki, ricorda così Anthony Gobert: «se ragioniamo in termini di fantastico talento naturale, a costo di apparire controverso posso affermare che il campione che ne aveva di più era Gobert, ma era una completa perdita di tempo perché non riusciva a rendersi conto di quanto ne avesse e non era in grado di applicarlo. Uno con la sua capacità, avrebbe potuto diventare campione del mondo, ma sapevamo altrettanto bene che non sarebbe mai successo. Con lui abbiamo visto le più incredibili temperature dei freni. Se fosse stato capace di dedicarsi con costanza alle corse, impegnandosi tutte le settimane, restando in forma e in salute, con la giusta concentrazione, sarebbe sicuramente diventato qualcuno



                            Comment


                            • Font Size
                              #239
                              Virginio Ferrari a Claudio Castiglioni "Claudio, il figlio di Graziano vuole correre in moto ma non ha una lira. Dobbiamo aiutarlo”.


                              Last edited by mito22; 13-03-24, 12:36.

                              Comment


                              • Font Size
                                #240




                                "Io non sono nato come medico. Sono nato all'amore per questo mondo, il mondo delle corse, e solo dopo ho dedicato a esso la mia professione. E quando mi sono accorto che i risultati, le riparazioni, le guarigioni avvenivano per le risorse che erano nascoste nell'essere umano, questa cosa mi ha esaltato ancora di più, perchè mi faceva pensare che se tanta ricchezza esiste negli esseri umani, poteva esistere anche dentro di me e dentro tutti gli altri che non correvano in moto. Quindi la moto diventava non solo un insegnamento di vita ma anche una testimonianza di come può essere vera la vita anche portandovi una cosa che oggi si aborrisce, il rischio."

                                Comment

                                X
                                Working...
                                X