il lavoro è un diritto dal momento in cui non è obbligatorio lavorare per vivere nel nostro stato.
può essere letto come "noi possiamo lavorare, ne abbiamo il diritto".
ma nel momento in cui si lavora, inizia il dovere di farlo con diligenza, con professionalita, anche con passione se necessario. quindi il lavoro diviene un dovere.
alcune pretese fatte dai lavoratori in merito a "privilegi" che questi possono avere secondo me sono lecite, semplicemente perchè un lavoratore sereno (anche se molto preso da ciò che fa) produce molto di più di un lavoratore che non è felice del luogo in cui si trova.
poi c'è anche il problema "quello che si fa".
nella media dei casi non corrisponde quasi mai a ciò che si desidererebbe fare. io sono più per il "studia e fai in modo che la tua vita sia il disegno che hai sempre avuto in testa", ma spesso non è fattibile, per origini della famiglia, per situazione economica, per carattere...e anche qui...credo che una volta che si imbocca una strada, bisogna farsi nascere dentro la voglia e la passione di saperne su ciò che si sta facendo, anche se non è mai stata la nostra aspirazione di vita.
in linea di massima però espongo anche un altro mio pensiero.
secondo me, tutti quelli che credono che lavorare sia un diritto e basta, provengono da famiglie umili, magari con alle spalle difficoltà economiche, persone che non hanno pretese sul tipo di lavoro, ma sulla qualità del lavoro e su quei "privilegi" (mense, benefits, condizioni lavorative) che rende il lavoro che loro non apprezzano (ma che devono fare perchè: non sanno che fare quello; devono portare a casa i soldi) un po' più piacevole.
poi con l'avvento di internet si tende a cazzeggiare di più soprattutto in casi di lavoro non gradito.
mentre, sempre secondo me, coloro che hanno aspirazioni al lavoro dovere, lavoro come un impegno personale e sociale, hanno innanzitutto una mentalità più imprenditoriale e soprattutto alle spalle hanno una famiglia all'interno della quale sono presenti imprenditori o persone che hanno fatto parte della borghesia medio alta.
ovviamente in tutto questo ci sono le eccezioni.
quelli che vengono da famiglie povere, che sono stati cresciuti con molta responsabilità e che credono nella fatica e nello studio, che da soli e senza l'appoggio di nessuno riescono a vincere in modo eclatante nella vita.
e quelli che nonostante la condizione familiare favorevole si ritrovano a sperperare ciò che hanno e si ritrovano senza la capacità di far fruttare un solo euro.
può essere letto come "noi possiamo lavorare, ne abbiamo il diritto".
ma nel momento in cui si lavora, inizia il dovere di farlo con diligenza, con professionalita, anche con passione se necessario. quindi il lavoro diviene un dovere.
alcune pretese fatte dai lavoratori in merito a "privilegi" che questi possono avere secondo me sono lecite, semplicemente perchè un lavoratore sereno (anche se molto preso da ciò che fa) produce molto di più di un lavoratore che non è felice del luogo in cui si trova.
poi c'è anche il problema "quello che si fa".
nella media dei casi non corrisponde quasi mai a ciò che si desidererebbe fare. io sono più per il "studia e fai in modo che la tua vita sia il disegno che hai sempre avuto in testa", ma spesso non è fattibile, per origini della famiglia, per situazione economica, per carattere...e anche qui...credo che una volta che si imbocca una strada, bisogna farsi nascere dentro la voglia e la passione di saperne su ciò che si sta facendo, anche se non è mai stata la nostra aspirazione di vita.
in linea di massima però espongo anche un altro mio pensiero.
secondo me, tutti quelli che credono che lavorare sia un diritto e basta, provengono da famiglie umili, magari con alle spalle difficoltà economiche, persone che non hanno pretese sul tipo di lavoro, ma sulla qualità del lavoro e su quei "privilegi" (mense, benefits, condizioni lavorative) che rende il lavoro che loro non apprezzano (ma che devono fare perchè: non sanno che fare quello; devono portare a casa i soldi) un po' più piacevole.
poi con l'avvento di internet si tende a cazzeggiare di più soprattutto in casi di lavoro non gradito.
mentre, sempre secondo me, coloro che hanno aspirazioni al lavoro dovere, lavoro come un impegno personale e sociale, hanno innanzitutto una mentalità più imprenditoriale e soprattutto alle spalle hanno una famiglia all'interno della quale sono presenti imprenditori o persone che hanno fatto parte della borghesia medio alta.
ovviamente in tutto questo ci sono le eccezioni.
quelli che vengono da famiglie povere, che sono stati cresciuti con molta responsabilità e che credono nella fatica e nello studio, che da soli e senza l'appoggio di nessuno riescono a vincere in modo eclatante nella vita.
e quelli che nonostante la condizione familiare favorevole si ritrovano a sperperare ciò che hanno e si ritrovano senza la capacità di far fruttare un solo euro.
Comment