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MIKE "The Bike" HAILWOOD

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    #31
    ONORE A QUESTO CAMPIONE!!

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      #32
      quale fu il pilota che salv? dalle fiamme ? era Clay Regazzoni ?

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        #33
        Originally posted by catoblepa
        quale fu il pilota che salv? dalle fiamme ? era Clay Regazzoni ?
        Si era Clay Regazzoni

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          #34
          Carriera dettagliatissima di MIKE THE BIKE

          Mike Hailwood il fenomeno

          Fu nel 1957 che un diciassettenne di nome Stanley Michael Bailey HaiIwood si alline? nervosamente per la prima volta a una partenza, ad Oulton Park, in Inghilterra, con una MV 125 presa in prestito. Nessuno allora avrebbe potuto prevedere che questo giovane sarebbe diventato uno dei pi? grandi campioni di tutti i tempi, vincitore di innumerevoli gare, fra cui dodici Tourist Trophy, e di nove titoli mondiali.
          Fin dall?inizio Hailwood, nato a Oxford il 2 aprile 1940, ebbe una vita molto pi? facile della maggior parte dei ragazzini che si scoprono la vocazione di pilota motociclistico, e questo grazie ad un padre molto ricco, Stan Hailwood, appassionato di moto, e alla conseguente possibilit? di ottenere il meglio senza particolari problemi: il tutto per? unito ad una straordinaria abilit?, coraggio e volont? di vincere, doti innate che il patrimonio paterno non avrebbe certo potuto procurare. A quel suo primo incontro Hailwood arriv? a bordo di un?auto con tanto di autista e con molto sussiego si fece avanti, in un?inappuntabile tenuta di gara. Molti dei presenti pensarono certamente che si trattasse di uno scherzo, ma ben presto ebbero modo di ricredersi, non tanto per l?undicesimo posto conseguito in quell?occasione, quanto per due ottimi piazza menti ottenuti la settimana seguente a Castle Combe: quarto con la MV 125 nella prova di classe e quinto nella 250. lI giovane esordiente aveva lasciato il segno e aveva iniziato una carriera che lo avrebbe portato alla guida di moto da corsa di diverse marche e di tutte le cilindrate, in particolare MV Agusta e Honda, e che avrebbe fatto di lui uno dei protagonisti del Tourist Trophy.


          La prima vittoria di Mike Hailwood, a sole poche settimane di distanza dalla sua prima gara, ebbe luogo sempre in Inghilterra, a Blandford Camp, nel Dorset, dove mantenne la sua MV 125 in prima posizione fin dall?inizio. Il consuntivo di quella sua prima stagione fu senz?altro positivo: ben raramente si classific? al di fuori dei primi cinque posti. Il futuro campione si serviva allora per i suoi spostamenti di un autofurgone abbastanza grande per poter contenere una dozzina di moto, pi? due ?posti letto? per se stesso e per il meccanico: proprio questa organizzazione cre? all?inizio una barriera tra il giovane corridore ricco e gli altri piloti senz?altro meno agiati. Hailwood fu quindi praticamente costretto a mettere in mostra le sue indiscutibili capacit?, in modo che nessuno potesse ritenere i suoi successi derivati esclusivamente dalle pi? consistenti possibilit? economiche.
          Nel 1958 Hailwood visse la sua prima stagione internazionale. Ad appena un anno di distanza dal suo esordio come corridore, si iscrisse a tutte e quattro le gare ?a solo? del Tourist Trophy. Sorprendentemente si classific? terzo nella 250, settimo nella 125, dodicesimo nella 350 e tredicesimo nella prova pi? importante, quella riservata alle 500 cc. Nei due anni seguenti partecip? alle gare con moto di molte marche, da una ltom 50 alle Norton, alle Ducati, alle Paton, alle NSU, alle MV ed a qualsiasi altro mezzo che fosse in grado di fornire una certa com petitivit?. Successivamente tent? anche di comperare le Morini bialbero e le Gilera quattro cilindri, ma senza successo. Era in grado di passare da una moto all?altra con un virtuosismo incredibile, continuando a collezionare vittorie su vittorie.
          Ma fu il 1961 l?anno in cui diede veramente prova della sua bravura, vincendo tre gare di Tourist Trophy in una sola settimana: e se, nel corso della prova riservata alle 350 cc, non si fosse rotto lo spinotto della sua AJS a circa venti chilometri dal traguardo avrebbe vinto anche quella. La sua vittoria pi? bella fu senz?altro quella ottenuta nella prova pi? importante,quella delle 500 cc, con una Norton Manx: messa a punto da Bili Lacey, mantenne una media superiore ai 160 chilometri orari e il suo giro pi? veloce lo fece alla vertiginosa velocit? di 161 km/h. E vero che Gary Hocking, il favorito, era rimasto bloccato dai problemi della sua MV quattro cilindri, ma la velocit? sul giro realizzata da Hailwood fece comprendere che si sarebbe guadagnato ugualmente il posto d?onore anche se fosse stata la moto italiana a vincere. Fu anche d?aiuto alla Honda in occasione dei suoi primi tentativi di ottenere un successo all?isola di Man, vincendo con il bicilindrico nella classe 125 e con la quattro cilindri nella 250 cc, anche se favorito in questa classe dalla defezione dello scozzese Bob Mclntyre, costretto al ritiro da problemi di raffreddamento dell?olio, pur avendo compiuto un giro alla considerevole media di quasi 160 km/h. Hailwood si impose nella 250 lasciandosi alle spalle i piloti ufficiali della Honda Redman e Phyllis. A questa vittoria vanno aggiunte quelle ottenute al G.P. d?Olanda, a quello della Germania dell?Est e a quello di Svezia: tali risultati, uniti a tre secondi posti, lo portarono alla conquista del titolo mondiale delle 250 cc. Ma anche nelle altre classi ottenne risultati di rilievo, come i sei secondi posti, due vittorie e un quarto posto nella 500 cc.
          Hailwood a quell?epoca non era un corridore ufficiale vero e proprio: la moto gli era stata data in prestito e gli era stato consentito il sostegno della Casa solo perch? suo padre aveva accettato di importare le macchine della Honda.

          Verso la fine del 1961 il conte Agusta fiss? l?attenzione su Hailwood: organizz? una serie di prove e gli consent? di correre a Monza con le MV quattro cilindri di 500 e 350 cc, in occasione della penultima prova valida per il campionato del mondo. Ed Hailwood non perse tempo, dimostrando subito al conte cosa fosse in grado di fare: vinse la 500 e si classific? secondo dietro a Hocking nella 350 cc. Questi due successi diedero inizio al lungo e fortunato sodalizio HailwoodMV: il pilota inglese rimase con la Casa italiana fino al 1965, battendo in quegli anni di convivenza quasi tutti i record sul giro e sulla distanza e raccogliendo per la MV ben quattro titoli mondiali, sempre nella massima cilindrata.
          L?innegabile supremazia della coppia in quegli anni e la mancanza di antagonisti validi rischiarono di incrinare con la noia il felice rapporto tra il corridore inglese e la Casa italiana.
          Hailwood avrebbe desiderato moltissimo partecipare anche a qualche prova riservata alle 250 cc, ma la MV aveva da tempo abbandonato tale cilindrata. Riusc? comunque a partecipare ugualmente ad alcune prove riservate a questa classe con la tedesca orientale MZ, che port? alla vittoria (cosa riuscita a pochi altri piloti) al Sachsenring nel 1963.


          Nel 1965, per?, fece la sua comparsa sulla scena della MV un certo Giacomo Agostini, e le cose cominciarono a ravvivarsi, anche perch? Hailwood non avrebbe mai accettato nessuna imposizione in materia di ordini di scuderia: Ago avrebbe potuto vincere solo ed esclusivamente in virt? dei propri meriti personali.
          Una delle prove pi? difficili cui Hailwood fu sottoposto fu senz?altro il Tourist Trophy 1965, classe 500. Vale la pena di ricordare i fatti: al terzo giro, mentre si trovava in testa senza problemi, la sua MV slitt? su una macchia d?olio, finendo a terra; il pilota si rialz? illeso, ma la moto era in condizioni penose: il parabrezza si era rotto, i tubi di scarico si erano completamente appiattiti da un lato, il manubrio e le pedane poggiapiedi si erano piegati... Pi? di un pilota dotato di una temprameno forte della sua a quel punto si sarebbe dato per vinto: Hailwood invece spinse la MV contro mano in discesa (contro tutte le regole e con la complice momentanea ?distrazione? dei commissari di gara) per poterla rimettere in moto. Tornato ai box, si ferm? appena quel tanto perch? la moto potesse essere rimessa a posto alla belle meglio: il parabrezza fu tirato via ed Hailwood affront? il resto della gara in queste condizioni, sotto una pioggia pungente. Ma la moto aveva sub?to un altro danno ben pi? grave e pericoloso: una delle farfalle del carburatore si era aperta completamente, e il campione prosegu? ugualmente la corsa scherzando con la morte come non gli era mai capitato prima di allora, lavorando sui freni per impedire che nelle curve la moto se ne andasse per i fatti suoi. Semiaccecato dalla pioggia, Hailwood port? a termine anche l?ultimo giro, vincendo a una media di 148 chilometri all?ora.
          Un momento difficile nei rapporti con la MV si ebbe quando, nel 1964, ad lmola la Gilera torn? momentaneamente alle corse ed Hailwood si trov? a dover fare i conti con John Hartle e Derek Minter. Pur essendo reduce da una caduta durante una gara in Inghilterra che gli aveva lasciato ancora, come strascico, un polso dolorante, Hailwood non pot? resistere alla tentazione di un confronto con la Gilera. La gara fu per lui un disastro: il dolore al polso aumentava infatti sempre di pi?, e le Gilera rivali (che correvano in casa) lo superarono rombando davanti a una folla enorme: naturalmente il nome della MV usc? sminuito da questa sconfitta. Il giorno seguente Hailwood dovette sorbirsi una sgridata particolarmente severa da parte del conte Agusta, che non era certo tenero quando riteneva di aver perso stupidamente una corsa.
          Alla fine del 1964 il campione inglese fu sul punto di entrare a far parte della squadra ufficiale della Honda: Jim Redman era intervenuto con una certa insistenza perch? venisse affidata ad Hailwood una Honda per il Gran Premio d?italia, ma i responsabili del reparto corse della Honda avevano rifiutato. A un anno circa di distanza, per?, Hailwood fu invitato a provare la Honda 250 sei cilindri: il suo compito pi? importante (e il motivo principale per il quale la Honda lo voleva) era di fare in modo che la nuova 500 cc quattro cilindri vincesse il campionato del mondo, anche se poi, in realt?, nel 1966 affidarono alloro pilota pi? collaudato, il rhodesiano Jim Redman, il mezzo pi? competitivo. La nuova Honda 500 aveva una potenza veramente notevole, ma la tenuta di strada non era certo l?ideale.
          All?inizio della stagione 1966 Hailwood svolgeva quindi nella massima cilindrata il ruolo di gregario nei confronti di Redman: ma verso la met? della stagione si ebbero degli sviluppi drammatici, in quanto Redman fu costretto a ritirarsi dalle corse per una frattura ad un braccio riportata in una caduta. Al Gran Premio d?italia, ultima prova di campionato mondiale, si ruppero le valvole della Honda di Hailwood mentre era lanciato all?inseguimento di Agostini, e Agostini si impadron? di un titolo che chiunque, all?inizio della stagione, avrebbe pensato fosse a completa disposizione della Honda. Hailwood comunque riusc? a conquistare i titoli mondiali delle classi 250 e 350 cc.
          L?anno seguente, che per il campione avrebbe rappresentato l?ultima stagione completa di corse motociclistiche, un episodio analogo: il carter della sua Honda si ruppe proprio mentre stava conducendo il Gran Premio d?italia con un buon numero di secondi di vantaggio su Agostini, che con questa vittoria conquist? il secondo titolo mondiale; come si pu? immaginare, Hailwood (che nel corso della stagione aveva ottenuto cinque vittorie come Agostini e due secondi posti contro i tre del campione italiano) ne usc? profondamente scoraggiato, anche se conquist? ancora i titoli delle classi 250 e 350.
          Ma in questi due anni Hailwood cominci? a sentire tutte le preoccupazioni e le tensioni insite nelle gare: a questo contribu? anche la non facile guida della grossa Honda 500, abituata a ondeggiare e a flettersi in modo allarmante ad ogni curva.

          Per Hailwood una delle soddisfazioni pi? grandi venne dal Tourist Trophy del 1967, classe 500 cc. Quella, pi? che una normale prova di campionato mondiale, era un vero e proprio duello: Hailwood e la Honda contro Agostini e la MV. Hailwood aveva a sua disposizione la moto pi? potente, che per?, incidentalmente, era anche la pi? difficile da maneggiare. Agostini, la cui MV era stata elaborata e perfezionata proprio tenendo conto di questo difficile percorso di montagna, sprizzava da tutti i pori fiducia in se stesso e nel proprio mezzo. Quando la bandierina venne abbassata, Hailwood part? come un razzo superando il record sul giro con partenza da fermo, ma c?era sempre Agostini, e per quanto Hailwood portasse a 175 chilometri all?ora il record sul giro, il miglior giro di Ago gli fu inferiore solo per un soffio. Hailwood, estremamente preoccupato per la spiacevole combinazione costituita dalla sua grossa Honda e dal percorso del Tourist Trophy, costringeva gli spettatori ad allontanarsi precipitosamente dai muri e dalle barriere di protezione lungo tutto il circuito, in un?impressionante sequenza di ondeggi, beccheggi e derapate. Si disse che in un punto del circuito i commissari di gara fossero stati costretti a squagliarsela, convinti che la Honda praticamente priva di controllo sarebbe piombata loro addosso. Malgrado questi seri problemi Hailwood doveva spingere ancora pi? forte, perch? Ago continuava a rappresentare un pericolo incombente. A complicare le cose, la manopola del gas della Honda cominci? a staccarsi dal manubrio. La frenetica fermata ai box e l?aiuto di un martello non servirono a risolvere il problema, ma Hailwood non aveva tempo da perdere: ridusse lo svantaggio di undici secondi che aveva accumulato con la fermata ai box, riuscendo a conquistare persino un secondo di vantaggio, poi perse nuovamente terreno. Sembrava proprio che la MV avrebbe finito col vincere: poi, l?imprevisto (che alla fine compare sempre nei Tourist Trophy pi? combattuti) accadde anche questa volta. A pochi chilometri di distanza dal traguardo la tormentata catena della MV cadde a pezzi... e la vittoria and? ad Hailwood. Le ovazioni provenienti dagli spalti devono essere state con tutta probabilit? le pi? forti che si fossero mai sentite.
          Per quanto la Honda avesse elaborato per la stagione 1968 delle nuove moto, fu deciso comunque di mettere a disposizione di Hailwood delle moto da 250, da 350 e da 500 cc della stagione precedente. A questo punto sarebbe senz?altro stato possibile reperire il telaio pi? adatto per tenere sotto controllo la potenza delI~ 500, ed Hailwood avrebbe forse potuto conquistare un altro titolo; ma a questo punto scoppi? la bomba: la Honda annunci? la propria decisione di abbandonare ogni forma di attivit? agonistica, contribuendo in gran parte a mettere la parola fine alla brillante carriera del campione inglese.

          Si disse persino che Hailwood fosse stato ugualmente pagato dalla Honda anche per il 1968, purch? non accettasse di correre con altre marche. Difatti Mike disput? solo poche gare con le vecchie Honda r?mastegli, anche se piuttosto malridotte e praticamente sprovviste di ricambi. Fin che stanno insieme Hailwood accetta gli inviti, profumatamente pagati, degli organizzatori italiani che vogliono a tutti i costi il loro bravo duello AgostiniHailwood per richiamare pubblico. Come sempre Hailwood non delude e nel 1968 vince a Rimini la 350 ed ? secondo nella 500, vince con la 500 a lmola e a Cesenatico.
          Quello stesso anno per il G.P. delle Nazioni a Monza il conte Agusta gli offre ancora la possibilit? di guidare le MV. Hailwood accetta ed effettua le prove; quando per? gli viene detto che in gara dovr? dare la precedenza al suo ex compagno di squadra Agostini, si inalbera e all?ultimo momento passa a guidare la Benelli 500 che gli viene offerta dalla Casa pesarese. Il giorno della gara piove e per alcuni giri si assiste a un confronto strepitoso fra Agostini ed Hailwood, che supplisce con spericolatezza a ci? che manca alle prestazioni della sua occasionale cavalcatura. Osa per? troppo e in staccata alla curva parabolica fa un interminabile ruzzolone sull?asfalto che, viscido com??, frena solo in minima misura la slittata: tutto si risolve per? senza altro danno che... una grinta feroce, carica di rabbia repressa, per cui nessuno si azzarda a rivolgere parola al grande campione che rientra a piedi verso i box. Gli ? forse di conforto il caloroso applauso del pubblico.

          Con la Benelli Hailwood correr? anche a Riccione, arrivando terzo. Chiude tuttavia bene la stagione (una stagione di ?cassetta? pi? che altro) vincendo uno in fila all?altro quattro confronti contro Agostini, servendosi delle sue Honda; si impone infatti in una serie di corse di fine d?anno a Mallory Park e Brands Hatch. Ormai sempre pi? attratto dalle auto (con le quali disputer? delle buone gare, particolarmente con una Surtees nella Formula 5000), appare solo raramente in sella alle moto. Nel 1969 ricordiamo la sua comparsa a Riccio ne con una Honda 500 ormai agli sgoccioli, che porta al secondo posto dietro ad Agostini ma con un distacco di quasi un minuto. Nel ?70 e nel ?71 partecipa a Daytona nello squadrone delle BSA ma non ha fortuna e si ritira entrambe le volte, dopo essere anche caduto in prova. Nel ?71 gli organizzatori del circuito di Pesaro fanno sensazione annunciando la straordinaria rentr?e di Hailwood con la Benelli 350, ma non c?? niente da fare contro la MV di Agostini, che vince questo ennesimo confronto.

          Dopo di allora le moto sono passate decisamente in secondo piano, mentre ha potuto cogliere qualche significativo successo con le auto, anche se non sufficiente ad appagare le sue aspirazioni. Nel ?72 ? campione europeo di Formula Due e si distingue in seguito anche in Formula Uno fino a quando, al N?rburgring del ?74, la sua McLaren esce di strada ed egli riporta gravi fratture alle gambe che lo indurranno ad abbandonare l?attivit?, dopo essersi trasferito in Nuova Zelanda.
          Ma ecco che nell 978, cos? come si era detto ad ogni inizio di stagione, si diffonde la notizia di un ritorno di Hailwood alle corse motociclistiche. Questa volta per? le illazioni vengono confermate ufficialmente. E il Tourist Trophy ad avere un cos? forte potere di richiamo e non poteva essere diversamente, considerato che Hailwood detiene il record di dodici vittorie sul percorso dell?isola di Man.

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            #35
            Originally posted by kanaya63
            Originally posted by catoblepa
            quale fu il pilota che salv? dalle fiamme ? era Clay Regazzoni ?
            Si era Clay Regazzoni
            LA COSA STUPENDA E' CON LO LO SBANDIERO' MAI HAI 4 VENTI COME SI USA FARE OGGI UN SIGNORE IN TUTTO E PER TUTTO
            E PER SEMPRE.....

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              #36
              Bel dossier, completo e interessante! Grazie per avermi fatto conoscere meglio The Bike.

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              • Font Size
                #37
                Originally posted by ade_84
                Bel dossier, completo e interessante! Grazie per avermi fatto conoscere meglio The Bike.
                Mike e' un personaggio che dovrebbero insegnare nelle scuole

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                  #38
                  una grande storia di un grande pilota

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                    #39
                    Anche per il pi? grande di tutti la mia biografia...

                    Dodici Tourist Trophy e di nove titoli mondiali, questo ? l?impareggiabile palmares di uno pi? titolati ad amati piloti di sempre, capace di vincere e prevalere con qualsiasi mezzo ed in ogni cilindrata, un genio di innata classe ed eleganza, un cannibale assetato di vittoria, ineccepibile in pista, un signore fuori.
                    Stanley Michael Bailey HaiIwood nasce il 2 aprile 1940 ad Oxford, sede della pi? rinomata universit? inglese, il suo approccio alle corse avviene sotto l?ala protettrice del padre, uomo decisamente ricco, che ebbe un ruolo fondamentale agli inizi della carriera del giovane Mike.
                    Agevolato da un padre facoltoso ed appassionato, Mike pot? coltivare la sua passione con estrema facilit?.
                    Si racconta che nel 1957, alla sua prima gara, all?et? di 17 anni tra lo stupore generale, si presento con una elegante auto guidata da un autista,e la sua impeccabile tenuta da gara, strideva con quelle arrangiate da chi non aveva i suoi mezzi economici.
                    Furono in molto a malignare contro di lui, qualcuno sosteneva che i suoi ottimi risultati fossero dovuto pi? a mezzi ottimamente preparati che al suo talento, ma tutti ben presto dovettero ricredersi, le capacit? del giovane Mike misero ben presto d?accordo tutti.
                    La sua prima affermazione ufficiale, avvenne lo stesso anno dell?esordio, a Blandford Camp, nel Dorset, domin? fin dall?inizio la gara con la sua saettante MV 125.
                    L?anno successivo il 1958, approd? al Tourist Trophy, iscritto in 4 categorie, e privo di esperienza in una delle gare pi? difficili del mondo, fece risultati eclatanti per un giovane esordiente, terzo nela classe 250, settimo nella 125, dodicesimo nella 350 e tredicesimo nell?impegnativa classe 500.
                    La stella di Mike cominciava a brillare di luce propria e il diciottenne inglese prendeva coscienza che la sua vita sarebbe stata indissolubilmente legata a questo mondo.
                    Nel biennio successivo, gli impegni agonistici del giovane Hailwood crebbero in maniera esponenziale, nonostante si avvicendasse alla guida delle moto pi? diverse sia per marca che per cilindrata, continuava ad inanellare un numero impressionante di vittorie, guadagnandosi il rispetto dei grandi protagonisti del mondiale.
                    Nel 1961, fu ancora l?isola di Man a vederlo protagonista assoluto, iscritto nuovamente in 4 classi si impose in tre di esse, perdendo la possibilit? di uno stupendo poker a causa di un guaio tecnico. Nella 500, vinse la sua gara in sella ad una Norton Manx volando ad una media superiore ai 160 all?ora, tempo impressionante considerato i mezzi di cui disponevano all?epoca.
                    La stessa Honda deve molto al pilota inglese, fu proprio lui a regalargli le prime affermazioni, in quel anno infatti, vince il titolo della 250 e lo sfior? nella 500 dove collezion? una serie impressionante di piazzamenti da podio, comprese due convincenti vittorie, ottenute tra l?altro con un mezzo non ufficiale.
                    Nel 1961, il conte Domenico Agusta, volle testare le capacit? del pilota inglese affidandogli le sue ambite modo per correre a Monza la penultima prova del campionato, Mike non disattese le aspettative, fin? davanti a tutti nella classe regina e sfior? la doppietta con un secondo posto in 350, era l?inizio di un binomio che avrebbe raccolto davvero molto nel quadriennio successivo.
                    Hailwood trov? nella Mv un mezzo perfetto con il quale annichilire la concorrenza, ad ogni gara lasciava il segno non solo vincendo, ma stabilendo record su record, lasciando agli avversari solo le briciole. La sua supremazia era talmente totale, che per un certo periodo le gare erano diventate semplicemente una sua scontata cavalcata solitaria verso la vittoria.
                    Le cose per? erano destinate a cambiare nel 1965, approd? in Mv il giovane Giacomo Agostini, talento cristallino, affamato di successo, una personalit? forte ed ingombrante che Hailwood non poteva sopportare, entrambi troppo prime donne per correre nella stessa squadra.
                    Fu probabilmente l?arrivo di Agostini insieme al deterioramento dei rapporti con il conte Agusta a porre le basi per il divorzio da Mv.
                    Prima di porre fine a 4 anni di vittorie e soddisfazioni ci fu il tempo per scrivere una pagina epica di motociclismo. Tutto si svolse al Tourist Trophy del ?65, Hailwood ? tranquillamente in testa quando al terzo giro succede l?imprevisto, la sua moto scivola sull?olio di un altro pilota e rovina pesantemente a terra. La sua Mv subisce danni pesanti, ma l?inglese, lasciandosi alle spalle il buon senso, riesce a riavviarla e a portarla ai box, i meccanici non possono fare altro che eliminare il parabrezza e aggiustare il manubrio danneggiato con qualche colpo di martello.
                    Mike ripart? sotto una pioggia battente senza quasi riuscire a vedere il percorso, corse con il cuore, percorrendo ogni curva fidandosi ciecamente del suo intuito e della sua sensibilit?. Vince contro ogni pronostico dimostrando di avere un cuore ed un coraggio senza eguali.
                    Fu una delle sue ultime gare in sella alla Mv, contattato da Honda, con cui aveva gi? corso anni prima,
                    Nel 1966, Hailwood abbandon? la casa di Cascina Costa per approdare alla Honda, con la casa giapponese conquist? con autorit? i titoli di 250 e 350.Nella 500, scavalcato da Jim Redman nel ruolo di prima guida, si trov? lo stesso a battagliare per il titolo nell?ultima gara con Giacomo Agostini su Mv, fu ancora la sorte a decidere per lui, la rottura del suo motore spiano la strada verso il titolo all?odiato Agostini.
                    La rivalit? con il centauro italiano raggiunse in questi anni il suo culmine, divisi da mezzi tecnici diversi, Ago sulla equilibrata Mv che era stata del rivale, Mike sulla scorbutica Honda, una moto potentissima dotata di un pessimo telaio che la rendevano estremamente mobile in curva, un mezzo da domare pi? che guidare, pericoloso anche per un grandissimo come Hailwood.
                    E? ancora il Tourist Trophy nel 1967 a regalare al pubblico un?altra pietra miliare della storia del motociclismo, al via i riflettori sono tutti puntati sul due grandi rivali , Hailwood parte a testa bassa, gas aperto inanellando giri veloci uno dietro l?altro, ma Agostini risponde colpo su colpo con una caparbiet? disarmante. La Honda di Mike si contorce ad ogni curva, il pubblico spaventato, sparisce dal ciglio della strada aspettandosi la caduta da un momento all?altro, come se ci? non bastasse problemi con la manopola del gas, gli rendono tutto pi? difficile e nonostante il cuore ed il coraggio da leone con cui si tuffa in ogni, curva Agostini recupera. A pochi km, dalla fine quando ormai sembra che la vittoria debba andare al pilota italiano, la sua Mv trancia di netto la catena costringendo Ago al ritiro. Hailwood taglia per primo il traguardo tra le ovazioni impazzite di un pubblico adorante.
                    Il 1968 ? un anno triste, Mike ? vittima delle decisioni della Honda che annuncia il suo ritiro ufficiale dalle attivit? agonistiche, il talento inglese si trova cos? costretto a correre con moto non aggiornate e nonostante il suo enorme talento sia pi? efficace di qualsiasi problema, vince meno di quello che avrebbe potuto regalando il titolo mondiale agli avversari. Il pubblico brama di vedere ancora i due campionissimi Agostini ed Hailwood battagliare insieme, l?occasione giusta arriva al Gp delle Nazioni a Monza, il conte Agusta offre all?inglese una delle sue moto per disputare la gara, dopo le prove gli viene comunicato che avrebbe dovuto lasciar strada ad Agostini, Hailwood, colpito nell?orgoglio, si indigna e decide di correre con una Benelli, offertagli all?ultimo istante dalla stesa casa pesarese.
                    Il confronto in gara ? nuovamente entusiasmante, Mike sotto una pioggia battente e con un mezzo nettamente inferiore alla Mv, lotta come un leone, con un coraggio sconosciuto e una folle determinazione, tiene testa ad Agostini per parecchi giri, ma esagera in parabolica finendo a terra, la sua feroce rabbia viene temperata dagli applausi del pubblico che lo ripagano dell?infelice epilogo.
                    CONTINUA...

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                      #40
                      ....

                      I tanti anni di gare e l’attrazione per il mondo delle auto, lo portano a correre sempre meno in moto. Nelle poche gare a cui partecipa nei due anni successivi, non smette di mettere in mostra una grandezza infinita, continuando a vincere e a piazzarsi sul podio sia con la Benelli, sia con delle Honda ormai quasi da museo.
                      La sua carriera su 4 ruote è meno straordinaria di quelle ormai leggendaria scritta in sella alle moto più diverse, esordisce in F1 su una Lotus nel Gp d’Inghilterra del 1963 disputando un solo gran premio, in tutto ne correrà 50, ottenendo un paio di podi e un giro veloce in gara, forse il suo miglior risultato lo ottiene nel 1972 laureandosi campione europeo nella formula 2.
                      Val la pena di ricordare un episodio in cui diede prova di grande altruismo, tanto da meritarsi riconoscimenti ufficiali in patria. Durante il Gp del Sud Africa Clay Ragazzoni esce di pista e resta incastrato nella sua Brm che prende fuoco, Hailwood, appena dietro di lui, si ferma, si getta tra le fiamme, slaccia la cintura di Clay, ma fuoco avvolge anche lui, che freddamente si fa per un secondo da parte, spegne con le mani la sua tuta e ritorna nell’inferno per salvare il collega svenuto all’interno della vettura.
                      Poche persone possono vantare la grandezza spirituale di Mike Hailwood, la sua feroce determinazione ha da sempre convissuto con uno spirito elegante mai propenso ad abbassare la guardia e a dichiararsi sconfitto, ma sempre pronto ad aiutare chi in quel momento aveva bisogno di lui.

                      Una vita passata sui circuiti di tutto il mondo acclamato dalla folla come fosse un *** e quella passione per le due ruote che ha sempre convissuto in lui fin da giovane, gli fanno cullare il sogno di un ritorno.
                      La notizia scoppia come una bomba sconvolgendo i suoi fan che mai avrebbero sperato di rivederlo di nuovo in sella.
                      Il tetro scelto per quest’ ultimo emozionante bis è quella pista dove più si è esaltato, quel Tourist Trophy dove ha scritto le pagine più belle di una carriera straordinaria.
                      Era il 1978, Hailwood era prossimo ai 40 anni e si presentò al via con una Ducati 900 ss preparata dalla storica scuderia NCR di Bologna, si disse che Mike, convinto di non riuscire ad ottenere un piazzamento onorevole, volesse partecipare sotto falso nome. Le cose però andarono ben oltre le sue aspettative, nonostante la moto avesse solo 87 cv, sicuramente meno della Honda del rivale Read, con una condotta ineccepibile e la solita inesauribile voglia di primeggiare, mise l’ennesimo sigillo sul traguardo di Douglas, chiedendo nel migliore dei modi una carriera straordinaria.
                      Il destino, quello stesso che per anni, aveva chiuso un occhio davanti alle sue evoluzioni, quel fato che spesso lo aveva tenuto per mano riservandogli un’esistenza gloriosa, il 23 marzo del 1981 si presento a riscuotere.A 41 anni Mike the Bike restò vittima di un incidente stradale, che lo strappò prematuramente alla vita.
                      Penso che se Hailwood fosse ancora vivo, avrebbe ancora un enorme rispetto da parte di tutti, per molti appassionati è stato proprio lui il più grande di tutti, paragonabile a Nuvolari per l’alone di leggenda di cui sono ammantate le sue gesta.
                      In un mondo dove spesso a primeggiare era la gente semplice, di estrazione borghese, Hailwood fu un nobile rappresentante di quest’ arte, un meraviglioso esempio di dedizione che ancora oggi, nonostante sia scomparso da un po’, vive ancora nel cuore e nel ricordo di migliaia di appassionati.


                      BY S.P.

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                        #41
                        su emule ho beccato questo bel disegno del grande MIKE THE BIKE

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                          #42
                          ...complimenti x quante ne sapete..........

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                            #43
                            quando ho visto la puntata in tv sulla storia del motociclismo, e anche il divx che ho scaricato, mi sono commosso tantissimo
                            non dimenticher? mai le parole del Dott.Costa su Mike quando correva.... sorrideva alla morte con la quale lui giocava a scacchi, e la morte rimase molto male perch? tutte le partite Mike Hailwood gliel'ha vinte, ridendogli, ma non schernendola, ridendogli, ridendogli proprio sul viso, e lei se la prese molto perch? una sera nella nebbia d'Inghilterra gli mise un camion davanti alla sua macchina che guidava con la sua figlioletta, e vinse l'ultima partita......ma anche quando vinse la sua ultima partita nei grovigli di quell'auto Mike Hailwood gli fece un altro sorriso "tu hai vinto, ma hai barato"
                            vi giuro sono scoppiato a piangere

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                              Originally posted by kaciaro
                              su emule ho beccato questo bel disegno del grande MIKE THE BIKE
                              bellissimo!!

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                                #45
                                vero..perse la vita anche la figlia di 9 anni.....

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