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Quotazioni auto elettriche usate

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    #76
    Le minchiate che scrive il giornalista?

    "Se" Tesla avesse il quadruplo della capacità produttiva, spazzerebbe via il mercato mondiale. Ma daiii

    600mila*4 quanto fa??
    Ma li pagano per scrivere ste cose?

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      #77
      scrivere cazzate per controbattere cazzate non è mai salutare
      Tesla oggi è la più grande industria automobilistica al mondo
      e pensare che è un professore di economia
      Il valore del marchio in borsa non cambia il fatto che tesla ora ha solo fabbriche per una produzione di circa 600k auto all'anno
      Il Ceo di Toyota ha fatto un discorso che è valido per il Giappone, ha detto un po' di cazzate ma quando parla che ci sarà un costo sociale non dice cazzate.
      Si va verso un industria dell'auto molto più efficiente in quanto a risorse umane, è l'industria delle celle richiede meno personale sicuramente.
      Però il calcolo che fa sull'energia è una gran cazzata e comunque gli stati devono comunque diventare carbon neutral prima o poi anche senza le BEV.

      Comunque ha ragione sul ban con data di scadenza, per me è una cazzata.

      Il Ceo sta facendo un discorso più sociale/politico ma state sicuri che Toyota ha brevetti, esperienza e tecnologia per fare BEV senza problemi.

      Il problema è che fa auto "orribili"

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        #78
        Ma cosa dici? Di sicuro è invidioso

        Lui fa 10 milioni di auto e tutte indistruttibili, ma sogna di farne solo 600mila con pecche di assemblaggio e verniciatura

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          #79
          Originally posted by Andy96 View Post
          Le minchiate che scrive il giornalista?

          "Se" Tesla avesse il quadruplo della capacità produttiva, spazzerebbe via il mercato mondiale. Ma daiii

          600mila*4 quanto fa??
          Ma li pagano per scrivere ste cose?
          Infatti questo è sicuramente un teslaro, che sa poco o niente dell'avanzamento delle BEV e che prende tutto quello che dice Elon per oro colato.

          Testa a fine 2021 avrà una capacità produttiva di circa 1milione con possibilità di arrivare a 1.5, già adesso il gruppo VW ha quasi 1 milione di capacità produttiva, 600k in Cina in 2 nuovissime fabbriche circa 400k in europa.
          Stellantis con la fusione potrebbe diventare la seconda in Europa nel 2021 con una produzione che deve arrivare almeno a 300k e visto che ha vinto Biden inizierà anche a fare BEV in USA.
          Le coreane con la tecnologia a 800V sul CUV di 4.6 metri, se la mette a un prezzo giusto, e con un numero adeguato potrebbe diventare la dominatrice del segmento.

          Se sono veri i dati che ho visto fa veramente gola, però non deve esagerare con il prezzo.

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            #80
            È un articolo per il lettore tipo di quel quotidiano

            Il greg ci ha fatto un video da morire dal ridere

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              #81
              Greg è divertente ma dice anche una marea di cazzate
              L'altro giorno ho visto il video su Toyota e il FCEV ma ha detto una della più grandi cazzate che ho sentito da lui, la Cina è insieme al Giappone quella che spende di più sulla tecnologia a H
              sono molto più pubblicitizzate le BEV perché vanno di moda ed è una tecnoligia molto più facile per una start up ma per esempio Toyota ha una delle JV più importanti sul FCEV proprio in Cina.
              Last edited by Carlito27; 28-12-20, 13:28.

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                #82
                Originally posted by Carlito27 View Post
                Greg è divertente ma dice anche una marea di cazzate
                L'altro giorno ho visto il video su Toyota e il FCEV ma ha detto una della più grandi cazzate che ho sentito da lui, la Cina è insieme al Giappone quella che spende di più sulla tecnologia a H
                sono molto più pubblicitizzate le BEV perché vanno di moda ed è una tecnoligia molto più facile per una start up ma per esempio Toyota ha una delle JV più importanti sul FCEV proprio in Cina.
                Ma sì infatti, però quando legge gli articoli, fa morire

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                  #83
                  Vediamo quante volte dovremo ripeterlo dove vanno a finire le batterie delle auto elettriche

                  e cioè quanti pastori ci saranno che cintinueranno a chiederlo senza che gliene fregh un unkazzo

                  Browsing tag: cobat

                  Categoria: Energia Ambiente LE MIE VIDEO SFIDETags: Batterie al litiocobatEccellenze italianeeconomia circolareIccom CnrRicercaRiciclo batterieVolkswagen Nessun commento
                  1 Luglio 2019Ecco il segreto del Riciclo Made in Italy delle Batterie al Litio










                  Un’auto, anche se è elettrica e non emette fumi allo scarico, non è affatto che verde se la batteria che ha a bordo è impossibile da riciclare e contiene dei materiali, come litio e cobalto, estratti da miniere tutt’altro che sostenibili.

                  Questo, fino ad oggi, è stato indicato come uno dei grandi problemi delle auto elettriche.

                  Un brevetto italiano promette però adesso di recuperare e avviare completamente al riciclo i materiali contenuti nelle batterie al litio. Anche se oggi i numeri del rifiuto prodotto da questo tipo di batterie non sono molto elevati, con l’arrivo e la diffusione sul mercato di automobili elettriche i volumi sono destinati a salire in modo vertiginoso.

                  Il riciclo Made in Italy per le batterie al litio arriva grazie a una storia che esalta due eccellenze italiane. Quella scientifica, visto che il processo è stato messo a punto dall’Iccom (Istituto di chimica dei composti organometallici) del Cnr. E quella industriale, perché la ricerca è stata commissionata e finanziata dal Cobat, consorzio nato per il recupero delle batterie usate ma diventato oggi una vera e propria piattaforma multimateriale per l’economia circolare.
                  Gli sfidanti. Forze e debolezze.

                  Germania


                  Attualmente le batterie al litio europee sono inviate per la gran parte ad impianti di recupero tedeschi. In Germania, però, oggi si recuperano molte parti della batteria ma non i preziosi materiali contenuti nella parte chimicamente più difficile da trattare, chiamata Black Mass.

                  La massa nera contiene litio, manganese, cobalto e nichel. In alcuni casi il processo consente un recupero parziale di questi materiali, solitamente limitato però ai soli cobalto e nichel. Ma non recupera né il litio, né il manganese. In Germania la Volkswagen ha già annunciato di voler entrare nella corsa per il recupero totale dei materiali contenuti nelle batterie al litio.

                  Clicca qui LEGGI l’articolo Volkswagen inizia la corsa industriale per il riciclo delle batterie al litio.

                  Il Gruppo Volkswagen punta sul suo impianto di Salzgitter, quello dove nasceranno le celle per gli accumulatori al litio dei suoi numerosi modelli elettrici dei prossimi anni. Lì sarà anche realizzato un centro per la selezione e la rigenerazione delle batterie usate da inviare alla seconda vita fuori dell’auto, e un impianto di riciclaggio.

                  Obiettivo dichiarato è proprio il recupero completo di tutti i quattro materiali contenuti nella massa nera.
                  Cina ed Estremo Oriente


                  In molti casi, oggi la Germania non tratta affatto la Black Mass e la invia ad impianti specializzati in estremo oriente.

                  Dove, con tecnologia cinese, la massa nera viene trattata e vengono recuperati tutti e quattro i materiali. Il tutto avviene principalmente in Corea e nelle Filippine, perché è qui che le aziende cinesi – che non possono importare il rifiuto in Cina – hanno investito per sfruttare la loro tecnologia anche fuori del mercato domestico.
                  Il segreto del riciclo Made in Italy


                  Il segreto del riciclo Made in Italy è nella realizzazione di un processo completamente idrometallurgico.

                  Che non prevede un ciclo piro-metallurgico come si fa oggi in Germania. Grazie al lavoro dell’Iccom Cnr si riesce ad evitare l’alta temperatura della parte pirolitica – che oggi serve proprio a stabilizzare il litio ma al tempo stesso lo fa andare letteralmente in fumo, quindi ne perde la possibilità di recupero – e si possono separare tutti i 4 materiali: litio, manganese, cobalto, nichel.

                  Il riciclo Made in Italy delle batterie al litio è in fase di registrazione con brevetto europeo ed ha avuto il via libera anche per la tutela tramite brevetto di fasi parziali del processo.

                  Questo indica chiaramente che la tecnologia italiana è completamente originale e può quindi segnare un vero e proprio punto di svolta in Europa.

                  Per saperne di più clicca qui e LEGGI l’articolo Riciclo Made in Italy per le batterie al litio.
                  Che futuro fa.


                  Per il futuro, il potenziale industriale del recupero Made in Italy delle batterie al litio è enorme.

                  Con fatturato e posti di lavoro genuinamente legati all’economia circolare. Destinati a durare, quindi. Guardando oltre l’era dei combustibili fossili e dell’usa e getta che fortunatamente sta per tramontare.

                  Il Cobat ha già individuato i partner industriali per la realizzazione in Italia del primo impianto europeo di riciclo completo delle batterie al litio. Sono in ballo molti posti di lavoro, oltre che una leadership tecnologica in grado di superare la concorrenza di altri paesi altamente industrializzati.
                  Dico la mia, perché le cose possono cambiare. E spesso è meglio che cambino.


                  La mia opinione è che il riciclo Made in Italy per le batterie al litio rappresenti un’ottima notizia per l’ambiente, per l’auto elettrica, ma soprattutto per il riavvio di uno sviluppo industriale ed economico sano e lungimirante nel nostro paese.

                  L’Italia è un paese fatto di eccellenze scientifiche, l’innovazione chimica dell’Iccom Cnr ne è una dimostrazione.

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                    #84
                    Speriamo sia un fenomeno worldwide.

                    Guarda che bella discarica a cielo aperto, tra plastica ed elettronica di consumo

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